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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Sava, Poggio, Strip e Gamba in posa con Riccardo Schicchi
NEWS

Il ''club dei centenari'' in maglia amaranto (seconda parte). Il Museo racconta...

Ecco la top ten dei più presenti in maglia amaranto. Primatista assoluto è Stefano Butti, unico ad aver superato l'incredibile quota di 300 presenze con la casacca del Cavallino. Con lui nel podio altri due giocatori simbolo degli anni ottanta: Domenico ''Menchino'' Neri ed Andrea Mangoni. Nei primi dieci trovano spazio altri due protagonisti della promozione del 1982 firmata Terziani-Angelillo. Rispettivamente al nono ed al quinto posto ci sono infatti Giovanni Pozza ed Alessandro Zanin.



Stefano Butti, 302 presenze in maglia amaranto

Come promesso, ecco la seconda parte della nostra lente d’ingrandimento sui “centenari” amaranto, ovvero i giocatori che nella storia del Cavallino hanno totalizzato almeno cento presenze. Oggi che il campionato è fermo e chissà quando rivedremo il nostro amato Arezzo sul rettangolo verde, per controbilanciare questa lacuna di calcio giocato ci concentriamo sulla top ten degli alfieri amaranto, quelli che più di tutti hanno vestito la nostra gloriosa maglia.

Fischio d’inizio, si parte:

 

10. SIRO GIANNINI

Nativo di Subbiano, approda in amaranto nel 1941 a soli 17 anni, giocandovi fino al 1952. Di ruolo difensore o mediano incontrista, con l’Arezzo ha totalizzato 186 presenze, tutte in serie C. A lui è legata una curiosità di carattere storico: attivo partigiano negli anni della Resistenza, fu immortalato anche lui, seduto sopra un carro armato alleato, nella celebre foto della liberazione di Arezzo al tramonto del secondo conflitto mondiale.

 

9. GIOVANNI FRANCESCO POZZA

Nato a Verona nel 1961 e cresciuto calcisticamente nel Chievo, passa dal Pisa all’Arezzo nel 1983 andando a sostituire nella formazione ideale il mitico Emilio Doveri. Non lo farà rimpiangere, perché la sua chioma bionda imperverserà in campo con la maglia del Cavallo Rampante in 190 occasioni tra il 1983 e il 1988 in serie B e, successivamente, dal 1991 fino alla radiazione del 1993 dopo una parentesi con un’altra squadra amaranto, la Reggina. A proposito, ai fini del conteggio si considerano anche le gare disputate in quella tragica stagione 92/93, che in realtà furono poi cancellate. Dopo anni al servizio di alcune squadre locali aretine, Pozza ci lascia anzitempo nel 2011, a soli cinquant’anni, ma avrà sempre un posto nel club dei centenari e nel cuore di ogni tifoso amaranto.

 

8. FRANCESCO MAGI

Torniamo nella nostra provincia e per la precisione a Foiano, dove Magi nacque nel 1939. Debuttò nell’Arezzo nella partita casalinga vinta 3 a 1 contro l’Antella il 10 ottobre 1954 nel campionato di Promozione toscana segnando dopo appena cinque minuti di gioco. Negli anni a venire, Magi confermerà il fiuto per il gol tanto da essere tuttora al terzo posto tra i cannonieri amaranto di tutti i tempi con 53 reti segnate, molte delle quali permetteranno alla compagine di mister Andrei e di capitan Peruggia di ottenere due promozioni, prima in IV serie e poi in serie C al termine della stagione 57/58. Prima di lasciare l’Arezzo nel 1961, farà in tempo a ottenere i gradi di capitano, divenendo una vera e propria bandiera della squadra con le sue 190 presenze

 

7. SIRO PAOLINI

Tra i “centenari” c’è spazio per un altro Siro, aretino ed esempio di attaccamento ai colori della propria città, indossati ben 206 volte dal 1946 al 1960. Come Magi, faceva parte anche della formazione capace di ottenere la promozione in C nel 1958, giocando nella prima parte di carriera come centromediano e poi come difensore e venendo impiegato occasionalmente anche come rigorista, fattore che lo aiutò a realizzare un buon numero di reti (26) nella sua carriera in amaranto.

 

6. BENVENUTO VERGANI

Un punto fermo dell’Arezzo dei primi anni ’70, in pianta stabile in serie B fino al 1975, era il bergamasco Benvenuto Vergani, terzino sinistro deciso nei contrasti e bravo nell’anticipo. Acquistato dalla Solbiatese proprio come rinforzo per affrontare la stagione del ritorno tra i cadetti nel 1969/70, ha vestito la maglia dell’Arezzo 213 volte in sei stagioni in B, proprio fino a quella 1974/75, culminata purtroppo con la retrocessione in terza serie. Detiene tuttora il prestigioso record di giocatore col maggior numero di presenze in serie B nella storia del calcio aretino.

 

5. ALESSANDRO ZANIN

Zanin, classe 1951 di Talmassons in provincia di Udine, arriva ad Arezzo nel 1975 dal Palermo, compagine di serie B con cui l’anno prima aveva disputato la finale di Coppa Italia all’Olimpico di Roma perdendo ai rigori contro il Bologna di Savoldi, Pecci e Bulgarelli. Tranne una breve parentesi con la maglia della Paganese, dove fu mandato in prestito, il terzino giocherà con gli amaranto fino al 1984, disputando anche due esaltanti stagioni in serie B in cui ha indossato spesso anche la fascia da capitano. Era capitano anche nella stagione 81/82, quella del primo posto nel girone B di serie C con conseguente promozione tra i cadetti e ad oggi, risulta il difensore amaranto più prolifico di sempre con 18 reti all’attivo nelle 222 occasioni in cui è sceso in campo con l’Arezzo.

 

4. RAOUL TASSINARI

Raoul ci ha lasciati meno di due anni fa, ma il ricordo del giocatore e dell’uomo che era è sempre vivo all’interno del Museo, tra i tifosi e in chi l’ha conosciuto. Appena fuori dal podio di tutti i tempi, ha collezionato 242 presenze dal 1956 in quarta serie al 1965 in serie C, ritirandosi appena un anno prima della prima storica promozione del Cavallino in serie B. Centrocampista offensivo, mise a segno 23 reti, di cui sei solo nel girone di ritorno della stagione 59/60, uno dei quali nella vittoria record per 7 a 1 contro il Carbonia in casa. È stato una vera bandiera amaranto, visto che avrebbe poi ricoperto anche degli incarichi in società, l’ultimo ai tempi della presidenza di Ciccio Graziani in qualità di responsabile del settore giovanile.

 

Andrea Mangoni, qui con Fernando Orsi, secondo nella top ten amaranto dei più presenti3. ANDREA MANGONI

Eccoci sul podio: sul gradino più basso con 246 apparizioni c’è il biondo di Pistoia, classe 1960, cresciuto nell’Aglianese e giunto ad Arezzo nel 1980, centrando con gli amaranto la promozione in B alla seconda stagione di militanza e rimanendo legato ai nostri colori fino alla dolorosa retrocessione del 1988. Centrocampista onnipresente in tutte le zone del campo, ecco cosa disse proprio in merito ai suoi tanti gettoni in amaranto a Luca Stanganini, fedele collaboratore del Museo Amaranto, in un’intervista all’interno del suo libro: “Arezzo è una città che sento mia, dove ho trascorso gli anni più importanti della mia vita. Essere rimasto nella storia della società è per me un vanto e un motivo di grande soddisfazione. Ad Arezzo ci torno ancora oggi per trovare spesso i miei tanti amici rimasti”.

 

Menchino Neri esulta sotto la curva dopo la ''rovesciata dei sogni''2. DOMENICO NERI

Al secondo posto assoluto con 253 apparizioni c’è il volto più amato e iconico del calcio aretino, tanto da aver ispirato forse il più bell’adesivo mai realizzato, una sorta di santino laico per la tifoseria amaranto: “Menchino” Neri, infatti, è aretino doc e ha esordito nell’Arezzo neanche ventenne il 4 giugno 1972 in serie B nella partita casalinga persa contro il Sorrento, segnando pure un gol. La rete più celebre però è ovviamente la cosiddetta “Rovesciata dei Sogni” contro il Campobasso al Comunale il 6 giugno 1985, da capitano e punto di riferimento della squadra: quel suo gesto atletico meraviglioso su cross proprio di Mangoni a infilare il pallone al “sette” dopo aver fallito un calcio di rigore ed essersi disperato al punto da uscire dal campo con le lacrime agli occhi, con i fotografi a rispingerlo dentro, racchiude tutta l’essenza del calcio e dell’aretinità: tormento ed estasi, mai come allora, in un successo fondamentale per la permanenza in B che neanche il miglior regista cinematografico avrebbe potuto immaginare così. Neri avrebbe giocato nelle fila della squadra della sua città fino al 1987, segnando in totale 36 reti. Su di lui non ci sono più parole da spendere: bastano le tante foto che abbiamo al Museo o i bei ricordi dei tifosi che hanno avuto la fortuna di vederlo correre in campo con il Cavallo Rampante cucito sul petto.

 

1. STEFANO BUTTI

Eccoci qua: al primo posto, come già saprete, c’è lui, il fluidificante nato a Lecco il 20 marzo 1961 e giunto alla corte del presidente Terziani e di mister Angelillo nel 1980. Essendo nativo della città lacustre, abbiamo già parlato di Stefano nell’articolo che raccontava Lecco-Arezzo. Diciamo solo che, un po’ come gli altri due miti sul podio con cui ha condiviso anni di militanza, segno di un calcio diverso e fatto ancora di bandiere, Butti ha vissuto anni intensi con gli amaranto: una promozione in B nella stagione 81/82, le sfide con Lazio e Milan l’anno seguente, uno strepitoso quinto posto nel 1984, la partita contro il Napoli di Maradona al San Paolo in Coppa Italia, la salvezza all’ultimo tuffo che abbiamo accennato parlando di Menchino e la desolante retrocessione del 1988, prima di tornare a vestire la maglia amaranto dal ’90 al ’92 dopo due stagioni a Trieste. Tutto questo riassumibile in 302 presenze, unico nella storia oltre quota trecento, un record destinato con ogni probabilità a rimanere eternamente imbattuto. Concludiamo con le sue parole trascritte nel libro “Noi abbiamo le gambe alate” di Luca Stanganini a proposito della sua lunga militanza nell’Arezzo: “Per questa squadra ho dato tutto. Giocare circa 300 partite in dieci anni vuol dire avere una media di presenze abbastanza alta. Ho sempre legato bene con gli allenatori, i presidenti, i dirigenti e con tutta la città”.


scritto da: Luca Amorosi, 14/03/2020





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