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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Mirko e Enrico sulla riviera romagnola
NEWS

Prove generali dei play-off. Approccio, qualità, centimetri, furbizia: la pagella degli amaranto

La sfida di Chiavari è stata un antipasto di quello che succederà dal 12 maggio in poi. L'Arezzo continua a farsi apprezzare per fraseggio e organizzazione ma difetta di statura, fisicità e anche malizia: la gestione del finale di gara contro l'Entella ne è una testimonianza. Auspicando che gli arbitraggi siano migliori, la società deve farsi sentire. E la squadra deve vincere le ultime due gare di campionato, perché la corsa ai play-off non è ancora finita



il gol vittoria segnato da BelliProve generali di play-off. La sfida di Chiavari si può leggere anche in questa maniera e vista sotto questo profilo si presta ad una lettura variegata rispetto alle prospettive amaranto per il mini-torneo che si aprirà il 12 di maggio. Intanto, quale premessa e per non perdere mai l’aderenza con la realtà, dobbiamo ribadire che, usando lo slogan caro a Chiambretti, “comunque vada sarà un successo”. Le premesse della stagione le conosciamo tutti e già arrivare a giocarcela da pari a pari con le corazzate del campionato è motivo di orgoglio. Detto questo però, e visto che ci saremo, dobbiamo provare a fare la nostra parte al meglio fino in fondo. Vediamo allora quello che mi pare si possa trarre dall’esperienza di ieri in Liguria.

 

1) Approccio alla partita: da migliorare. Sia ad Alessandria che contro la Virtus abbiamo subìto la veemente partenza dei padroni di casa senza riuscire a ripartire quasi mai. Subìto il gol, ci siamo scossi e abbiamo preso la partita in mano. Non concedere 10/20 minuti all’avversario sarà importante in partite in cui ogni minuto vale doppio.

 

2) Qualità di gioco: l’Arezzo continua a giocare bene. Lo fa anche se qualcuno dei suoi alfieri dei giorni migliori va ad intermittenza (a Chiavari buon Buglio nel primo tempo, poi calato alla distanza, Foglia a tratti, Luciani con la pubalgia che lo condiziona, Sala meno preciso). Quando si va palla a terra e in velocità si può mettere in difficoltà chiunque. L’azione del gol mancato di Brunori e poi il triangolo Sala–Foglia-Sala con percussione del terzino, cross al bacio per il dodicesimo sigillo del bomber sono da incorniciare. In mezzo a questo, tanto buon palleggio anche se i biancocelesti ci avevano studiato bene e con Paolucci e Ardizzone hanno limitato tantissimo Serrotti e bloccato gli inserimenti dei centrocampisti. Il marchio di qualità è però una certezza. Bisogna cercare di abbinarci adesso quel qualcosa di più che ci possa consentire di mirare a traguardi importanti e insperati e non solo a ricevere i complimenti altri alla fine.

 

 

3) Palle inattive e centimetri: il problema è strutturale. Se gli altri sono più alti ci puoi fare poco, però: Pelagotti potrebbe dare una mano uscendo su qualche cross, mettendoci i centimetri (che lui ha) e le manone. Se l’avversario gli va addosso, nella stragrande maggioranza dei casi l’arbitro fischia la carica sul portiere. Poi: vero che la Virtus con quello schema lì ha segnato parecchi gol in campionato, ma proprio per questo si doveva essere pronti con le contromisure e meno coinvolti emotivamente nella tensione che i nostri avversari avevano saputo alimentare, facendoci perdere qualche riferimento e forse qualche distanza. Dal Canto ha trascorsi da difensore di livello. Lui dice di essere stato anche cattivo il giusto e allora ‘sti benedetti ragazzi imparino dal maestro!

 

4) Furbizia e cattiveria agonistica. Qui l’esame non lo abbiamo proprio superato. Al momento del nostro pareggio, all’Entella è cascato il mondo addosso e il nervosismo in campo e fuori si avvertiva nettamente. Per noi era il momento di sfruttare l’occasione e invece... Invece Belloni si becca una manata in faccia dopo aver commesso un normale fallo di gioco e invece di stramazzare per le terre alla maniera di Santini (e, più tardi, di Crialese), se ne sta in piedi a reagire scatenando un parapiglia che ci costa l’espulsione dell’allenatore (entrato in campo per dividere i giocatori e poi aggredito dal vice di Boscaglia), cinque minuti di caos, la perdita della lucidità e con ogni probabilità anche il gol della sconfitta.

 

l'espulsione di Pelagatti nel finale di partitaNei concitati minuti finali, con quelli in maglia biancoazzurra che cadevano a terra sol che un amaranto gli passasse da presso, l’esperto Carlino Pelagatti inviperito dalle provocazioni avverse andava alle mani con il citato Crialese, beccandosi l’inevitabile doppia ammonizione e lasciando la squadra in dieci. Ecco, di situazioni così nei play-off se ne troveranno fin da subito e non si deve per nessuna ragione abboccare al tranello. Ieri sera l’inerzia della partita, se gestita con un minimo di scaltrezza, poteva pendere dalla nostra parte e invece l’abbiamo riconsegnata nelle mani dei nostri più esperti e scafati avversari. Su madre natura (i centimetri di cui sopra) si può lavorare fino ad un certo punto, ma su questo aspetto si deve intervenire e farsi furbi per non passar da scemi.

 

5) Arbitraggi: personalmente non ricordavo da molto tempo una partita condizionata in maniera così netta dall’atteggiamento arbitrale. Fino alla rissa del 33° il direttore di gara era stato anche bravo, da lì in poi si è consegnato alle pressioni ambientali dirigendo a senso unico. E di nuovo è una situazione che capiterà dal 12 maggio in poi, in campo e fuori. In parte sta a noi evitare che salga il livello del nervosismo in campo, in parte sta alla società farsi sentire nelle sedi opportune perché si sia tutelati nella maniera giusta; gran parte poi starebbe alla Lega che dovrebbe assicurare la presenza di professionalità elevate che non finiscano in balia degli eventi, ma su questo fronte la vedo dura.

 

Intanto ci aspettano gli ultimi 180 minuti, da vincere per giocarsi in casa il primo turno della lotteria. La storia non è ancora finita e chissà se davvero questa volta il bello debba ancora arrivare.

 

scritto da: Paolo Galletti, 19/04/2019





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