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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Luisa in immersione nelle acque del Madagascar
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I ricordi di Essoussi: ''Arezzo il mio rimpianto. Squadra e tifosi, meritavamo di vincere''

Il centravanti del Trestina, oggi 37enne, sarà l'ex della sfida inaugurale di campionato. Nel 2013 fu il grande colpo del mercato amaranto, dentro una campagna acquisti sfavillante, ma la promozione andò alla Pistoiese. ''Eravamo uno spogliatoio solido con giocatori forti, la società aveva investito ma non ci dette una grande mano. Fu un peccato, grazie al pubblico non mi sono mai sentito calciatore come ad Arezzo. Non vedo l'ora di giocare domenica, al Comunale sono stato benissimo''



10 giugno 2013, l'Arezzo annuncia l'acquisto di Adnane Essoussi. E' il colpo più sfavillante di un mercato all'insegna dell'ambizione, che porta in amaranto anche Dierna e Carteri, Bricca e Carfora, Cubillos e Invernizzi. Era serie D allora com'è serie D oggi, con lo stesso identico obiettivo: vincere. Quella volta andò così così. Mezzanotti guidò la squadra fino a febbraio in un duello sfibrante con la Pistoiese, che alla fine ebbe la meglio. Dopo l'esonero, l'Arezzo affidò la panchina a Chiappini, dimissionario alla vigilia dell'ultima giornata, con gli amaranto scivolati al terzo posto, alle spalle anche del Foligno. La stagione la chiuse Cardinali, che vinse a Taranto nei play-off e mise la firma sull'impresa decisiva per il ripescaggio. Ad agosto, al secondo tentativo e dietro le pressioni della piazza, il presidente Ferretti presentò soldi e documenti per tornare tra i professionisti.

Essoussi, dicevamo, fu il fiore all'occhiello della campagna acquisti. Strappato al Sansepolcro, era potente, veloce, smaliziato. Doveva essere l'arma letale da sfoderare contro le difese arcigne e sui campetti della categoria. Lo fu solo in parte e soprattutto nel girone di andata: alla lunga il suo rendimento andò giù come quello di tutta la squadra e lo score personale si fermò a 12 gol.

Classe '84, nato a Rabat, in Marocco, ma cresciuto a Pesaro, Adnane oggi vive a Sansepolcro ed è papà di due bambini, Enea di 3 anni e Gioele di 8 mesi, avuti dalla compagna Roberta che fa la spola tra casa e l'ospedale San Donato, dove lavora come infermiera. Dopo l'annata al Comunale, l'attaccante tornò per altri due campionati al Borgo prima di trasferirsi a Montevarchi (51 gol tra il 2015 e il 2019), quindi il passaggio al Trestina con cui l'anno scorso ne ha segnati 15, spingendo la squadra al terzo posto finale. Domenica Essoussi torna da avversario e anche uno scafato come lui, deve mettere in conto qualche brivido insolito.

 

Il primo pensiero quando hai visto il calendario qual è stato?

Qualcuno dei nostri dirigenti ha bofonchiato, debuttare ad Arezzo è complicato. Io no, non vedo l'ora. Rientrare in quello stadio è sempre bello, ci sono stato benissimo. E poi almeno ci misurano subito la febbre.

Da avversario sei già tornato una volta. 31 agosto 2014, gara secca di Coppa Italia.

Vincemmo 2-1, feci gol.

 

Sì, ma era l'Arezzo che doveva partecipare alla D. Pochi giorni dopo lo ripescarono e cambiò tutta la squadra. Al di là del risultato, battibeccasti con i tuoi vecchi dirigenti.

Me lo ricordo. Avevamo due mesi di stipendio da riscuotere, lo feci presente.

Come andò a finire la storia?

Mai visti quei soldi. Né io né, credo, i miei compagni. Erano i dirigenti che davano dei rubagalline a quelli che c'erano stati prima di loro...

Se pensi a quella stagione, cosa ti viene in mente?

La sera della presentazione in piazza Sant'Agostino, un'atmosfera da pelle d'oca. Arezzo è anche il mio rimpianto più grande.

Col senno di poi, cos'è che non funzionò?

Non siamo stati bravi abbastanza, anche se la squadra era forte. E lo spogliatoio molto unito. La Pistoiese non sbagliava mai, purtroppo. E noi perdemmo diversi giocatori per infortunio: Cubillos, Invernizzi, Martinez. La società aveva investito, ma non ci dette una grande mano. Per fortuna ci fu il colpo di coda.

I play-off dici?

Sì, vincemmo a Taranto e poi perdemmo ad Agrigento con l'Akragas nei quarti di finale. Ma bastò per riportare l'Arezzo in C.

I tuoi rimpianti quali sono?

Di non aver vinto il campionato. Probabilmente sarei rimasto e mi sarei tolto la soddisfazione di giocare tra i prof, opportunità che ho avuto solo a Poggibonsi in C2.

Eppure cominciasti alla grande: segnavi, prendevi rigori, trascinavi la squadra. Poi cos'è successo?

Nel calcio non tutto è spiegabile. Che non era un'annata fortunata lo capii contro lo Scandicci, alla prima di ritorno. Venni espulso nei minuti di recupero, saltai lo scontro diretto di Pistoia della settimana dopo. Anche lì, meritavamo di vincere e portammo a casa solo un pareggio.

 

Mezzanotti ti aveva già allenato e ti volle fortemente ad Arezzo. In che rapporti siete oggi?

Ottimi, Davide è un amico. Lui è quello che è rimasto più scottato dall'esperienza di Arezzo.

Che ambiente ti aspetti domenica?

I tifosi amaranto sono speciali. Non mi sono mai sentito calciatore come in quell'annata: tante pressioni, com'era giusto, e tanto affetto. Domenica ci sarà poca gente credo, ma si faranno sentire.

E tu, a 37 anni, come stai?

Sto benone, non sono più veloce come una volta ma non mi lamento. Io dipendo dai gol più che dalla carta d'identità. Finché la butto dentro, gioco e mi fanno giocare. Se cominciassi a perdere colpi, mi metterebbero da parte. E mollerei subito.

Dopo il terzo posto della scorsa stagione, dove può arrivare il Trestina?

L'anno scorso eravamo la sorpresa, adesso dobbiamo confermarci ed è più difficile. Ci conoscono, ci aspetteranno. Dovremo essere ancora più bravi e io proverò a dare una mano. Di sicuro allenarmi con i 2003 e i 2004 mi dà una botta di vita, mi ringiovanisce.

L'Arezzo secondo te ha l'organico per vincere il campionato?

Non conosco tutti i giocatori che hanno preso, però sai che negli spogliatoi si parla. E da quel che sento, la rosa è molto forte. Il mio augurio, ovviamente, è che l'Arezzo vada su.

I tuoi vecchi compagni amaranto li senti ancora?

Qualcuno sì, anche se io ho un grosso problema: uso pochissimo il telefono. Quando ci troviamo, comunque, è sempre piacevole. Eravamo un gruppo di uomini, non aver vinto il campionato mi dispiace soprattutto per questo. Ce lo saremmo meritato.

 

scritto da: Andrea Avato, 16/09/2021





Mezzanotti e i rigori di Essoussi

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