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Matteoni, inquietudine e primi spiragli: ''Non sono un kamikaze. Ma qualcosa si muove''

Il presidente nei giorni scorsi ha manifestato a mezzo stampa il disagio di sentirsi sempre sotto esame, nonostante la tifoseria lo abbia accolto a braccia aperte. Pesano, per l'umore generale della piazza, le ultime vicende, comprese le gimkane del calciomercato. E così la luna di miele dell'azionista di maggioranza sembra arrivata alla fine dopo appena un mese, anche se adesso potrebbero aprirsi scenari migliori: ''Mi erano stati garantiti aiuti che non sono ancora arrivati, però il telefono comincia a suonare''. Dal ruolo ambiguo di Neos Solution ai progetti sulle strutture, dall'organigramma tecnico che va rimpinguato al pieno di rientro con i creditori: ecco le urgenze del capo dell'Us Arezzo



Marco Matteoni, azionista di maggioranza dell'Us Arezzo con l'84 per cento''Io la credibilità me la sono costruita con il sudore e con il lavoro. Mi dà fastidio che la mia parola venga sempre messa in discussione''. Marco Matteoni tiene a ribadire la sua affidabilità, provando a scrollarsi di dosso un po' di quella diffidenza che gli ultimi mesi hanno instillato nell'ambiente. Il che è anche fisiologico: la comparsata di Neos, un'accozzaglia di mister X venuta giù come un castello di carte alla prima scadenza da saldare, il balletto intorno ai versamenti del 16 dicembre (con penalizzazione annessa), la separazione improvvisa dai direttori Zavaglia e Di Iorio, le gimkane del calciomercato hanno spiazzato tutti. E i tifosi, che comunque hanno accolto Matteoni a braccia aperte, sono diventati come San Tommaso: se non vedono, non credono.

Un atteggiamento che riguarda la data spartiacque del 16 febbraio ma non solo. L'organigramma tecnico va rimpinguato, c'è un piano di rientro con i creditori da mettere a punto, bisogna definire una volta per tutte i progetti sulle strutture e garantire all'Us Arezzo quella stabilità che, da tempo ormai, non c'è più. ''Datemi fiducia'' continua a ripetere Matteoni.

 

Sarà anche per questo che il presidente, nominato due mesi fa da un Cda imploso in fretta, ha manifestato a mezzo stampa un'inquietudine che ha creato una certa preoccupazione, alimentando il circolo vizioso del dubbio. ''Sono stanco di sentirmi sotto esame - ha detto Matteoni ai quotidiani - e se la situazione non migliora, potrei anche lasciare. Non sono un kamikaze''.

Una provocazione forse. O forse il segnale di un malessere più profondo. Fatto sta che trattasi di parole inconsuete per un imprenditore che è diventato azionista di maggioranza il 3 gennaio e che dovrebbe ancora avere un entusiasmo tracimante per la nuova avventura, dentro una luna di miele che solitamente dura cento giorni. Qua invece sembra che a trenta si sia già bloccato tutto.

Oggi Matteoni ha scritto su Facebook: ''A tutti coloro che in queste ore mi stanno, giustamente, chiedendo quali sono le mie intenzioni, ribadisco di essere una persona leale che quando prende un impegno lo porta a termine, sempre''.

 

3 dicembre, la stretta di mano con il sindaco Ghinelli allo stadioFrasi che rasserenano, anche se il capoverso successivo apre un altro fronte caldissimo, quello del sostegno economico da parte dell'imprenditoria locale. ''Ribadisco anche che mi erano stati garantiti degli aiuti che, ad oggi, non sono arrivati''. Un sasso nello stagno da parte del presidente, il quale poco fa, rintracciato al telefono, ha aggiunto un dettaglio di non poco conto: ''Le acque si stanno muovendo, il telefono comincia a suonare''.

Non è un mistero che le teste di Zavaglia e Di Iorio le abbia chieste un gruppo di investitori disponibile a una sponsorizzazione di rilievo, a patto di poter gestire l'area tecnica. ''Matteoni però si è mosso fuori tempo massimo, c'era una data ultima da rispettare e siamo andati oltre'': questo trapela dalla controparte, che aveva indicato Nario Cardini come direttore sportivo in pectore.

 

Ad ogni modo qualcosa, forse, potrebbe succedere, anche con l'aiuto dell'amministrazione comunale. Di sicuro va chiarito bene il ruolo di Neos Solution, che dopo il pastrocchio di dicembre è rimasto dentro l'Us Arezzo con il 15 per cento di quote sociali. Un epilogo a sorpresa, che Matteoni spiegò con la volontà del consorzio di risarcire, seppure in parte, la tifoseria per il flop pre natalizio. In realtà il ruolo, e il contributo economico del socio di minoranza, restano avvolti nel mistero. Il presidente ha dichiarato pubblicamente che finora ha fatto fronte da solo ai pagamenti e che la stessa cosa accadrà tra dieci giorni. Ecco spiegato il motivo per cui circolano indiscrezioni su un aumento di capitale, da parte di Matteoni, per estromettere Neos, arrivare al 99 per cento e gestire l'Us Arezzo in proprio, con l'un per cento di Orgoglio Amaranto, senza più ambiguità.

''E' merito di questo stronzo'' disse in modo colorito il presidente a Block Notes, la settimana scorsa, ''se l'Arezzo è ancora in piedi''. La rivendicazione di un ruolo determinante non solo a parole ma con fatti concreti. E che i tifosi si augurano venga recitato di qui in avanti con meno inquietudine e un po' di sana normalità.

 

scritto da: Andrea Avato, 06/02/2018





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