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Aspettando le sentenze del Coni sulla serie B, cinque tifoserie si uniscono: ''Adesso basta''

I tifosi di Siena, Novara, Ternana, Virtus Entella e Pro Vercelli hanno firmato un documento comune in attesa dei responsi del collegio di garanzia, previsti per il 7 settembre, che dovranno definire l'organico del torneo cadetto. ''Siamo cittadini e non sudditi'' si legge nel testo, in cui si punta il dito contro le delibere che hanno bloccato i ripescaggi



Le tifoserie di Siena, Novara, Ternana, Virtus Entella e Pro Vercelli si uniscono in vista della sentenza del Collegio di Garanzia del CONI, prevista per dopodomani, che ufficializzerà la composizione della serie B 2018/2019

Il comunicato congiunto delle cinque tifoserie.

 

“Il disordinamento”. I tifosi cittadini, non sudditi. Il nostro calcio, anzi il “loro” calcio, il calcio feudale, una delle maggiori imprese del Paese, è per lo più nelle mani non già di moderni imprenditori e manager, bensì di alcuni signorotti-padroni; esso è ormai ridotto ad essere non un ordinamento, bensì il suo contrario: un “disordinamento”. Non si contano più, infatti, le continue modifiche in corsa a norme federali: modifiche che determinano una totale confusione, incertezza del diritto e macroscopiche e ingiuste disparità di trattamento. Modifiche chiaramente finalizzate a tutelare interessi personali. L’ultimo, in ordine di tempo, eclatante esempio di ciò sono le modifiche” last minute” apportate alla composizione dei campionati di Serie B e Lega Pro, a seguito delle allucinanti decisioni assunte dalla Lega e dalla FIGC lo scorso 13 agosto che, a nostro avviso, costituiscono atti illegittimi.

La questione, comunque, sarà decisa dal Collegio di garanzia del CONI il 7 settembre. Collegio che, peraltro, intanto ha stabilito di ripristinare la situazione precedente, riconoscendo la rilevanza delle argomentazioni presentate contro le decisioni federali. Resta fermo che, in caso di pronuncia negativa del suddetto Collegio, la parola passerà al TAR del Lazio, posto che si tratta di decisioni dell’ordinamento sportivo che incidono su diritti soggettivi e che, quindi, possono essere devoluti alla giustizia ordinaria. I tifosi, in questa deprecata ipotesi, non possono rimanere inerti di fronte a palesi violazioni di un ordinamento che li colpisce non solo sul piano economico ma, soprattutto, etico e sociale, incidendo su diritti che devono essere protetti. Infatti, con l’assistenza ed il supporto di Federsupporter, i tifosi sono pronti a predisporre tutti gli atti e le iniziative, anche giudiziarie, che si rendessero necessarie per la salvaguardia dei loro diritti ed interessi.

Quei tifosi che, invero, sono stanchi e non accettano più di essere trattati, non da cittadini, bensì da sudditi; di essere considerati titolari solo di doveri, di obblighi e non di diritti, destinatari di innumerevoli prescrizioni, restrizioni e sanzioni di ogni tipo. Quanto sopra anche per comportamenti innocui e di scarsa rilevanza, sulla base di principi palesemente incostituzionali e, persino, contrari a diritti solennemente sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Europa (CEDU).

Sulla base di tali considerazioni si sono riuniti gli interessi delle tifoserie di squadre diverse. L’ultima perla in questo senso è rappresentata dalla modifica all’art. 12 del Codice di Giustizia Sportiva (CGS) della FIGC, con la quale le società di calcio professionistiche, all’atto dell’acquisto da parte dei tifosi di abbonamenti o biglietti, fanno tacitamente approvare agli acquirenti un così detto “Codice di condotta dei tifosi”. In forza di detto Codice le stesse società, a loro totale discrezione, possono sospendere temporaneamente, o addirittura ritirare definitivamente, senza alcun rimborso, i titoli di accesso allo stadio già pagati per cause non conformi alla “morale, al decoro, alla decenza” ( sic !) e, comunque, contrarie “alle indicazioni della società” ( doppio SIC !!).

Il che, tradotto, vuol dire in pratica che le società possono cacciare dagli stadi, a loro piacimento e intascando il prezzo degli abbonamenti e/o biglietti, chiunque le società vogliano. Che dire, inoltre, del caos determinato dall’aggiudicazione dei diritti audiovisivi calcistici per il periodo 2018-2021 che, tutelando soltanto la rapacità delle società che vivono quasi esclusivamente dei proventi da tali diritti, ha penalizzato e penalizza gravemente, come al solito, i tifosi. Ciò non solo sotto il prolo economico (per vedere tutte le partite è necessario abbonarsi a SKY e a DAZN, avere un allacciamento alla rete internet, disporre di un costoso decoder speciale o di costosi televisori così detti smart), ma anche sotto il profilo della qualità e fruibilità del servizio. Tanto è vero che milioni di tifosi utenti sono stati, sono e saranno nell’impossibilità di vedere le partite, considerato anche che la rete internet italiana è tra le peggiori in Europa e che una buona parte della popolazione non dispone dell’allacciamento alla rete internet. Tale disagio sarà, in particolare, grave per i tifosi di società di serie B, poiché le località peggio o per nulla servite dalla predetta rete sono quelle medio-piccole. LA MISURA È, DUNQUE, ORMAI COLMA: ORA BASTA !”


scritto da: La Redazione, 05/09/2018





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