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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Mirko e Enrico sulla riviera romagnola
NEWS

Rosa sfoltita, ma in difesa niente rinforzi. La Cava cede e anche stavolta non ci sono aretini

Ridotti in maniera significativa sia l'organico a disposizione di Di Donato che il monte ingaggi, anche se il puntello tanto atteso per il reparto arretrato non è arrivato. Adesso l'attenzione si sposta sulla partita di Gorgonzola e poi sulle trattative per il passaggio di mano alla presidenza, con gli imprenditori nostrani che continuano colpevolmente a latitare



Il presidente la Cava con il DG PieroniMercato chiuso, trattative aperte. La settimana che ci porta alla importante partita contro l’Albinoleffe ha visto l’ufficializzazione della volontà di Giorgio La Cava di cedere l’Arezzo e la chiusura delle lunghissima finestra di quello che una volta si chiamava “mercato di riparazione”. Ci sarebbe da chiedere a chi dirige le vicende calcistiche che senso abbiano 31 giorni di mercato quando poi l’80% delle operazioni si chiude nell’ultima settimana, ma ormai l’anima di questo sport è tristemente svenduta a tutto quanto fa spettacolo. Comunque veniamo a noi: il direttore Pieroni ha fatto un lavoro encomiabile e ha mantenuto la promessa di sfoltire la rosa e ridurre in maniera significativa il monte ingaggi.

Se ne sono andati in 12 anche se nella stragrande maggioranza di casi si è trattato di nomi mai visti nemmeno in panchina. Partono anche giocatori che invece in campo abbiamo visto, come Nolan e Mosti, retrocessi a panchinari nelle gerarchie interne dopo una partenza da titolare; Cheddira che il Parma ha preferito girare al Lecco per dargli modo di giocare di più ma soprattutto Rolando che torna in Piemonte dodici mesi dopo il suo approdo in viale Gramsci e lo sfortunatissimo Burzigotti, mai guarito completamente dagli acciacchi della scorsa stagione. A tutti loro va un in bocca al lupo di cuore ma per Lorenzo uno doppio, perché è della nostra terra e perché davvero ne ha bisogno per tornare fisicamente a posto.

 

Luca Pandolfi, neo-amaranto, in azione al Comunale con la maglia dell'AlessandriaArrivano agli ordini di Di Donato due elementi come Pandolfi, esterno d’attacco, e un altro Foglia, Michele, centrocampista. Tutti e due arrivano dal Piemonte e con buone referenze per quanto fatto fino ad oggi in stagione. Al posto di Cheddira ha firmato il ritorno in Toscana il lucchese Gioè, uno che non ha uno score da “sfondareti” ma che può tornar comodo come ariete di riserva. Manca purtroppo il puntello alla difesa, probabilmente il reparto più bisognoso anche se molto si potrebbe fare applicandosi di più nel memorizzare automatismi difensivi che è colpevole non aver ancora perfezionato dopo 6 mesi abbondanti. Alla fine si può dire che l’obiettivo dichiarato alla vigilia sia stato centrato in pieno confermando ancora una volta la qualità del “manico” che dirige le cose amaranto.

La riduzione dell’ammontare complessivo degli ingaggi potrà anche favorire le trattative, ormai avviate, che porteranno La Cava a cedere la mano. Detto che il presidente resterà nella nostra piccola storia per quell’intervento che consentì di rimettere in linea di navigazione una barca bombardata dai felloni della capitale, va registrato che per l’ennesima volta tra i possibili acquirenti non figura alcun nome locale. Si colleziona così un’altra brutta figura, l’ennesima dimostrazione di come questa città rifiuti il futuro e le opportunità ad esso legate. Non sarà un caso se anche il tessuto industriale va scemando, se i negozi storici chiudono uno dopo l’altro, se si continuano a perdere posizioni su posizioni nelle classifiche di vario genere stilate in Italia.

 

L’analogia con i “polli di Renzo” di manzoniana memoria è sempre più calzante per una classe dirigenziale e manageriale che, fatte le dovute e luminose eccezioni, continua a non saper guardare più in là del proprio naso, a non nutrire ambizioni ma solo paure, a lavorare per lo status quo e non per il domani. Si cura l’orticello (spesso solo dei propri interessi particolaristici) e non si sa né si vuole alzare la testa.  Accade in tanti settori e anche lo sport non può certo starne fuori.  L’abbiamo detto più e più volte: non è questione solo di calcio, non c’è in questa città una sola disciplina a livello di eccellenza nazionale. Ed è un peccato prima ancora che una vergogna.

Vedremo adesso chi saranno i nuovi padroni, sperando che siano persone solide (qualche analisi sui primi nomi usciti fa venire i brividi però) e con una visione di prospettiva. Alla squadra, in viaggio per la Lombardia con un po’ di legittimo magone, l’invito a concentrarsi solo sul campo e l’abbraccio di tutta la curva. Resta la maglia, resta la bandiera, ma anche un bel po’ di amarezza.

 

scritto da: Paolo Galletti, 01/02/2020





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