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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
il tifosissimo Luca
NEWS

Il sugo della suocera, lo shopping, lo struscio: baste scuse. La piazza adesso deve rispondere

Pretendere senza dare è un vecchio vizio, una malsana abitudine che torna in evidenza non appena si tratta di innalzarsi al di sopra dello zoccolo duro dei sempre presenti. E le giustificazioni stavolta non sono sufficienti: visto il rendimento della squadra e gli sforzi della società, non è possibile restare ancora sotto la soglia dei tremila spettatori. Insieme si può vincere e continuare a coltivare un sogno: ma almeno dobbiamo provarci



Pretendere senza dare. Un vecchio vizio, una malsana abitudine che torna in evidenza non appena si tratta di innalzarsi al di sopra dello “zoccolo duro” dei sempre presenti. Nemmeno il primo posto in classifica ha avuto la meglio sul sugo della suocera, sul mercatino di natale e sullo struscio nel corso. Nemmeno avere una società finalmente seria che dà sicurezza e lascia intravedere prospettive interessanti (forse nemmeno a lunghissimo termine), nemmeno avere una squadra che finalmente gioca e diverte, una squadra che ci inorgoglisce ancora e ci fa dimenticare recenti tristezze. Epperò si chiede, eccome se si chiede. Con l’approssimarsi del mercato di gennaio fioriscono i capannelli dove si auspica che “ora si tirino fuori i guadrini” per il salto di qualità, spuntano suggerimenti e suggeritori, si liquida questo e quel componente della rosa chiedendo che si faccia arrivare qualche nome di grido. Il tutto per 2.400 persone nei momenti più felici? il 2,4% della popolazione cittadina, lo 0,73% di quella provinciale?

 

 

Le obiezioni le conosco tutte e le metto in fila indiana: 1) non è vero che siamo primi; 2) il pubblico della partita con la Pro Patria è stato il terzo del girone; 3) la provincia non conta perché dal Valdarno alla Nuova Biturgia ci sopportano a fatica; 4) la serie C non attira; 5) la domenica alle due e mezzo è troppo presto. Nello stesso ordine controdeduco: 1) se il mondo finiva domenica Arezzo e Carrarese se la giocavano in singola tenzone per la B e contro di noi i maramaldi in maglia giallazzurra scorrazzano di meno (oggettivazione risultante dallo scontro diretto); 2) dato che non significa molto quando si pensa a quel che abbiamo passato e alla sedicente grande voglia di calcio che c’è ad Arezzo; il dato è invece preoccupante se solo in Lega non fossero offuscati dai denati tv e avessero un briciolo di cervello, mentre pensano di giocare il 26 all’ora del panettone; 3) la percentuale è ridicola anche sulla città; 4) a maggio si pregava per giocarsela questa C, ora che ci siamo e che ci divertiamo anche, sarebbe il caso di sostenere e vedere se magari ci si leva di torno questo torneo costoso e inefficiente; 5) alle due e mezzo è presto perché c’è l’ocio, alle 20.30 fa freddo, alle 16.30 devo portare la mi moglie a fare shopping, alle 18.30 i figlioli al cinema…

 

Che si fa? Ci facciamo fare un’orario “à la carte” per vedere lo stadio non dico pieno, ma almeno in condizioni decenti (in numero da 3.000 in su)? Poi qualcuno si stupisce se La Cava e Anselmi nonostante l’entusiasmo, la voglia, i buoni risultati fin qui ottenuti, ci riflettono sopra prima di investire ancora? Vabbè, siccome una seconda occasione si dà a tutti, eccola pronta mercè la sfida di domenica con i grigi alessandrini. Guai a pensare che sia una passeggiata alla luce dei recenti rovesci subiti dalla squadra del presidente Di Masi, anzi ragione di più per esserci e per sostenere i nostri ragazzi cercando di collaborare al ritorno alla vittoria. Contro la Pro Patria è forse mancata quella feroce applicazione agonistica che si era vista contro il Piacenza, ma un po’ di flessione mentale dopo quattro partite tostissime una dietro all’altra ci poteva stare. Peccato che oltre a quella in campo, la flessione ci sia stata anche sugli spalti, meno trascinante del solito anche la Minghelli.

 

 

Eppure quella partita l’avremmo vinta due volte, la prima senza l’infortunio di Pelagotti (i bustocchi non avrebbero segnato mai), la seconda nel finale, in 10 contro 11, se solo l’ineffabile fischietto romano ci avesse dato non un gentile omaggio ma solo il nostro, fischiando il macroscopico rigore su Tassi. Il fatto in sé alimenta un po’ di rabbia e di amarezza, ma conferma anche il valore e la forza del gruppo di Dal Canto (che ci ha messo del suo pure lui, agendo da “buon padre di famiglia” al momento dei cambi e per questo mi aspetto una risposta adeguata fin da subito da parte dei ragazzi, che avranno capito una volta di più che hanno a che fare con una persona di spessore umano oltre che tecnico). Non è successo niente. Bisogna ripartire con la forza, la rabbia, la determinazione che si è vista per lunghi tratti contro le big e prima di allora a Siena e a Pisa e nel voler ribaltare la partita in casa con l’Arzachena. Questo ci aspettiamo da chi andrà in campo, ma molto anche da chi deve trovare o ritrovare la via del “Città di Arezzo”. Insieme si può, proviamoci almeno.

 

scritto da: Paolo Galletti, 07/12/2018





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