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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Abbruscato, è solo un arrivederci: ''Tornerò per allenare l'Arezzo. Floro? Ascolti il cuore''

Il due agosto comincia l'avventura azzurra di Elvis, selezionatore della nazionale under 18. Eppure, fino a poche settimane fa, era stato in ballo per la panchina amaranto: ''La società ha scelto soluzioni diverse e il 30 giugno mi è scaduto il contratto. Ci siamo comunque lasciati bene, la nuova opportunità mi entusiasma. In due anni ho fatto esperienze importanti e il lavoro dello staff è stato decisivo per aiutare Pavanel nella battaglia totale. Floro al Comunale ritroverebbe la scintilla giusta''



Elvis Abbruscato, foto ricordo per il biennio in amarantoCoverciano, due agosto. Raduno della Nazionale under 18, prima volta da commissario tecnico. Il futuro di Elvis Abbruscato è a tinte azzurre. Gli anni da bomber sono alle spalle, davanti c'è un orizzonte fatto di lavagne, di moduli ma soprattutto di lungimiranza nel selezionare i giocatori giusti.

''Sarà un'esperienza speciale e ne sono entusiasta. Mi permetterà di visionare decine di calciatori, di stimolarne la crescita umana e tecnica, di acquisire conoscenze internazionali. Non vedo l'ora di iniziare''.

Te l'aspettavi?

''No, ma queste sono opportunità da cogliere al volo. Fino al mese scorso potevo diventare l'allenatore dell'Arezzo, adesso è cambiato lo scenario''.

Perché non sei rimasto in amaranto?

''Perché mi è scaduto il contratto. Dal primo luglio ero libero ed è andata così''.

Quanto sei stato vicino alla panchina dell'Arezzo?

''Molto, anche se questa domanda andrebbe fatta al direttore. Poi, una volta che la società ha scelto soluzioni diverse, per me qualsiasi altro ruolo sarebbe stato un ripiego''. 

L'ipotesi di un ritorno alla Berretti era concreta?

''No, non mi è stato mai proposto. Ma io non avrei mai voluto dare l'impressione di stare ad aspettare l'esonero di qualcuno per prenderne il posto. Non fa parte del mio carattere, del mio modo di vedere il calcio. Non ho bisogno di questi espedienti''.

Una stagione in Berretti, una da vice in prima squadra. Cosa ti resta di questo biennio?

''E' stato molto formativo. Ho aumentato il mio bagaglio di conoscenze, mi sono messo al servizio della società, di Bellucci e Pavanel con grande voglia di imparare. Nell'ultimo periodo il lavoro dello staff è stato fondamentale''.

Ti riferisci alla battaglia totale?

''Sì. Pavanel è stato elogiato giustamente, perché ha tirato le fila con professionalità. Ma garantisco che io, Sussi, Pecorari, Tosti, Passalacqua e tutti gli altri collaboratori abbiamo dato un contributo decisivo''.

 

Elvis in allenamento insieme a mister PavanelCosa ci hai messo di tuo in quest'impresa?

''Qualche mattoncino l'ho messo, però il mister e i giocatori possono rispondere meglio di me''.

Il fatto che tutto lo staff sia cambiato lo trovi paradossale? O il calcio è così e bisogna accettarne le regole?

''Nel calcio c'è mediocrità. Questo impedisce di dare continuità ai valori umani, che per me invece vengono prima del resto. Ma non è una critica all'Arezzo, sia chiaro. E' il sistema che funziona così, è tutto provvisorio dalla serie A alla serie D''.

Come ti sei lasciato con la società?

''Benissimo. Ho fatto un grande in bocca al lupo a Pieroni e lui l'ha fatto a me. Non ci sono rancori tra noi, anche perché so che un giorno tornerò''.

Da allenatore.

''Sì. Ho letto e sentito dire che non sarei stato pronto per una panchina come questa. Ecco, la prossima volta che indosserò i colori amaranto il problema non si porrà''.

E' il secondo addio dopo quello del 2006. Ci sono differenze?

''La società di dodici anni fa era forte e solida. Ora ho vissuto tre proprietà diverse in pochi mesi, ma la gavetta è questa ed è giusto che sia così, che si soffra un po'. Ormai di Arezzo conosco tutto, ogni ciottolo di strada. E mi porto dietro l'affetto delle persone, ancora più grande di quello che sentivo nel 2006''.

Il rapporto con la città quindi non è guastato.

''Assolutamente no. C'è empatia con questa piazza, c'è poesia. Io sono fatto così. La tattica, il campo, il risultato vengono dopo''.

Avrai saputo che c'è una trattativa, forse impossibile o forse no, per il ritorno di Floro. Secondo te come va a finire?

''E' un'operazione fuori mercato in questo momento. Ma a Floro farebbe bene tornare ad Arezzo, ascolterebbe il cuore, ritroverebbe la scintilla giusta''.

Dopo averci giocato a fianco, saresti riuscito ad allenarlo o ti avrebbe messo in crisi?

''Ci sarei riuscito eccome. Le ramanzine gliele facevo da compagno di squadra, figuriamoci adesso...''.

 

scritto da: Andrea Avato, 25/07/2018





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