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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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I tifosi protestano, il Palazzo non sente: il progetto delle seconde squadre (per ora) va avanti

Nonostante la contrarietà di tante tifoserie, compresa quella amaranto, la riforma riguardante le squadre B è destinata a essere potenziata l'anno prossimo. ''Ne servono almeno sei suddivise equamente nei tre gironi di Lega Pro'' ha detto il presidente Ghirelli. La Juventus già c'è, il Torino è pronto, il Milan ci aveva già pensato un anno fa con Marco Simone in panchina: poi saltò tutto in extremis. Quello che una volta era il torneo dei campanili è destinato a cambiare faccia radicalmente



lo striscione dei tifosi dell'Arezzo contro le squadre BLa notizia di oggi è che Marco Simone avrebbe dovuto allenare il Milan B. Lo ha raccontato lui stesso, svelando che a giugno dell'anno scorso aveva trovato l’accordo con Mirabelli. Era tutto fatto, due anni di contratto, già organizzato il ritiro. Il cambio di società poi modificò le carte in tavola. ''Mi chiamò Leonardo per dirmi che la squadra B non era più una priorità'' ha spiegato Simone.

Nonostante tutto, il progetto delle seconde squadre va avanti. Tante tifoserie, anche quella amaranto, si sono schierate contro la presenza delle under 23 dei grandi club nella terza serie italiana, ma i vertici del calcio ragionano in maniera diversa.

 

C'è unanimità sul fatto che la riforma è partita malissimo e con il piede sbagliato, visto che in questa stagione soltanto la Juventus si è iscritta, versando un milione e 200mila euro a fondo perduto: la quota di partecipazione è ovviamente uno dei propulsori più forti per l'innovazione, considerando che porta denari freschi e sonanti nelle casse della Lega Pro.

Se di seconde squadre ce ne fossero una decina, a Firenze pioverebbero dal cielo dodici milioni da investire e riutilizzare. Non sono bazzecole, anzi.

 

Lo scorso 15 marzo a Torino si è tenuto un convegno proprio su questo tema. Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha detto: ''Siamo qui per raccogliere le valutazioni sulle esperienze 18/19 e riflettere su come migliorare. Serve un esperimento per far crescere le Nazionali italiane: un esperimento serio deve mettere in campo un numero significativo di club. Diamo atto alla Juve, ma è evidente che c'è bisogno di altri club. Quanti? Sei, almeno. E da qui serve un ragionamento di sistema in tutte le Leghe''.

Ghirelli ha proposto di utilizzare nelle seconde squadre soltanto calciatori italiani under 21, riducendo a 4 o 5 gli elementi tesserabili senza vincoli. Ha poi auspicato un equilibrio di presenze di seconde squadre nei tre gironi di serie C. Nessun accenno ai criteri di promozione o retrocessione.

 

Oggi, lo ricordiamo, la Juventus potrebbe salire in B ma non retrocedere in serie D né giocare in serie A. In rosa può avere 23 calciatori nati dopo il primo gennaio 1996: almeno 16 devono essere tesserati in una società affiliata alla Figc da 7 stagioni. Consentiti 4 over (di cui almeno uno dev'essere un portiere). Se qualche elemento gioca più di 5 volte in prima squadra, non può tornare nella squadra B. 

Non ci sono limitazioni agli stranieri, a patto che rispettino i criteri di cui sopra. Per l'anno prossimo, quindi, la strada sembra tracciata: avanti con le squadre B. La Juventus ci sarà di sicuro, il Torino è pronto. Se Ghirelli resterà fermo sul proposito di averne almeno due per girone, bisognerà capire se Milan, Inter, Fiorentina, Roma, Lazio, Napoli daranno l'ok.

 

Ammesso che questo sia veramente d'aiuto alle Nazionali azzurre del futuro, il campionato di serie C si avvia a cambiare definitivamente volto. Se fino a qualche anno fa era un verace e competitivo torneo dei campanili, adesso rischia di diventare una palestra per giovani promettenti. Tutto bene fino a quando qualche squadra B non arriverà al primo posto della classifica, sfruttando la potenza economica del club di riferimento e magari soffiando la promozione a società di provincia che da anni fanno sacrifici per rappresentare il territorio e puntare al salto di categoria.

A quel punto il sistema, già in crisi da anni, potrebbe veramente collassare su se stesso. Chissà se Gravina, Balata (che la seconde squadre nella Lega di B non le gradisce), Ghirelli e compagnia ci hanno pensato.

 

scritto da: Andrea Avato, 28/03/2019





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