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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Serena e Ely
NEWS

Vittorie, gol, qualità di gioco: Arezzo grandi numeri. Ai play-off con il vento in poppa

Comunale imbattuto, appena 6 sconfitte in tutta la stagione, ben 7 successi esterni, quinto attacco, quarta difesa e soprattutto quarto posto finale: i dati statistici rendono merito a un organico costruito con lungimiranza e che ha saputo andare oltre i propri limiti, lasciandosi alle spalle avversari più competitivi. C'è molto di Dal Canto nel rendimento costante della squadra (33 punti all'andata, 31 al ritorno) e nella spettacolarità di una manovra che in serie C è l'eccezione e non la regola. E stavolta agli spareggi gli amaranto non ci arrivano sulle gambe ma con l'onda da cavalcare



esultanza amaranto davanti al settore ospitiPer il secondo anno di fila, l'ultima giornata di campionato è dolce come il miele. Anche un po' fortunata, perché Prato-Siena nel 2018 e Olbia-Pro Vercelli ieri sono andate in controtendenza rispetto al pronostico della vigilia e hanno partorito risultati utili alla causa. 

Ma è contorno, anche se importante. La sostanza è che, dopo otto mesi di campionato e 38 giornate, l'Arezzo è la quarta forza del torneo. Più su delle aspettative, più su delle previsioni, più su anche dei reali valori in campo, perché alle spalle sono rimaste squadre che hanno organici più larghi, più esperti e, considerando tutto, più competitivi.

Eppure soltanto Entella, Piacenza e Pisa, costruite in estate e rinforzate in inverno per puntare alla serie B, hanno fatto meglio. Gli amaranto sono davanti a tutti nel campionato dei "normali": ci sono arrivati perché hanno giocato un calcio bello, arioso, spettacolare e, oggi lo possiamo dire con l'avallo dei numeri, anche efficace. Un calcio che ha consentito alla rosa di andare spesso al di là dei propri limiti. Staff tecnico e giocatori hanno compiuto sul campo una vera e propria impresa.

Se il risultato di una partita secca può dipendere da mille variabili episodiche e assottigliare la differenza di valori, il risultato di una stagione intera è più indicativo e attendibile, fermo restando che il calcio non è una scienza esatta.

I direttori Pieroni e Testini hanno assemblato una rosa con dei valori che i risultati hanno poi messo in bella evidenza. Dal Canto e il suo staff hanno elaborato la fase successiva, amalgamando un gruppo rivoluzionato, con diversi debuttanti promossi titolari, dando alla squadra un'identità precisa, un'organizzazione di gioco e una stabilità nelle prestazioni che è stata la vera arma in più.

 

 

L'Arezzo ha perso soltanto 6 volte (come Entella, Pisa e Siena), non ha mai perso due volte di fila, non ha mai perso in casa, ha vinto 7 volte in trasferta, ha segnato 49 gol (quinto attacco) e ne ha subìti 32 (quarta difesa). 

Lo spogliatoio ha funzionato a dovere, sul piano tecnico, del lavoro e delle motivazioni: è stato il perno su cui sono ruotati il girone di andata e di ritorno, in cui l'Arezzo ha messo insieme 33 e 31 punti, giusto per rimarcare la costanza di cui sopra, testimoniata pure dalla facilità con cui diversi elementi meno utilizzati hanno dato il loro contributo quando sono stati chiamati in causa.

E' chiaro che c'è molto di Dal Canto in questo campionato così sorprendentemente e splendidamente vissuto ai vertici della classifica. Con i suoi spigoli e le sue intuizioni, l'allenatore ha messo il timbro sull'atteggiamento della squadra, ne ha alimentato il rendimento e migliorato il profilo di quasi tutti i suoi calciatori.

Rimonte al passivo e pareggite sono sì due fattori di rimpianto, ma fino a un certo punto per una squadra che non poteva non pagare qualche dazio e che ha sempre saputo rimboccarsi le maniche, voltando pagina ogni volta che ve n'è stata la necessità e proponendo agli sportivi una qualità di calcio che in categoria è l'eccezione e non la regola.

Due giorni di celebrazione sono giusti e sacrosanti, poi da martedì si ricomincia. Però stavolta, a differenza degli anni passati, l'Arezzo ai play-off non ci arriva sulle gambe ma col vento alle spalle, oltre che con una tifoseria che ieri ha portato 407 persone in trasferta. Per adesso, applausi!

 

scritto da: Andrea Avato, 05/05/2019





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