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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Sara e Laura tifose sfegatate
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Acf, assalto al campionato. Testini: ''C'è un sogno da coronare. Qui mi sento a casa mia''

Le amaranto, reduci dal 3-1 inflitto all'Orobica, sono le uniche imbattute in tutti i campionati femminili. La classifica dice Arezzo in testa con 5 lunghezze di vantaggio sul Pinerolo. E domenica sarà scontro diretto. L'allenatore intanto si gode il momento: ''E' la mia prima stagione su questa panchina, ho imparato tanto dalle ragazze. La prossima non sarà una gara come le altre e noi vogliamo coronare un sogno. Per il presidente Anselmi farei di tutto''



Emiliano Testini, 45 anni, allenatore Acf Arezzo La stagione calcistica si sta concludendo nel migliore dei modi per le ragazze dell'Acf Arezzo, prime (e ancora imbattute) con 54 punti conquistati, frutto di 16 vittorie e sei pareggi in ventidue giornate. Un cammino costante e pressoché perfetto che non ha mai nascosto le qualità di un gruppo forte, determinato e coeso, pronto a regalare un sogno a tutto l'ambiente amaranto. Emiliano Testini (Perugia, 09/01/1977) è il condottiero della corazzata del presidente Massimo Anselmi dalla scorsa estate, quando l'ex amaranto venne chiamato alla guida della squadra al posto di Luca Bonci. Dall'esordio casalingo con il pareggio contro la Solbiatese, alla striscia di sette vittorie consecutive a cavallo tra gennaio e marzo, passando dalla dolorosa e immeritata eliminazione in Coppa. Una stagione fin qui stupenda e intensa a cui però manca il tassello finale, e domenica (ore 14.30) andrà in scena la partita delle partite, probabilmente l'ultimo vero ostacolo fra le ''citte'' e la conquista del campionato: la trasferta contro il Pinerolo.

 

La carriera da calciatore

Centrocampista di carattere e personalità, Testini vantava una discreta tecnica eccellendo soprattutto nel cross e nel dribbling, con una discreta ''castagna'' da fuori area ad abbellire il tutto. Dopo gli inizi nel Terontola, cresce nelle giovanili della squadra della sua città, il Perugia, con cui tra il 1996 e il 1997 vince due edizioni del Campionato Primavera, e nel frattempo esordisce in Serie A il 22 dicembre 1996, nella trasferta di Bologna terminata con il risultato di 0-0, in quella che rimane l'unica sua partita nella massima categoria italiana. Successivamente, a cavallo degli anni 1990 e 2000, Testini giocherà in diversi club fra i quali Fano, Foggia, Viterbese e Catania, trovando una certa continuità di rendimento nel biennio trascorso a Viterbo, dove nel 1999 contribuisce alla vittoria del campionato di serie C2.

Dal 2001 al 2004 veste la casacca dell'Arezzo, cui segue un altro triennio in cui difende i colori dell'Albinoleffe. In amaranto, Testini lascerà un pezzo di cuore, tanto che lui stesso la definirà l'esperienza più bella e coinvolgente della carriera, il tutto condito da 64 presenze e 19 reti. Il passo seguente è tra le fila della Triestina, prima di un'ultima stagione allo Spezia dove, nel 2012, partecipa al piccolo triplete composto da campionato, coppa e supercoppa di categoria. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, all'inizio del 2014 intraprende la carriera di allenatore affiancando il suo grande amico Loris Beoni al Bastia, in serie D. Nella stagione 2014-2015 trova panchina al Deruta, squadra che milita nel campionato umbro di Eccellenza, ma la chiamata dell'Arezzo è alle porte, e così dal 2018 torna nell'organigramma del cavallino in qualità di direttore sportivo fino, per l'appunto, alla panchina dell'Acf.

 

in compagnia del presidente e amico, Massimo AnselmiMister come è nata questa nuova avventura con l'Acf Arezzo?

''Un'occasione nata un po' per caso, inizialmente come semplice collaborazione con il presidente Massimo Anselmi, un grande amico a cui dissi semplicemente sì. Ci siamo sentiti a fine dicembre 2020, quando mi chiese di affiancarlo in un momento di difficoltà della squadra, e così cominciai a seguire da vicino le ragazze, dagli allenamenti alle partite, con l'obiettivo di rendermi utile nel miglior modo possibile. A fine stagione decidemmo di continuare insieme. Probabilmente è proprio grazie allo splendido rapporto che abbiamo se ho accettato di allenare. Inizialmente tornare in panchina non era nei miei piani, adesso però sono orgoglioso di averlo fatto, convinto dalla passione che questo ambiente trasmette''.

Tra i timori c'era il fatto di confrontarsi per la prima volta con un ambiente diverso da quello maschile?

''Le differenze si notano subito, non solo per quanto riguarda l'aspetto tecnico o tattico. Avere a che fare con 25 uomini è diverso rispetto a confrontarsi con 25 donne. Quello che più mi appassiona di loro è la voglia che mettono in ogni istante, la loro continua voglia di sapere, non si accontentano semplicemente del fare ma vogliono capire perché lo stanno facendo. Per un allenatore è una sensazione appagante vedere che le calciatrici ti seguono al cento per cento. Le donne sono più esigenti, c'è poco da fare''.

Ha avuto qualche difficoltà nell'ambientamento?

''Come in tutte le cose ci vuole del tempo prima di integrarsi perfettamente. Fortunatamente molte persone le conoscevo già, altre le ho conosciute sfruttando la parentesi dello scorso anno, e calcisticamente parlando le idee e i concetti che ho portato sono le stesse che applico per il maschile. Poi ci sono alcune differenze dettate dal contesto: penso allo scouting, dove trovare nuove calciatrici non è semplice come nel calcio maschile. Dopo la teoria viene però la pratica e in questi mesi si sono creati dei rapporti umani stupendi, fra di noi, fra loro e fra tutto lo staff. Alle ragazze voglio un bene indescrivibile, e dico di più: ho imparato più io da loro che loro da me. Siamo una grande famiglia''.

Tracciando un bilancio, si sente soddisfatto dell'operato suo e della squadra fino a questo momento?

''Sono soddisfatto in tutto e per tutto. Soddisfatto della classifica (ride), del lavoro settimanale e dell'impegno che mettiamo su tutte le cose che svolgiamo. Voglio dire una cosa: abbiamo passato un momento in cui avevamo tante assenze per via del Covid, ma senza piangerci addosso siamo scesi in campo lo stesso, anche in 13. In questo senso, abbiamo adottato una linea del tutto differente rispetto alle altre squadre che invece hanno aspettato di recuperare le gare una volta rientrate le loro giocatrici. Una linea interamente condivisa con Massimo Anselmi. Sono soddisfatto non solo di chi gioca e chi va in panchina, ma anche e specialmente di chi di solito agisce dietro le quinte: penso al nostro vice Massimiliano Forzini, al massaggiatore Riccardo Giacinti, la nostra addetta stampa Bianca, l'accompagnatore Benigni. E poi il fisioterapista Matteo Gaucci, Alessio Dionigi, Stefania Cecconi, i medici Kapxhiu e Ricci, da sempre al fianco dell'Arezzo, fino ad Elisa, la nostra psicologa, e Giovanni Giambrone, osteopata. Tutte persone meravigliose a cui do fiducia ogni giorno''.

Per quanto riguarda ciò che la società le mette a disposizione?

''Posso solo dire che la nostra organizzazione equivale a quelle di squadre di serie B, tranquillamente. Le ragazze hanno la lavanderia che usano senza il bisogno di portarsi la roba a casa. Inoltre abbiamo il pullman con cui organizziamo le trasferte, possiamo permetterci di partire il giorno prima per essere già sul luogo della partita senza stancarci per il viaggio. Abbiamo un'area video dove preparare le gare e correggere gli errori della domenica. Il presidente ha costruito qualcosa di importante, ancora migliorabile per carità, ma ci vuole anche tempo''.

 

Adesso veniamo alla sfida scudetto di domenica contro il Pinerolo. La reputa decisiva per le sorti del campionato?

''Dico di no, non sarà decisiva anche perché poi mancherebbero altre sette partite. E' altrettanto ovvio che non sarà una partita come le altre: se dovessimo vincere sarebbe un ulteriore messaggio di forza che daremmo alle nostre avversarie, un modo per dire che facciamo sul serio. In caso contrario sarebbe tutto aperto, ma come già lo è adesso, anche se saremmo comunque davanti. E' logico poi che dal punto di vista psicologico la sconfitta sarebbe dura da digerire''.

Che partita si aspetta?

''Mi aspetto un Pinerolo aggressivo e determinato a vincere. Hanno molta qualità e sono costretti a ottenere tre punti poiché stanno dietro. Sono molto forti, secondo me la squadra più forte del campionato insieme a noi''.

Invece voi come la state vivendo?

''La viviamo con serenità, non vediamo l'ora di giocare perché è da tanto che stavamo aspettando questo spartiacque, è una partita di pallone e come tale va gestita senza troppa pressione e tensione. Occorre trovare un giusto mix di emozioni, stare troppo tranquilli non va bene, ma nemmeno pensarci più di tanto''.

Pinerolo a parte, chi è secondo lei l'avversario più ostico affrontato fin qui?

''Dico il Pavia, squadra che gioca benissimo e in maniera molto organizzata, non a caso ci hanno messo in grandissima difficoltà sia all'andata che al ritorno. E se posso dirne un'altra scelgo il Genoa, squadra giovanissima, che gioca con coraggio e che ha subito 4 reti solamente contro di noi, tolte queste è una delle migliori difese del campionato''.

Si vede ancora per molto tempo su questa panchina?

''Onestamente non lo so, ma nemmeno ci penso. Come ho detto prima, ho un rapporto talmente bello e profondo con il presidente che ci basterebbe un semplice sguardo per capirci. Valuteremo insieme a fine stagione, intanto penso a coronare quello che sarebbe un sogno per tutto l'ambiente, a cominciare da queste meravigliose ragazze. Meritano il meglio, nessuno più di loro merita di ottenere un risultato così prestigioso''.

Quanto è stata importante la sua carriera da calciatore per capire le dinamiche di un allenatore?

''Sicuramente da calciatore ci si fanno le basi per finire dietro alla scrivania, come calciatore ho vissuto e giocato belle partite e provato forti emozioni. I tre anni ad Arezzo li metto al primo posto, per quanto ho ricevuto da questa meravigliosa città che sento mia, anche se sono nato a Perugia, so che è il colmo. Sono legato a questi colori, al pres dico sempre: prima o poi ti porterò in serie A''.

 

scritto da: Leonardo Palazzini, 08/04/2022





Acf Arezzo-Orobica Bergamo 3-1, la sintesi della partita

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