Arezzo o Gavorrano, i jolly di Martucci, vietato sbagliare, le 5 ore di Balbo, Motta e Prandelli

Alla fine della settimana la rosa amaranto avrà un aspetto più definito: sono in calendario i colloqui con i calciatori più importanti, che dovranno scegliere se restare qua (dove comunque si fa calcio vero) o andare altrove (col rischio di restare dilettanti anche fra i professionisti). I casi di Bucchi, Mencarelli, Pecorari, Raso e Martinez, mentre il Casacastalda è salito in serie D e la Mens Sana di basket ha portato a Siena il sesto scudetto di fila. E stasera c'è la Nazionale

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1. Alla fine della settimana l’Arezzo di Balbo avrà un aspetto più definito. Perché è vero che, nonostante le storture che ci portiamo dietro, qua si fa calcio di livello. Ma non è detto che i più forti scelgano di restare. I giocatori non sono diversi da tutti i lavoratori del mondo e la cifra scritta in fondo ai contratti ha sempre il suo peso. Certo, pensare che uno possa rinunciare a tot euro di Severini in serie D per prenderne tot più ics a Gavorrano o a Borgo a Buggiano, in C2, fa una certa impressione. Ma potrebbe accadere e, siccome i conti in tasca non si fanno a nessuno e ognuno è libero di scegliersi la sua vita, sarebbe assolutamente legittimo. A livello di trattativa, però, Martucci quando si siederà al tavolo dei rinnovi calerà di sicuro i suoi jolly dal mazzo. Da noi, per esempio, ci sono mille fedelissimi quando la squadra non si schioda dal secondo posto, ma potrebbero diventare tremila in caso di primato in classifica, con un seguito in trasferta da annullare il fattore campo in senso ambientale (non nel senso di terreno, perché a Pierantonio e Trestina, per dirne due, si giocherà sempre sulle buche e sui dossi). E poi avere Balbo a dirigere gli allenamenti è un valore aggiunto che conta, anche in termini di pubblicità e visibilità. Per tutti. Sulla bilancia, in altre parole, non ci stanno solo gli euro ma pure il contorno. Ad Arezzo, anche nei dilettanti, uno si sente calciatore. Da altre parti sempre dilettante resta, a prescindere dalla categoria.
2. Contrattualmente parlando, gli unici confermati ad oggi sono Ciasca e Rubechini (a parte gli under, ovviamente). Gli altri dovranno essere eventualmente riconvinti e sicuramente rivincolati. Bucchi, Mencarelli, Pecorari, Raso e Martinez sono cinque casi con approcci e prospettive differenti. Bucchi e Raso, visti i ruoli (e il valore), qualche offerta la troverebbero di sicuro. Vale pure per gli altri, ma Mencarelli è quello col legame più forte nei confronti della piazza, mentre Martinez è un pupillo calcistico di Balbo. Pecorari, 35 anni e capitano, deve cominciare a fare i conti con l’età. Sono variabili che influiranno il giusto sulla conferma o meno, che a parole vorrebbero tutti. Alla fine non sarebbe una sorpresa se restassero in blocco. Mentre rimpiazzarne anche uno solo richiederebbe occhio lungo. Di giocatori in giro ce ne sono a decine, ma bisognerebbe andare sul sicuro. Come dice Balbo, quest’anno è vietato sbagliare.
3. A proposito di Balbo. Le annunciate cinque ore di allenamento giornaliere durante la preparazione estiva rischiano di diventare un deterrente per i calciatori e un invito a chiedere qualche mila euro in più sul contratto… E’ una battuta, mentre è assoluta verità che la sua presenza sia caratterizzante al massimo, sia sotto il profilo tecnico che d’immagine. Dal 4-3-3 al villaggio amaranto il passo è brevissimo, anche perché pure Balbo ha investito i suoi soldi nel progetto. Questa cosa, oltre che rara, è emblematica: se uno come lui, che i denari poteva spenderli per comprare casa a Melbourne o a Toronto, a Pechino o in Sudafrica, ha scelto Arezzo e il settore giovanile, qualcosa vorrà pur dire. Innanzitutto che Balbo e la dirigenza sono legati da rapporti saldi che vanno al di là del calcio. E poi che non stiamo parlando di bazzecole ma di programmi seri per il futuro. Ciò detto, anche Balbo, come tutti gli allenatori del mondo, sarà giudicato dai risultati. Perché è difficile pensare a Martucci che accetta con cristiana rassegnazione un Arezzo anonimo a metà classifica.
4. Appurato che la Mens Sana di basket ha portato a Siena lo scudetto per il sesto anno di fila e che il Casacastalda è salito in serie D, aumenta la speranza di un ripescaggio in Lega Pro (che richiederebbe una fidejussione da 300mila euro sull’unghia, tanto per gradire). Le differenze tra una trasferta a Sant’Arcangelo di Romagna e una a Deruta sarebbero minime, ma l’ambiente ne risulterebbe un pochino più galvanizzato.
5. Stasera gioca l’Italia. Prandelli è un allenatore bravo, ma sembra intenzionato a schierare Thiago Motta trequartista, che è come invitare i 60 milioni di commissari tecnici sparsi per la penisola a lapidarlo preventivamente. Poi dipenderà tutto dal biscotto: se ce lo fanno, sarà un martedì da fuoco e fiamme.

 

scritto da: Andrea Avato, 18/06/2012

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