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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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L'ottimismo di Pieroni: ''L'Arezzo gioca bene e durerà. Mercato? Un acquisto lo facciamo''

Intervista al direttore generale a distanza di dieci mesi dall'annuncio in diretta televisiva che cambiò il destino della società. ''Uno o due innesti, quattro o cinque cessioni: questo è l'orientamento per la campagna trasferimenti. Ma non partirà nessuno dei giocatori importanti, venederli ora vorrebbe dire svenderli. Il giocatore che mi ha stupito di più è Brunori: aveva bisogno di sentirsi importante, il resto ce l'ha messo lui. Il vero segreto è l'armonia tra La Cava e Anselmi, la società adesso è un orologio. A cena con Piero Mancini? Sì, ci ho portato anche Dal Canto: parliamo di caccia e non di calcio''



il direttore generale Ermanno Pieroni con il presidente Giorgio La CavaSembra passato un secolo da quando Ermanno Pieroni si presentò davanti alle telecamere di Teletruria e, sotto le luci della diretta, rese pubblica una insperata chance di salvezza per l'Arezzo, stretto nella morsa di pagamenti saltati, penalizzazioni in classifica e un fallimento incombente. Sembra un secolo, invece sono solo dieci mesi. Era il 12 febbraio, di lì a poco spuntò fuori il nome di Giorgio La Cava e poi è andata come sappiamo. Oggi l'Arezzo sta nelle prime posizioni di classifica e nemmeno Pieroni, che pure ne ha viste tante in carriera, avrebbe immaginato uno scenario così roseo.

 

''Ci speravo, ma una sola sconfitta in quattordici giornate è un dato incredibile. Merito del gruppo, del mister e del clima di serenità che hanno saputo instaurare presidente e vicepresidente''.

Merito anche della campagna acquisti. O no?

''Certo. Secondo me non abbiamo sbagliato nemmeno un giocatore''.

Beh, c'è qualcuno che però non ha giocato mai.

''Calma. Choe e Stefanec, per dirne due, sono giovani, stanno crescendo, il mister li sta provando più spesso di prima in allenamento. Non sono acquisti sbagliati, anche se può darsi che li manderemo altrove a fare esperienza. Ma l'obiettivo è renderli un patrimonio dell'Arezzo''.

E' troppo presto per fare il punto sul mercato?

''Un po' sì, ma io ho grande fiducia nella squadra. Possiamo restare attaccati alle prime''.

L'Arezzo cosa fa a gennaio: sfoltisce, acquista o resta così?

''Vediamo, dipende dalle opportunità che si verificheranno. Di sicuro non cediamo nessuno dei giocatori più importanti. Vuoi i nomi? Basit e Buglio sono osservati e corteggiati. Ma non si muovono: né loro, né altri. E c'è un motivo''.

Quale?

''Oggi i nostri calciatori valgono cinquanta, a fine anno arriveranno a cento. Venderli ora vorrebbe dire svenderli''.  

E se servisse un rinforzo, la società sarebbe pronta?

''L'ho detto, dipende dalle situazioni. So che ai tifosi piacerebbe uno sfondatore in attacco, anche se Persano ha numeri e qualità. E tutti i nostri under, da Zini a Keqi a Bruschi, sono di prospettiva. Se si creano i presupposti, potremmo prendere un giocatore, magari giovane, che ci garantisca qualche gol in più. Però a un patto: niente fenomeni né primedonne. Dovrebbe essere un inserimento chirurgico''.

Nella lista dei desideri ci sono altri elementi?

''Un centrocampista che sappia fare le due fasi, un po' mezz'ala e un po' trequartista. Ma questo è più un obiettivo di giugno che di gennaio''.

Qualcuno partirà? 

''Qualcuno sì, non vogliamo sacrificare i ragazzi. Però attenzione: nel girone di ritorno ci sono le squalifiche, gli infortuni e la rosa deve essere competitiva. In ogni caso Danese sta trovando poco spazio, Belvisi e Cenetti sono fuori lista: ci guarderemo intorno''.

la presentazione di Dal Canto con tutta la dirigenzaCon Cenetti non ci sono margini per ricucire?

''Al di là dello screzio estivo, non c'è nessun pregiudizio verso Cenetti. Semplicemente abbiamo fatto delle scelte: a centrocampo siamo tanti, adesso torna Benucci e a gennaio contiamo di avere finalmente al top Salifu. Per questo dico che la nostra campagna trasferimenti prevede uno o due ingressi e quattro o cinque cessioni''.

A proposito di centrocampisti. Da Tassi si aspettava di più?

''Tassi è forte, è un regista con un piede che pochi hanno. Gli ha girato male perché in quel ruolo è esploso Basit e poi il mister ci ha fatto giocare Foglia che è andato alla grande. Ma arriverà anche il momento di Tassi. Aggiungo un'altra cosa''.

Cosa?

''Si sta sbloccando la situazione Fallou. Il ragazzo ha risolto le pratiche burocratiche, verrà tesserato dal Genoa e resterà con noi in prestito. Sarà un bell'acquisto per la difesa dove abbiamo anche Mosti. Non trascuratelo questo ragazzo, ha grandi mezzi. Gli under ci stanno portando un valore aggiunto sul piano tecnico e introiti economici sostanziosi''.

Quale giocatore l'ha stupita di più?

''Brunori: ha trovato la sua dimensione, sta benissimo in città, sta facendo gol e per una punta è fondamentale. Aveva bisogno di sentirsi importante, qui ha trovato il calore giusto: il resto ce l'ha messo lui''.

Il progetto dell'Arezzo è sempre triennale o vi sta venendo voglia di accelerare i tempi?

''E' sempre triennale. La società comunque sta gestendo benissimo il presente: il 16 novembre abbiamo pagato il quarto stipendio, non ci sono debiti, l'Arezzo è un orologio e questo è fondamentale. Una cosa mi piace e cioè l'armonia che si è creata tra La Cava e Anselmi: loro, insieme a Orgoglio Amaranto, sono stati i veri artefici di questo exploit''.

In tutti questi mesi, mai una discussione?

''Calma, nel calcio le divergenze di vedute ci saranno sempre. Ma l'immagine che danno è splendida. Senza basi concrete non sarebbe stato possibile. Questo dev'essere uno stimolo anche per eventuali nuovi investitori''.

E' fiducioso al riguardo o finirà tutto in una bolla di sapone?

''Dico la verità: ci spero ma non ci credo molto. Di certo, se entrasse un nuovo socio di minoranza dovrebbe avere lo stesso atteggiamento costruttivo degli attuali presidente e vicepresidente''.

Tra lei e Testini invece come va?

''Ottimamente, ma non avevo dubbi. C'è rispetto dei ruoli, lui da quest'esperienza può imparare moltissimo. E poi sappiamo entrambi che quel che conta non è il bene mio o suo, ma il bene dell'Arezzo''.

Pieroni a cena con Dal Canto, l'ex presidente Piero Mancini e il procuratore Paolo CangiNon abbiamo ancora parlato di Dal Canto.

''Faccio io una domanda: quante squadre avete visto giocare meglio dell'Arezzo? O come l'Arezzo? Mi riferisco alla qualità della manovra''.

Nessuna.

''L'Arezzo gioca bene, il mister è stato molto bravo a dare un'identità a questo gruppo che è sano, motivato, concentrato. Secondo me aver cominciato il campionato con un mese di ritardo, ci ha favorito: Dal Canto ha potuto lavorare in profondità e i risultati si vedono. Credo che l'opportunità di Arezzo sia arrivata al momento giusto nel suo percorso professionale. Speriamo che l'inverno non sia troppo duro''.

Perché?

''Perché i terreni pesanti non ci danno una mano, la nostra è una squadra veloce di testa e di gambe, che fa girare la palla. I campi di questa stagione ci tolgono qualcosa''.

Dal Canto cambia poco la formazione sia da una partita all'altra che durante i novanta minuti. Su questo che idea si è fatto?

''Il mister ha una sua impostazione e finora ha fatto il massimo di quello che poteva. Tra qualche partita, come ho detto, avrà anche più alternative a disposizione''.

E' vero che porta il mister a cena con l'ex presidente Piero Mancini?

''E' successo, confermo. Io a Piero Mancini debbo sempre gratitudine, ci vado a cena spesso e volentieri, a volte anche con il mister. Ma anticipo la questione: Mancini non torna nel calcio, ha troppe cose da fare. Segue l'Arezzo perché gli piace. Stop''.

Quest'estate Mancini aveva detto che con Pieroni nell'organigramma, l'Arezzo avrebbe puntato a salire di categoria. Per adesso ha ragione lui.

''E' vero, me lo ripete in continuazione, però rtestiamo con i piedi per terra. In ogni caso a tavola non parliamo quasi mai di calcio. Se c'è Dal Canto parliamo di caccia, questo sì''.

Come va a finire questo campionato?

''Io sono ottimista. Dobbiamo solo continuare a fare ciò che abbiamo fatto finora: allenamenti seri, prestazioni, risultati, programmazione. La vera sfida sarà rinforzare l'organico senza appesantire i bilanci. E lavorando di squadra ce la possiamo fare''.

 

scritto da: Andrea Avato, 07/12/2018





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