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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Filippo sul cammello in Egitto
NEWS

E' un Arezzo diverso nella testa. Diciamo sì all'ottimismo, no al salto sul carro del vincitore

La prestazione contro il Novara ha consegnato alle cronache un Arezzo reattivo e positivo, capace di ribaltare il punteggio dopo il gol degli ospiti a inizio ripresa. Il campionato è lungo e c'è tempo per risalire la classifica, anche se resta qualche difetto da correggere. Di Donato è stato bravo a far quadrare il cerchio e adesso merita elogi, come prima era giusto muovergli appunti: ma i corifei dell'allenatore sono stucchevoli e fuori luogo



Mister Daniele Di DonatoArezzo avanti tutta! Il posticipo di lunedì (“monday night” nel dilagante anglicismo che ci ossessiona) ci ha consegnato una squadra reattiva e positiva, una squadra che per la seconda volta consecutiva recupera lo svantaggio e stavolta ribalta il risultato, mettendo in cassaforte tre punti preziosi che ci riportano finalmente nella parte sinistra della classifica. Tatticamente pare che la quadratura del cerchio si avvicini, auspice un maggiore equilibrio tra i reparti e un incremento dell’intensità nella gestione della gare, una componente questa che appare imprescindibile per l’idea di calcio di Di Donato. La squadra deve stare corta in campo perché, con due soli centrocampisti di ruolo, allungarsi comporta il rischio di concedere praterie all’avversario (e lo abbiamo visto), quindi intensità e concentrazione diventano ingredienti fondamentali.

Sicuramente il recupero dei molti infortunati ha contribuito al miglioramento del gioco, ma più ancora della condizione fisica quello che sembra sia avvenuto è un piacevolissimo e apprezzato cambiamento mentale. Qualcosa è scattato nella testa del gruppo e l’atteggiamento in campo ne è stato conseguenza. Il tecnico ha deciso di andare avanti per la strada prescelta fin dal ritiro estivo, abbandonando schemi tattici inadatti alle caratteristiche degli uomini a disposizione, ha imparato a conoscere una categoria scorbutica come la serie C che conta avversari scafati e cattivi e ha saputo adattare l’idea di base (che è sempre il 4-2-4) in maniera da preservare l’ineludibile equilibrio sul terreno.

In questo contesto non va sottaciuto il ruolo della struttura dirigenziale, che ha guidato da dietro le quinte la maturazione e la presa di consapevolezza di giocatori edallenatore non facendo mancare fiducia, richiami e consigli. Il mese di novembre potrebbe davvero avere segnato una svolta nella storia di questo campionato, anche se ancora c’è da limare qualche aspetto.

 

Corrado esulta dopo il gol del pareggioQuesto per far si che “gli angoli del presente diventino curve nella memoria” (De Gregori cit) soprattutto a livello di fase difensiva (anche se certi difetti strutturali potranno forse essere risolti solo a gennaio intervenendo sulle caratteristiche dei singoli). Comunque sia si torna a sorridere e a guardare al futuro con prudente ottimismo. Il campionato (di livello mediocre) consente potenzialmente recuperi importanti.

Piuttosto mi pare opportuno aprire una piccola parentesi destinata a chiarire qualche mal di pancia fuori luogo. In  questi giorni fioriscono i corifei di Daniele Di Donato che non si limitano ad applaudire l’allenatore (cosa buona e giusta per le ragioni sopra dette) ma si dedicano con passione alla messa all’indice di chi, secondo loro, ha gufato contro di lui e contro l’Arezzo. Dal momento che anche chi scrive non è stato esente da dure critiche (per altro sempre sottoscritte con nome e cognome) nei confronti del modo sciagurato con il quale la squadra è stata messa in campo e ha affrontato certe partite, mi sento di rassicurare gli entusiasti del “quando va tutto bene”: io tifo Arezzo (e SOLO Arezzo); per me conta solo l’amaranto e le sorti della squadra. Idem (ci scommetto) per i molti che nei tristi mesi di settembre e ottobre criticavano per la disperazione di vedere l’amata bandiera sballottata nella tempesta della confusione, ma erano comunque presenti sugli spalti a tifare e soffrire.

Se vedo una squadra scomposta, confusa, demoralizzata, per onestà intellettuale non scriverò mai che non è così. Se la vedo rifiorire, presa per mano dal nucleo storico, non solo lo scrivo ma ne gioisco con tutta l’anima. Chiusa parentesi e mi scuso ma l’assalto al carro del vincitore non mi appartiene e mi infastidisce da sempre. Ora testa a Pistoia. Mancherà Foglia e sarà un’assenza pesante perché non abbiamo uomini con le sue caratteristiche di dinamismo e lucidità, ma la vittoria lontana da casa manca da troppo tempo. Dobbiamo provarci e ci saremo come sempre per combattere insieme a chi va in campo.

 

scritto da: Paolo Galletti, 29/11/2019





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