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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Grave e Piro nella Death Valley - California
NEWS

Una strana domenica di fine febbraio. Ma Arezzo e l'Arezzo devono tirare su la testa

Alla fine il rinvio della partita con il Livorno è stata la decisione migliore per noi. Ed è paradossale che si debba essere contenti di non giocare, sollevati per la procedura di fallimento che partirà la prossima settimana. Eppure è così, alla fine di un periodo grottesco che ha ridotto la società a brandelli. Adesso serve un grande sforzo comune per non far crollare il sogno amaranto



Sarà una domenica strana, molto strana. Mancherà tutta la ritualità del giorno della partita: il pranzo in anticipo per arrivare a un’ora decente, l’arrivo allo stadio, i passi a piedi verso il bar, la birra o il caffè; persino il prefiltraggio, la perquisizione e i tornelli mi mancheranno oggi. È triste sapere che avresti dovuto giocare e invece niente da fare, ma la cosa più contraddittoria di tutto ciò è che per noi il rinvio per decisione della Lega è la cosa migliore. Forse anche meglio che scendere in campo, come ha detto anche il mister: sconquassati dalle grottesche vicende di stringente attualità, allibiti dai pagliacci che si sono susseguiti negli ultimi mesi e sballottati da settimane e settimane di dubbi, ribaltoni, ritardi nei pagamenti e difficoltà di ogni sorta, i ragazzi non sarebbero scesi in campo nelle condizioni giuste per affrontare una partita peraltro così importante, contro la prima classifica e in un derby sentitissimo.

 

E allora va bene, accettiamo anche questa, nella speranza che il tempo concessoci ci serva a mettere qualche mattoncino al posto giusto per arrivare fino a giugno. Ecco, proprio il tempo, purtroppo, è tiranno: nei giorni scorsi abbiamo appurato l’istanza di fallimento nei confronti dell’Us Arezzo ma il timore più grosso è che i tempi tecnici non siano compatibili con la nostra necessità di avere un quadro già piuttosto chiaro entro venerdì, alla vigilia di una trasferta sicuramente costosa e scomoda, ma che non possiamo assolutamente permetterci di saltare a piè pari. La notizia di per sé è pure buona (non avrei mai pensato di dirlo), ma la partita vera, da non perdere in nessun modo, inizia ora. Tra parentesi, chi ci ha ridotto in queste condizioni ci ha fatto arrivare al punto di prendere con soddisfazione un’istanza di fallimento, roba da pazzi… Se esistesse ancora il pudore, certa gente si dovrebbe vergognare per come ha distrutto una società, una squadra e i sogni di chi, a differenza loro, non la lascerà mai sola.

 

Io, perlomeno, auspico con tutto il cuore che il karma o una sorta di contrappasso dantesco faccia la sua parte: fallirete in ogni cosa che farete da ora in avanti come avete fatto fallire noi, soffrirete quanto abbiamo sofferto noi, pagherete quello che avete fatto pagare a noi

La vera partita, dicevamo, inizia ora: dovremo trovare gli appoggi economici necessari per arrivare fino a giugno, dovremo garantire la gestione ordinaria del club, se ci sarà bisogno noi tifosi dovremo fare la nostra parte collaborando, contribuendo, sostenendo Orgoglio Amaranto. Un primo segnale è già arrivato: le giovanili sono in campo, alcune di queste in casa. Perché non andare a vedere il futuro amaranto in campo? Se mai ci sarà riservato un futuro, loro ne sono l’incarnazione; rappresentano la speranza, la voglia di continuare a giocare nonostante tutto e tutti. “Lasciateci vivere il nostro sogno amaranto”, recitava quello striscione commovente firmato dal settore giovanile.

 

Quel sogno è il sogno di tutti noi e va difeso con le unghie e con i denti da chi ce lo vuole portare via, perciò ora spetta a noi, spetta all’amministrazione comunale, spetta alla stampa, spetta alla città, spetta a chi da questa città ha ricevuto tanto ed è il momento che dia qualcosa indietro, spetta a chi da Arezzo ha spiccato il volo ma non dovrebbe dimenticare le proprie radici. Spetta ad Arezzo, che deve smettere di essere divisa in due come espresso anche alla riunione di Orgoglio Amaranto martedì: l’Arezzo che si volta dall’altra parte deve girarsi abbracciando finalmente l’altra Arezzo, quella che si rimbocca le maniche, piange, esulta, si dispera, bestemmia, canta, gioisce, strepita per la squadra della sua città. Così sì che potremmo salvare questo patrimonio e tornare a vivere il nostro sogno amaranto. Avanti Arezzo!

 

scritto da: Luca Amorosi, 25/02/2018





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