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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Massimiliano e una maglia per ricordo
NEWS

Sette promozioni in B, l'ipotesi non è da scartare. Per l'Arezzo cambierebbe la stagione

Domani il consiglio di Stato sentenzierà sul merito del format della serie B: il torneo deve tornare a 22 oppure no? Da più parti si spinge per il sì, con effetti automatici anche sulla Lega Pro, che a quel punto dovrebbe riformulare i regolamenti e stabilire i criteri per designare sette squadre destinate al salto di categoria. Nonostante la classifica ancora parziale, per gli amaranto le prospettive sarebbero molto diverse



La Virtus Entella ha sette partite da recuperare; la Pro Vercelli quattro; il Novara e la Pro Piacenza tre; il Piacenza, il Siena e la Pistoiese due; il Pisa, la Pro Patria, l'Alessandria, il Cuneo, l'Olbia, il Pontedera, l'Arzachena e la Lucchese una.

Ce n'è abbastanza per capire che la classifica di oggi è parziale, anche se i valori delle squadre cominciano a delinearsi. Venti punti in undici giornate, restando all'Arezzo, non si conquistano per caso. E il discorso vale anche per la Carrarese e tutte le altre.

Ormai la giustizia sportiva, dopo un'estate e un inizio d'autunno drammatici, ha abdicato al suo ruolo, schiacciata sotto il peso dell'autoriforma della serie B e relative conseguenze. Dapprima ha deciso di non decidere nulla riguardo il format del campionato e i ripescaggi. Poi, subissata di ricorsi, ha stabilito che si era andati troppo in là con il tempo e che il bene primario da salvaguardare era la regolarità dei tornei.

Quindi tutte le squadre che, a ragione o meno, erano rimaste alla finestra in attesa di sentenza, hanno ripreso a scendere in campo, incanalandosi verso una serie infinita di recuperi infrasettimanali. Manca soltanto l'ultimo atto del farraginoso iter burocratico-legale che sta avviluppando il calcio di seconda e terza serie: domani il consiglio di Stato deciderà nel merito della questione per stabilire se il campionato di B dovrà tornare a 22 oppure no.

L'avvocato Cesare Di Cintio, che cura gli interessi della Pro Vercelli, ha detto: ''Domani si conclude la fase cautelare di questa interminabile querelle legale sul format della serie B. Indipendentemente da come andrà, la nostra battaglia sulla ricostituzione del format andrà avanti anche nella fase di merito in vista del prossimo campionato. Chiederemo di tornare a 22 squadre con 7 promozioni dalla C''.

 


Ciò che sostiene Di Cintio è parere molto popolare tra i presidenti di Lega Pro e anche il neo presidente Ghirelli sarebbe orientato a sostenere questa linea. Se passerà, non si sa: le resistenze sono tante per ovvi motivi. Ma se veramente andasse a finire così, il campionato di C diventerebbe molto più interessante.

Anche per l'Arezzo, che sta veleggiando nelle zone alte della classifica con pieno merito e che avrebbe il dovere, a quel punto, di non lasciare nulla d'intentato. Confermando le quattro retrocessioni dalla B, ci vorrebbero per l'appunto sette promozioni per ripristinare il format a 22. 

I criteri con cui verrebbero definite le promozioni sono ancora da stabilre (a oggi, pensate un po', i meccanismi per definire play-off e tutto il resto sono ufficiosi), ma sette posti restano sette posti e allargherebbero la platea dei pretendenti.

L'Arezzo potrebbe a quel punto starci dentro, ridefinendo gli obiettivi stagionali senza staccare i piedi da terra ma con la consapevolezza che certe occasioni vanno colte al volo. O perlomeno, bisogna provarci.

Sono discorsi aleatori in questo momento, ma un pensierino al nuovo scenario perché non farlo? Del resto, la storia recente insegna che il futuro è imprevedibile. Un anno fa di questi tempi i tifosi si muovevano in corteo da piazza della Libertà allo stadio, con il timore che l'Arezzo andasse in malora. Invece, a dodici mesi di distanza, la società è viva e vegeta e il clima è tornato sereno. Come insegna un vecchio adagio, mai dire mai...

 

scritto da: Andrea Avato, 14/11/2018





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