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La Cava che tentenna, gli sponsor, i diritti dei tifosi. Storia di una trattativa inattesa

L'idea di cedere il pacchetto di maggioranza il presidente ce l'aveva in testa e l'ha portata avanti per settimane. Un intento spiazzante per molti, sia dentro che fuori la società. La prospettiva di rientrare delle spese sostenute, di cedere il club dopo averlo risanato, il timore che alla luna di miele seguisse un inasprimento dei rapporti con la piazza (cosa frequente nel calcio) lo aveva spinto in questa direzione. Poi è arrivato il sasso nello stagno al momento giusto, con l'affare che adesso è in stand by. Ma la tifoseria deve avere una trasparente dichiarazione d'intenti



Giorgio La Cava, azionista di maggioranza della Ss ArezzoGiorgio La Cava ha tentennato. L'idea di cedere il pacchetto di maggioranza ce l'aveva in testa e una trattativa in questo senso è stata portata avanti per diversi giorni (settimane). Un intento spiazzante per molti, sia dentro che fuori la società, visto che il presidente finora ha cacciato diversi soldi di tasca (un milione e forse qualcosa di più), ha approvato la stipula di contratti anche pluriennali per la costruzione della squadra, ha sbloccato alcune questioni logistiche impantanate da tempo ed era prossimo a raccogliere dopo aver seminato.

Invece la prospettiva di rientrare delle spese sostenute, di cedere la società dopo averla risanata e irrobustita, il timore che alla luna di miele seguisse un inasprimento dei rapporti con la piazza (cosa frequente nel calcio) lo ha evidentemente spinto in un'altra direzione.

Di là dal tavolo un gruppo acquirente formato in larga parte da aretini (imprenditori e possibili quadri tecnici), interessato alla gestione del club dopo i contatti infruttuosi dei mesi scorsi con l'attuale e con le vecchie proprietà. Sul piatto la possibilità di rilevare il 79% in mano a La Cava e prendere il timone della Ss Arezzo, sopravvissuta anche (soprattutto) grazie all'immobiliarista perugino al pericolo del fallimento.

Su chi abbia contattato chi e mosso il primo passo, resta un margine d'incertezza. Perché La Cava non abbia declinato subito l'offerta, o abbia offerto lui la compravendita, dovrà spiegarlo il diretto interessato. Ieri il presidente ha detto ad Amaranto Magazine che ''è assurdo, dopo tutto quello che abbiamo fatto, essere quasi a fine agosto senza il main sponsor sulle maglie'' e che ''dagli imprenditori aretini mi aspettavo un aiuto maggiore e invece, nonostante il gran lavoro di Anselmi, sono arrivate solo parole''.

Un'amarezza che ci sta ma che cozza con l'idillio che ha accompagnato La Cava fin dal giorno del primo assegno da centomila euro, a marzo. Di lì in avanti il presidente ha viaggiato sempre con il vento alle spalle, scontrandosi solo con le difficoltà fisiologiche di chi deve districarsi nel guazzabuglio finanziario e normativo della serie C. Dall'ambiente, sostegno totale.

Eppure, nonostante Dal Canto e la nuova squadra, nonostante Anselmi, Pieroni e Testini, il presidente aveva fatto più di un pensierino a tirarsi da parte. Un'eventualità così concreta e incombente che serviva un sasso nello stagno per rallentare le operazioni. L'articolo firmato da Paolo Casalini su Informarezzo è arrivato proprio al momento giusto, smuovendo le acque e stoppando (per adesso) l'affare in corso, con un sospiro di sollievo di chi sta lavorando sodo per completare prima squadra e settore giovanile.

La Cava, a quanto ci risulta, ha messo tutto in stand by. Di sicuro sono auspicabili sviluppi, sia sul fronte delle sponsorizzazioni che di possibili, nuovi ingressi nella compagine sociale con quote di minoranza. Di sicuro il presidente deve alla tifoseria una leale e trasparente dichiarazione d'intenti: guidare una società come questa è stimolante ma faticoso. Di sicuro Arezzo merita stabilità e non tentennamenti. 

 

scritto da: Andrea Avato, 24/08/2018





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