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Jolly tattico, cuore grande, un esempio di ragazzo. C'è Bricca contro l'Arezzo

A Castel Rigone gli amaranto incrociano la strada con un ex che al Comunale ha giocato per sette stagioni. Considerato inizialmente un gregario dai piedi di latta, uno da serie minori, si è via via conquistato la simpatia dei tifosi e la stima degli addetti ai lavori, oltre che la considerazione di quasi tutti i tecnici che sono transitati dalla panchina. Ed è riuscito a incrociare i tacchetti con i grandi campioni del calcio italiano, senza peraltro nemmeno sfigurare. Domani, come sempre, il piede non lo tirerà indietro



Andrea Bricca, 30 anni, in azione con la maglia amarantoNella partita consacrata alla depressione, contro un avversario ancora più mortificato dell’Arezzo dall’esito del torneo, spunta la sagoma di Andrea Bricca. Non si tratta del solito ex di turno, ma qualcosa di più. Bricca è stato per anni il simbolo del cuore amaranto, un cuore da gettare oltre l’ostacolo per andare al di là dei propri limiti. Considerato un po’ brutalmente un gregario dai piedi di latta, Bricca era riuscito a guadagnarsi la simpatia della gente e la stima degli addetti ai lavori. Dalla curva partiva spesso un coretto in suo onore, con cui i tifosi invocavano un suo gol di testa. E dissipata l’iniziale diffidenza, anche in tribuna stampa i consensi personali si erano allargati a macchia d’olio. Per non parlare degli allenatori, transitati a frotte sulla panchina dell’Arezzo e divisi da caratteri, dati anagrafici e stili di gioco i più disparati. Praticamente tutti, però, consideravano Bricca una risorsa preziosa e un ragazzo da prendere a esempio.
Sette le stagioni in amaranto del mediano nato al confine tra Umbria e Toscana, con un solo gol segnato a San Giovanni Valdarno in un pomeriggio in cui, guarda caso, la buttò dentro anche Davide Mezzanotti, il suo allenatore attuale. Molte presenze da subentrato nei primi due campionati di C1, con Discepoli, Colautti, Beruatto e Fiorucci, pochissimo spazio nell’anno di gloria di Mario Somma, quindi il prestito al Sora. Poi il rientro alla base in serie B e un progressivo inserimento nell’undici titolare, con Gustinetti, Conte e Sarri. Fu in quel periodo che cominciò a portarsi dietro il soprannome di “soldatino”, impersonando la forza di carattere di chi era venuto dal basso e si era tolto lo sfizio di sfidare gli ex fenomeni e astri nascenti della cadetteria. In archivio ci sono foto che lo ritraggono mentre sgomita con Del Piero, affonda il tackle su Gattuso, contende il pallone a Dalla Bona. Quando arrivò dal Sansepolcro, molti lo giudicavano un centrocampista da serie minori. Invece ha messo i tacchetti sull’erba di San Siro, senza peraltro nemmeno sfigurare.
Dopo la retrocessione in C, Bricca si ritagliò un ruolo sempre più importante in campo e nello spogliatoio. Cari gli mise al braccio la fascia di capitano e in quelle annate un po’ sfigate con De Paola, Cuoghi, Fraschetti e Ugolotti, fatte di tante vittorie che poi fruttavano sempre delusioni cocenti ai play-off, diventò un jolly da utilizzare a seconda delle circostanze tattiche: mediano ma anche terzino, sia a destra che a sinistra, centrale di difesa e laterale di centrocampo. Bricca ha fatto tutto e non ha mai tolto il piede, senza la giocata del campione ma senza macchia né paura.
Nell’estate del 2009 il contratto arrivò in scadenza e Mancini lo inserì nella lista di quelli che dovevano essere gettati nella Chiana, senza soppesare nel modo giusto un curriculum che non trasudava qualità ma impegno e sudore sicuramente sì. Così Bricca è finito a San Giovanni prima e a Castel Rigone poi, convivendo con molte peripezie societarie e un ginocchio sempre più ballerino. Domani, per la prima volta, ritroverà l’Arezzo da ex in campionato. E se ci sarà da metterci il piede, lo farà. Come mille altre volte quando addosso aveva la maglia amaranto.

 

articolo pubblicato sul Nuovo Corriere Aretino


scritto da: Andrea Avato, 14/04/2012





Bacis: ''Adesso meritiamoci la conferma''

COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: DaM, il 14/04/2012 alle 10:36

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come minimo ci segna di testa Yell

cmq in passato sono stati sputtanati milioni per fare una squadra al mese, il rinnovo ad uno come lui che ha sempre corso e non ha mai detto una parola fuori posto era quasi d'obbligo.

Commento 2 - Inviato da: Hic Sunt Leones 75, il 14/04/2012 alle 11:55

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 cuore grande, un esempio di ragazzo.....   riprendiamolo !!!!!!!!!!

Commento 3 - Inviato da: Andrea Avato, il 14/04/2012 alle 14:34

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Questi i 18 convocati da parte dell’allenatore Michele Bacis per la partita di Castel Rigone. Portieri: Bucchi, Scarpelli. Difensori: Chiarini, Mencarelli, Pecorari, Pucci, Secci. Centrocampisti: Bozzoni, Ciasca, Idromela, Mautone, Nofri, Rubechini, Locatelli. Attaccanti: Borgogni, Cisse, Martinez, Raso.

Commento 4 - Inviato da: DaM, il 14/04/2012 alle 15:05

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L'intervista di Bacis dice molto più di quanto sembra. Il difficile è capire in che percentuale è autodifesa e in che percentuale dice chiare le cose.

Commento 5 - Inviato da: Giotto, il 14/04/2012 alle 17:27

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Partita RINVIATA per morte di Morosini, giocatore del Livorno.

Lo ha deciso la Federcalcio per tutte le categorie, dalla serie A alle Terza Categoria, tranne la serie B che ha appena giocato.

 

Commento 6 - Inviato da: Giotto, il 14/04/2012 alle 17:29

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Incredibile come un giovane di 25 anni possa morire nonostante tutti i controlli sanitari che sostiene un atleta. La vita è davvero un dono ed un mistero che ci viene dato e tolto in  qualsiasi momento.................