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AMARANTO TV

SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
il tifosissimo Mino con Stefano Butti
NEWS

Lo zibaldone della trasferta di Taranto. Baraonde, frutti di mare, ritardi e ultimatum

Il ristorante Anema e Core, Cari che torna da ex, le porte chiuse, il volo che non arriva mai e W l'Inghilterra di Claudio Baglioni.



Terra lascia il campo sconsolatoA come applauso. Si dice che l'Italia sia l'unico posto in cui scatta l'applauso quando l'aereo completa l'atterraggio. All'estero, più educati e meno caciaroni di noi, nemmeno si sognano di battere le mani e restano composti sul loro sedile. L'altra cosa che balza agli occhi, dopo il volo, è che i passeggeri si alzano di scatto, si mettono in piedi sul corridoio, si vestono in due secondi e accendono il cellulare. Poi rimangono tutti lì, incastrati come nel domino, per altri dieci minuti, sudando e sbuffando, finché i portelloni non si aprono. La gente è veramente strana.
B come baraonda. L'hanno organizzata i tifosi del Taranto, costretti per l'ennesima volta a restare fuori dallo stadio. Dall'esterno dello Iacovone, armati di voce e bandiere, hanno intonato cori contro tutti, contro la Lega di Macalli e le forze dell'ordine, contro il calcio moderno e il presidente Blasi. Poi però, alla fine della partita, i calciatori sono usciti in strada e sono andati ad abbracciarli, senza ancora aver fatto la doccia. E la tensione si è un po' sciolta.
C come check-in. La sicurezza è un bene prezioso, ma i controlli prima di salire in aereo stanno diventando una tortura. Togli l'orologio, togli l'anello, togli il bracciale e la collana, sfila la cintura, leva il giubbotto, estrai di tasca tutti gli spiccioli e fai un primo tentativo. Se il metal detector suona, cazzi tuoi. Ti rimandano indietro e ti fanno togliere pure le scarpe. A una signora di fianco a me, è accaduto. E se poi l'aggeggio suona ancora, allora vuol dire che sei quello della pubblicità della Breil e sotto la manica del maglione c'hai cinquanta orologi al polso.
E come ex. Marco Cari il rischio di sbagliare panchina non l'ha corso. Con lo stadio vuoto, distrarsi per salutare qualche faccia conosciuta non era possibile. Il fatto singolare, semmai, è che nonostante l'anno scorso il Taranto sia arrivato alla finale play-off con una squadra buona ma non eccezionale, i giornalisti locali erano spaccati in due fazioni: pro Cari e contro Cari. Questi ultimi gli rimproveravano un dettaglio su tutti: secondo loro Cari non sapeva fare le sostituzioni. Però in finale c'è arrivato lo stesso. Mah...
F come frutti di mare. Crudi. Il ristorante Anema e Core, a due passi dello stadio, ce li ha serviti, a me e Luca, come antipasto, accompagnati da un intingolo che doveva servire per i molluschi e nel quale, per gola, è stato inzuppato anche il buonissimo pane locale. Il timore di prendersi la salmonella è durato lo spazio di un attimo, è bastato spremere ben bene il limone per fugare i cattivi pensieri.
G come gol. Quello decisivo l'ha segnato Caturano, il ragazzino classe '90, napoletano ma cresciuto nel vivaio dell'Empoli, nazionale Under 20. Ha tecnica, velocità, un bel fisico e segna il giusto. Quest'anno è già a quota 5. Ne sentiremo riparlare.

mesto ritorno a Taranto per Marco CariM come Miglietta. Ad Arezzo fino al 31 gennaio, a Taranto dal primo febbraio. Un problema muscolare l'ha costretto alla panchina e, considerando la pervicace abitudine amaranto di prendere sempre il gol dell'ex, anche da quelli che in carriera non segnano mai, è stato meglio così. Ma forse anche Caturano deve essere transitato da queste parti e nessuno se n'è accorto.
N come non si sa mai. Paolo Stringara, allenatore del Taranto, arriva in sala stampa e dopo aver raccontato la partita, rivela che qualche anno fa aveva trovato l'accordo con Mancini per venire ad allenare l'Arezzo in C. Poi gli arrivò un'offerta dalla B e, allettato dalla categoria superiore, non tenne fede alla parola data. “Spero che il presidente mi abbia perdonato” ha detto Stringara, il quale evidentemente sta già pensando al futuro e vuole mettere le mani avanti.
O come oscuramento. A differenza di quanto accade in A e in B, la serie C (o Lega Pro) ha una copertura televisiva limitata. Il posticipo della Rai, qualche emittente più vivace che manda le trasferte in diretta, poi solo differite sulle tivù locali. Così accade che in certe occasioni, come la partita dell'Arezzo a Taranto, la telecronaca integrale venga mandata in onda a distanza di ventiquattr'ore. Il che pone un serio problema a chi deve riempire notiziari e pagine di giornale senza essersi mosso dalla redazione: cosa dire e cosa scrivere? Fidarsi degli highlights è come fidarsi del trailer di un film e allora ognuno rimedia a modo suo, ricorrendo a dosi diverse di fantasia. Ma spesso il lunedì è un giorno in cui vengono fuori amenità variamente assortite, quasi da scriverci un libro.
P come polizia. A Taranto allo stadio non c'era un tifoso ma era pieno di poliziotti. La lista dei giornalisti ce l'aveva in mano un agente, le indicazioni sul posteggio le dava un agente, le informazioni per raggiungere il botteghino accrediti ce le ha fornite un agente. Addirittura, quando è arrivato il pullman dell'Arezzo, i giocatori sono stati controllati uno a uno, dal primo all'ultimo. Documento in mano e via negli spogliatoi. Forse pensavano che qualche ultrà del Taranto si fosse infiltrato tra i calciatori con addosso la tuta ufficiale.

il volo della Easy JetQ come quattroduetreuno. E' il modulo che a Cari piace di più e che è stato utilizzato anche allo Iacovone. Baclet giocava alle spalle di Chianese e si muoveva da trequartista. Per me Baclet funziona meglio da seconda punta classica, ma la cosa curiosa è che qualcuno, che la partita di Taranto non l'ha vista, il lunedì ha rimproverato a Cari l'abbandono del 4-2-3-1 (!), con conseguente smarrimento di certezze tattiche da parte della squadra. Per restare al parallelismo con il cinema, sarebbe come dire, senza averlo visto, che Basic Istinct è un film in cui Sharon Stone è troppo pudica...
R come ritardo. Volo Alitalia (anzi AirOne) Roma-Bari. Partenza prevista, ore 9.30. Partenza effettiva, ore 10. Volo Easyjet Bari-Roma. Partenza prevista, ore 20.15. Partenza effettiva, ore 21. Totale: un'ora e un quarto di ritardi vari. L'Italia resta il paese dove è tutto relativo e dove, soprattutto, gli orari dei mezzi pubblici di trasporto sono puramente indicativi.
S come sei in punto. L'orario di partenza. Arezzo-Fiumicino con la Modus di Teletruria, Roma-Bari in aereo, Bari-Taranto con una Clio presa a noleggio. Idem al ritorno. Un po' laborioso, ma sempre meglio che farla tutta in macchina, come mi accadde l'anno scorso. Ero insieme al Sava e in effetti, anda e rianda in ventiquattr'ore, ti fiacca il giusto.
T come tabù. Ma anche T come Taranto, Terni, Trieste. Campi stregati per l'Arezzo, che quasi sempre ci rimette le penne. A Taranto mai una vittoria, a Terni un colpaccio solo in tanti anni e a Trieste, se la memoria non inganna, mai una gioia. Tabù duri a morire, purtroppo.
U come ultimatum. Sala stampa di Taranto, sconfitta ancora calda calda. Ma le voci corrono più di un cavallo al galoppo e le indiscrezioni che filtravano da Arezzo erano due: tutti in ritiro e vittoria d'obbligo contro il Lanciano. Altrimenti Cari va a casa. I giornalisti tarantini pro Cari erano più allibiti di noi, quelli contro Cari sghignazzavano nemmeno troppo velatamente.
W come W l'Inghilterra. La canzone di Baglioni calzava a pennello per la ragazza seduta di fianco a me sul volo di ritorno: “E' carina da morire, quanta roba porca l'oca... Le lenticchie sul nasino un po' all'insù, i capelli un po' arruffati, senza trucco e senza inganno...”. Non ho fatto la mano morta, come cantava Claudio, anche perché lei stava seduta in mezzo e dall'altra parte c'era il suo fidanzato, ma le inglesi hanno sempre caldo e quindi la canottiera lasciava intravedere il décolleté. Il gol di Caturano, a quel punto, è diventato un fastidio meno angosciante.
Z come zibaldone. Prossimo appuntamento, Pistoia. Trasferta per modo di dire.

scritto da: Andrea Avato, 17/02/2009