L'Arena Garibaldi e il pepe di una sfida antica. Ma l'Arezzo guarda più avanti

Domenica in Coppa Italia torna una partita che evoca bei ricordi, anche se l'obiettivo di Balbo è quello di arrivare nelle migliori condizioni possibili all'esordio in campionato del 2 settembre. La squadra sta continuando il duro lavoro atletico in ritiro, cominciando a mettere le basi per il nuovo assetto tattico. E al ritorno in città potrebbe aggregarsi al gruppo anche Speranza

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Domenica si torna all'Arena Garibaldi, per una partita ufficiale. Il che, dopo due anni vissuti pericolosamente tra Trestina e Piancastagnaio, o se preferite tra Zagarolo e Pierantonio, è già qualcosa. Anche se siamo in questa strana Coppa Italia 2012-2013, dove al via ci sono 9 squadre di serie D e solo due di Seconda Divisione, vai a capire il perché. Anche se in questi ultimi tre anni alle due squadre ne sono capitate di cotte e di crude, e se l'ultimo precedente in partite ufficiali risale ad otto anni fa. Il Pisa, che attualmente milita in Prima Divisione di Lega Pro (senza essere passato dalla Seconda Divisione, un po' come fu per la Fiorentina che vincendo il campionato di Serie C2 si ritrovò in B) è reduce da un settimo posto nella scorsa stagione, a ben undici lunghezze di distacco dai play-off che valevano l'accesso alla serie B. Nei giorni scorsi, i nerazzurri sono stati bloccati dal Pontedera per 1-1 in una partita amichevole arbitrata dall'aretino Pelagatti, ma il mister Alessandro Pane non è sembrato preoccupato. L'approccio alla partita di domenica, tuttavia, sarà per certi versi opposto, coi pisani che hanno il dovere di provare a passare il turno tra le mura amiche, contro una rivale storica e che attualmente si trova due categorie al di sotto, mentre gli amaranto affronteranno questa sfida, per ammissione dello stesso Abel Balbo, come un test di lusso in vista della prima di campionato, in programma per il 2 settembre, ma più come una tappa di avvicinamento al campionato che come un derby d'altri tempi.
La sfida tra amaranto e nerazzurri, però, è di quelle che un po' di pepe in corpo lo mettono, ed è innegabile che per la tifoseria amaranto sarebbe una bella iniezione di fiducia, a campagna abbonamenti ancora in corso, poter fare lo sgambetto ai pisani. Però non c'è da preoccuparsi eccessivamente, vada come vada. I carichi di lavoro a cui sono sottoposti i giocatori dell'Arezzo in questi giorni sono senza dubbio importanti: la sensazione è che ancora, tra chi ha un po' "subito" la preparazione e chi ha ancora da recuperare il feeling col campo, gli amaranto che vedremo in campo in quel di Pisa non saranno troppo diversi dalla squadra vista contro la Sulpizia, magari un po' meno imballata dalle due sedute di allenamento quotidiane, e magari con la maglia dell'Arezzo invece che con quella del Villarreal. Scherzi a parte, l'Arezzo che sta nascendo, come fa notare mister Balbo, è pieno di nuovi innesti, anche se c'è un'ossatura che è stata preservata nei limiti del possibile, a differenza di quanto eravamo abituati a vedere nel recente passato - e non è detto che il mercato in entrata e in uscita sia già terminato - e quindi deve ancora trovare gli automatismi. Nella fase cruciale della scorsa stagione, l'Arezzo si trovò a dover cambiare un po' troppo spesso, per cause di forza maggiore, l'assetto in mediana, con le conseguenze che tutti sappiamo. Quindi è logico che ci siano delle grandi aspettative su Daniele Speranza, che è stato quello che lo scorso anno più è mancato agli amaranto. Non sarà in campo di sicuro contro i nerazzurri, ma saperlo pienamente recuperato per il via del campionato varrebbe quanto un acquisto.

 

scritto da: Roberto Gennari, 31/07/2012

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