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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Serena, Laura, Mara e Bianca in tribuna
NEWS

I grandi rimpianti per ciò che non è stato. L'Arezzo di Ferretti si mangia le mani

A una settimana dall'avvento di Chiappini, più che la speranza per ciò che sarà è forte l'amarezza per ciò che non si è fatto prima. Al di là del cambio di allenatore molto tardivo, la società non ha mai voluto darsi una stuttura efficiente, nonostante i campanalli d'allarme suonati nei mesi scorsi. Eppure che ci fosse il pericolo di fare un buco nell'acqua, su queste colonne era stato scritto più volte



Ferretti e De Martino nel prepartita di domenicaA una settimana esatta dall’avvento di Andrea Chiappini, più che la speranza per ciò che sarà è forte il rimpianto per ciò che non è stato. L’Arezzo, per restare alla metafora automobilistica, è partito con un serbatoio pieno di entusiasmo, un motore di primissimo livello e un driver che ispirava comunque fiducia, se non altro perché conosceva la piazza, gli avversari e il campionato. ‘’Non sentiremo più dire che si è perso per colpa del campo stretto’’: questo era il refrain di luglio e agosto, quando gli amaranto mietevano successi platonici nelle amichevoli. Poi la situazione si è man mano complicata. La macchina non ha mai ingranato la sesta e nemmeno la quinta, ha consumato il pedale del freno e ha usato poco quello del gas, al punto che la strada si è fatta tortuosa e in salita. Sarebbe servita una scuderia lucida e vispa nell’analizzare i problemi e mettervi mano, ma non è successo. Così il distacco dalla vettura di testa è diventato amplissimo, praticamente incolmabile. E tutti i sogni di gloria dell’estate si sono dissolti come fumo. Il pericolo che andasse a finire a questo modo però esisteva. E una volta tanto utilizziamo l'archivio di Am come una sorta di rubrica da intitolare (molto mestamente e malinconicamente) ''io l'avevo detto''. Leggere per credere.

 

Articolo del 10 giugno 2013 - Tigri di carta e settore giovanile, Norcia e la comunicazione, il ballo di Ferretti

(...) Quando Mauro Ferretti sostiene che vuole vincere il campionato, che se spende dei soldi è perché ha intenzione di salire in Lega Pro, che le cose ha in animo di farle per bene, è impossibile non credergli. Il che non significa riuscirci, perché il calcio vediamo tutti come gira, ma sulla bontà dei suoi propositi non galleggia il minimo dubbio. Da imprenditore esperto e navigato qual è, sa comunque anche lui che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E che senza una struttura adeguatamente attrezzata, la casualità inciderà in modo inversamente proporzionale alla professionalità. Non ha senso dire oggi “facciamoli lavorare e poi giudichiamo”. Uno, perché nessuno sta impedendo all’Arezzo di lavorare. E due, perché parlare dopo è troppo facile: o si dà addosso al capro espiatorio o si salta sul carro del vincitore. No. Tra l’altro Ferretti, al di là di qualche peccato d’inesperienza che conta zero virgola, ha davanti un’opportunità storica. Se procede con scrupolo, se tira su uno staff di livello, se investe nei canali giusti, può veramente riportare in alto l’Arezzo. E dopo balleremmo tutti sul mondo.

 

la presentazione di Mezzanotti a giugno dell'anno scorsoArticolo del 19 giugno 2013 - La dignità di Bonafede, nuovi assetti, tempo perso, ruoli giusti, coerenza e scommesse

(...) Che sarebbe andata a finire così, era nella logica degli eventi. Non appena la società si è ritrovata fra le mani la patata bollente della scelta dell’allenatore, delle prime fasi di mercato, degli acquisti e delle cessioni, è precipitata in ambasce. Perché non ci si improvvisa direttori sportivi, direttori generali, allenatori, avvocati, fiorai, assicuratori eccetera eccetera. La competenza, la conoscenza, l’autorevolezza sono requisiti irrinunciabili in ogni contesto, ivi compreso quello del calcio. L’errore di Ferretti è stato quello di pensare che bastasse un uomo di sua completa fiducia per tenere sotto controllo la situazione a 360 gradi: dall’infortunio di un giocatore alle scelte di formazione del mister, dalle beghe del settore giovanile ai rapporti con la piazza(...) Il calcio è facile e complicato al tempo stesso: senza qualcuno che ne conosca ogni sfaccettatura, ivi comprese le male abitudini, l’ingranaggio non gira. Ed è più facile che venga meno la fiducia del presidente per un suo stretto collaboratore piuttosto che tale fiducia si cementi di più. Proprio questo è accaduto (...)

 

Articolo del 3 ottobre 2013 - Nell'Arezzo chi decide cosa? Ossimori concettuali, i poteri di Diomede, i diritti di Mezzanotti

(...) E quindi Diomede, promosso in fretta e furia da team manager a diggì per i motivi di cui sopra, e tenuto costantemente sotto tutela da vicepresidente e presidente, sarebbe l’unico, per presenza e ruolo, che dovrebbe gestire la patata bollente oggi o il carro dei vincitori magari domani. Ma non è così. Difatti proprio lui, in conferenza, ha detto: “ogni decisione presa è collegiale, da quella logistica e organizzativa a quella tecnica”. E quindi il futuro di Mezzanotti, o il prossimo acquisto di mercato, saranno trattati pari pari alla rizollatura del Comunale o all’arredamento della sede. Collegialmente. Sperando che De Martino si scopra un dirigente illuminato e che il fiuto di Ferretti nel calcio porti gli stessi risultati che ha portato negli affari. E che domenica Mezzanotti batta il Deruta.

 

scritto da: Andrea Avato, 25/02/2014





Ferretti e i ''nemici'' da combattere

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