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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Luca all'Amsterdam Arena
NEWS

Orgoglio Amaranto e Museo, appello accorato ai calciatori. Poi l'altolà a sciacalli e avvoltoi

Conferenza stampa allo stadio per un appello all'unità. Il presidente di OA: ''Basta passerelle e proclami dei politici, servono i fatti''. Le fotografie di Turchi, presidente del MA: ''Ai giocatori di oggi dico di comportarsi come Pozza e non come Patta nel '93''. Cucciniello: ''Debito sopra il milione di euro, Matteoni unica speranza. Se l'Arezzo non si presenta sabato, per noi è la fine. Ma chi vuole speculare, non l'avrà vinta''



Stefano Turchi con le foto di Pozza e PattaStefano Turchi, presidente del Museo Amaranto, tiene in mano due fotografie: ''Di qua c'è Giovanni Pozza, che pianse per la radiazione dell'Arezzo del '93. Di là Cristiano Patta, che ebbe un atteggiamento molto diverso. Ai giocatori di oggi, dei quali conosciamo la serietà e l'impegno, chiediamo di giocare sabato e di non tradire la tifoseria''.

E' uno dei passaggi più significativi di una conferenza stampa che si è svolta allo stadio e che è servita per un appello all'unità. Duccio Borselli, presidente di Orgoglio Amaranto, ha puntato l'indice contro i politici di ogni tipo: ''Basta passerelle, basta parole, basta chiacchiere. Se vogliono bene all'Arezzo, come dicono e scrivono tutti, passino ai fatti. Si iscrivano al comitato e versino il loro contributo. Questo sì che sarebbe un comportamento coerente''.

 

Roberto Cucciniello, ex presidente e membro del direttivo di OA, ha parlato più a lungo, annunciando che le 300 bandiere rimaste invendute prima della partita contro il Cuneo, sono di nuovo disponibili a pacchi di 50 e verranno offerte alle aziende del territorio. ''Casa Volpi ha già annunciato l'adesione alla nostra iniziativa''.

Lo sciopero proclamato dai calciatori, che senza il pagamento dello stipendio di ottobre non scenderanno in campo contro la Giana Erminio, non è l'unico fattore di rischio per la prossima gara di campionato. ''Gli steward devono ricevere pagamenti arretrati e c'è un generatore elettrico da riparare. Ma il fornitore ha un credito molto ampio e bisogna che la situazione venga risolta''.

 

''Se l'Arezzo sabato non si presenta, è la fine'' ha aggiunto Cucciniello, che ha ribadito a chiare lettere un concetto importante: ''In questi anni siamo stati trattati con sufficienza e disinteresse. Se gli imprenditori ci avessero dato fiducia, credendo nel progetto di azionariato popolare, oggi potremmo provvedere da soli all'aumento di capitale ed estromettere gli altri soci. Invece dobbiamo fare diversamente, ma comunque verseremo nelle casse dell'Us Arezzo una somma di 4mila euro che, in ragione del nostro un per cento, servirà per fare fronte ad alcune spese urgenti''.

Cucciniello ha concluso: ''Matteoni è la nostra unica speranza in questo momento. Lui sa che il debito, come da visura, è superiore al milione di euro, ma con impegno e passione ce la può fare se tutti lo aiutiamo. Siccome in giro ci sono già gli avvoltoi e gli sciacalli, che sappiano bene una cosa: non passeranno. L'Arezzo va aiutato adesso, non dopo''

 

scritto da: Andrea Avato, 27/12/2017





OA e Museo Amaranto in conferenza stampa

Conferenza stampa Orgoglio Amaranto e Museo Amaranto
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