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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Paolo, Mirko e Carlo a Vienna per Spagna-Italia
NEWS

Braccia al cielo, voglia di vincere, speranze di gloria. L'Arezzo a caccia di altri tre punti

Ci voleva proprio l'impresa di Chiavari: se lo meritava la squadra e se lo meritavano i tifosi, che anche oggi saranno a fianco degli amaranto per spingerli verso una nuova impresa. Non sarà facile ma ormai è giusto non nascondersi e con l'aiuto del pubblico, niente è impossibile. Prima della partita, pranzo allo stadio per ricordare Minghelli e aiutare l'Aisla



Ci voleva proprio, a Chiavari, di poter di nuovo alzare le braccia al cielo per tre punti. Ce lo meritavamo: se lo meritavano i tifosi, sempre con la squadra, sempre pronti a dare una pacca sulle spalle agli amaranto e a sostenerli, ma se lo meritavano soprattutto i ragazzi, perché nelle tre partite precedenti erano arrivati troppi meno punti rispetto a quanto mostrato in campo. Avevamo giocato bene e le basi c’erano tutte e ci sono sempre state, serviva solo tornare a fare bottino pieno e ci siamo riusciti. Ora, con la speranza di guadagnarne in slancio e consapevolezza che le partite le possiamo portare a casa, eccoci ad affrontare un’altra sfida probabilmente infida, di quelle in cui il nostro consueto fraseggio può uscire un po’ più sporco, quei match da aggredire sì, ma senza andare fuori giri, quegli avversari da mordere ma con pazienza se il gol non dovesse arrivare subito.

 

Un’altra partita, però, da vincere per tenere viva quella speranza di cui ha parlato il direttore Pieroni in conferenza, e se poi sfuma per meriti altrui (Entella? Pro Vercelli?), per alimentare allora le ambizioni di un posto al sole ai playoff, anche se sappiamo quanto si riducano i divari una volta agli spareggi. Finché siamo lì in bazzica e la matematica non dice no, noi dobbiamo provarci e il provarci, che poi “non c’è provare” ma questo è un altro discorso, passa da partite come queste. Passa dal nostro fortino. Passa dal battere una squadra come l’Olbia che fuori fa un po’ meno paura, anche se degli elementi di valore li ha, e che comunque gioca per un altro obiettivo. Forse per quell’obiettivo per cui all’inizio dovevamo lottare anche noi, o forse no e ce lo facevano solo credere, fatto sta che ora la mira è cambiata, inevitabilmente, ed è lì che dobbiamo sparare. Se poi il bersaglio lo colpiremo o meno, è un altro paio di maniche, ma resta quello. Se non sarà primo posto, che onestamente pare complicato, dovrà essere un buon piazzamento playoff, non si scappa.

 

In “Un giorno di ordinaria follia”, il Michael Douglas dice di aver superato il punto di non ritorno, quello oltre il quale è più conveniente proseguire che tornare indietro. Ecco, giunti a due terzi di campionato in questa posizione, il punto di non ritorno l’abbiamo superato anche noi e non ci dobbiamo più nascondere. Non è mettere pressione, è credere in questo gruppo di giocatori e di uomini. Non è chiedere troppo, è constatare che abbiamo i mezzi per far bene e per continuare a farlo. È voler tenere alto l’entusiasmo, quello che si vocifera possa scemare nel presidente La Cava, anche se non si capisce perché, con una squadra così, una tifoseria compatta attorno alla sua figura e alla squadra, con due direttori esperti e capaci, con il brand Arezzo che forse sta guadagnando in valore grazie alla classifica, a qualche giocatore ambito, ai conti in regola.

 

Se è questione di trovare nuovi soci, ci si adoperi in tal senso, qualcuno potrebbe salire sul carro ora che ha le ruote, i buoi e tutto il necessario per marciare. Se è per la diatriba con il vicepresidente Anselmi, si cerchi di chiarirla, si trovi un punto d’incontro, per il bene di tutti. Forza presidente, la piazza è con lei, per quello che ha fatto e sta facendo. Portiamo avanti il progetto con ancora più passione mettendo la spunta a tutte quelle piccole grandi cose da fare per avere un assetto completo, forte e stabile e allora vedrà che aumenteranno anche le soddisfazioni e possibilmente i ricavi. Per ora guardiamo al campo, però, dove a noi “basta” che l’Arezzo continui a essere così, bello, propositivo, vincente. Tutti allo stadio, già a pranzo se potete, per contribuire alla raccolta fondi per la ricerca contro la Sla e ricordare ancora Lauro Minghelli. Poi la Curva Sud che porta il suo nome armerà braccia e voce come sempre, per condurre gli amaranto in gloria o finire la voce provandoci. Alò Arezzo!

 

scritto da: Luca Amorosi, 24/02/2019





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