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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Mino e Luca allo stadio
NEWS

Soldi, soldi, soldi. Iscrizione, budget, sponsor e contributi: l'Arezzo deve fare bene i conti

I versamenti da sistemare entro il 24 giugno, la nuova fideiussione, il costo dei calciatori, la necessità di utilizzare più giovani per incrementare le entrate derivanti dal minutaggio: è un periodo di riflessione per la società, obbligata a conciliare le ambizioni sportive con la salute dei bilanci. Per adesso non ci sono ingressi di nuovi soci in vista e La Cava, lunedì sera a Teletruria, ha ribadito il suo impegno per il futuro e rilanciato l'appello all'imprenditoria locale per un sostegno più concreto



Dagli 800mila euro che servono per chiudere i conti della stagione in corso alla fideiussione da 350mila euro per l'iscrizione al nuovo campionato, passando per i 150mila euro (circa) necessari all'adeguamento dello stadio: in questo periodo si parla soprattutto di soldi e lunedì sera a Teletruria, il presidente ha snocciolato un po' di numeri, facendo appello all'imprenditoria locale per un sostegno più cospicuo all'Arezzo.

Il budget di quest'anno, ha ricordato Giorgio La Cava, è salito dai 2 milioni di euro previsti inizialmente a circa 3 milioni e mezzo. Quello della stagione 2019/20 verrà messo a punto soltanto a iscrizione completata, cioè dopo il 24 giugno. Ma sarà complicato mantenersi su certi standard, con il costo dei calciatori destinato a lievitare e un obiettivo sportivo che non può certo essere ridimensionato.

Emblematici i casi di Pelagotti e Belloni citati dal direttore generale Pieroni, in collegamento telefonico con Block Notes. Al pagamento dell'ingaggio dei due giocatori quest'anno hanno contribuito Brescia e Inter, ma dal primo luglio non sarà più così. E quindi entrambi potrebbero essere sacrificati sul mercato.

Il ragionamento di fondo coinvolge anche le trattative in corso per i rinnovi di contratto. E' vero che l'Arezzo vuole prima definire la questione allenatore, ma c'è pure un altro dettaglio che incide: Burzigotti, Sereni, Remedi, Serrotti sono tutti over e la società deve mettere a fuoco quanto conta di incassare dal minutaggio dei giovani.

Con il nuovo regolamento, per accedere ai contributi della Lega bisogna tenere gli under in campo per un minimo di 270 minuti fino a un massimo di 450, che è come dire che tra gli undici titolari devono esserci sempre tre/cinque ragazzi nati dopo il primo gennaio 1998. Così facendo, con un impiego costante in ogni partita, a fine stagione si può arrivare a mettere a bilancio anche mezzo milione di euro.

 

 

Soltanto con gli incassi al botteghino (comprendendo pure quelli dei play-off), le sponsorizzazioni e la mutualità è comunque impossibile pareggiare entrate e uscite. L'Arezzo a gennaio poteva capitalizzare la cessione di due elementi come Basit e Buglio (la società rivelò pubblicamente di aver rinunciato a circa 2 milioni di euro), invece modalità e tempistiche delle due operazioni, poi sfumate, non solo non portarono soldi freschi in cassa ma misero in crisi i rapporti tra gli azionisti.

Quelle frizioni rischiano anche oggi di frenare l'avvicinamento all'Arezzo di nuovi soci e sponsor. Il presidente l'altra sera ha detto: ''La speranza di un consorzio di imprenditori locali in grado di aiutare la società, purtroppo è sfumata. Se l'ipotesi non si è concretizzata quest'anno, non si concretizzerà più. Mi sarebbe piaciuto fare dell'Arezzo una piccola Spal, ma non è stato possibile. Ho provato anche a sondare gente di fuori per cedere quote sociali, senza esito''.

Eppure va detto che per questo campionato alcune aziende di primo piano avevano legato il proprio marchio all'Arezzo: UnoAErre, Chimet, Estra, Coingas, Euronics, ma anche GimetBtrass, Agostini, oltre a Ubi Banca e Menci Group per il settore giovanile.

Il problema, alla fine, è sempre lo stesso: conciliare le ambizioni della piazza e della dirigenza con una categoria complicata come la serie C e con la necessità di mettere in piedi fondamenta solide legate al vivaio e alle strutture. In tal modo si potrebbe garantire un futuro alla società a prescindere dai risultati della prima squadra, fisiologicamente legati a troppe variabili.

Alla fine lo spaccato più rappresentativo della realtà stava tutto nelle parole di Pieroni dell'altra sera: ''resto ottimista riguardo la cessione di qualche elemento che ci porterebbe ossigeno, ma se pensiamo di migliorare, facendo ricadere tutto il fardello della gestione sulle spalle del presidente, diventa dura''.

 

scritto da: Andrea Avato, 12/06/2019





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