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Capuano: ''Ulivieri ipocrita''. Poi tranquillizza tutti: ''Uno schiocco di dita e il gruppo mi segue''

L'allenatore ha interrotto il silenzio stampa per presentare la partita di domani contro il Prato: ''E' una delle più importanti della mia carriera, voglio vincerla a tutti i costi anche se avrò tante assenze. Feola non sta ancora bene, Carlini ha sempre lavorato a parte e Cori al massimo ha mezz'ora nelle gambe. Però non cerco alibi''. Durante la conferenza ha replicato al presidente dell'Associazione Allenatori e commentato, sia pure in modo indiretto, il caso Sperotto: ''lo spogliatoio ha tentato di proteggerlo ma poi l'ha scaricato, com'è giusto che sia''



Ezio Capuano durante la conferenza stampaUna replica pepata a Ulivieri, la certezza di avere sempre avuto in mano lo spogliatoio, il rammarico per le tante assenze che si profilano domani. L'Arezzo e Capuano stamani hanno interrotto il silenzio stampa, con un'unica eccezione: il caso Sperotto non si può commentare. Ma Eziolino è uno che non riesce a tenersi dentro le cose e qualcosa ha lasciato intendere.

Sulla vicenda resta il massimo riserbo, ma è assodato che si andrà avanti a colpi di carte bollate e che il terzino di proprietà del Carpi è di fatto un ex amaranto. Non si è allenato nei giorni scorsi, non si allenerà nei prossimi e non giocherà più al Comunale.

 

Capuano ha risposto per le rime a Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione Allenatori che aveva definito lo sfogo di Lucignano ''maleducato all'eccesso''. ''Me lo ricordo quando allenava Ulivieri - ha detto il tecnico amaranto. Era uno con le palle, non era né un santo né un prete. Nei miei riguardi è stato ipocrita e ha parlato da presidente dell'Associazione Calciatori. Doveva difendermi e stop. Sono rimasto basito dalle sue frasi''.

 

Il discorso, inevitabilmente, è scivolato sull'argomento spogliatoio. ''Questo gruppo l'ho fatto io e adesso sono tutti incazzatissimi. A me basta schioccare le dita e mi corrono dietro, perché ho sempre rispettato la meritocrazia. Non m'importa la qualità o la quantità: decido senza farmi influenzare. Sono fiero e orgoglioso di essere Ezio Capuano. Nel '98 a Cava allenavo Gioacchino Prisciandaro, uno degli attaccanti più forti di terza serie. Era l'idolo dei tifosi, lo avevamo pagato cento milioni. Lo mandai via, non ho avuto paura quella volta e non l'ho avuta adesso''.

E ancora: ''Il gruppo in quest'ultima storia si è dimostrato forte e sano. Sperotto è un bravo ragazzo, i compagni hanno tentato di proteggerlo chiedendogli di ammettere il gesto. Poi però l'hanno scaricato, com'è giusto che sia, quando hanno capito che questa storia poteva portare danni notevoli''.

 

Capuano ha parlato anche del Prato, che l'Arezzo dovrà affrontare in formazione rimaneggiata: ''Milesi e Vinci sono squalificati, Brumat è infortunato, Cori si è allenato ieri per la prima volta, ha mezz'ora al massimo nelle gambe. Feola non sta ancora bene e Carlini questa settimana ha sempre lavorato a parte. Dovrò cambiare tanto ma non cerco alibi. Voglio vincere per quella gente che mi ha sostenuto anche in una vicenda del genere. Non lo nego: è una partita tra le più importanti della mia carriera. E voglio i tre punti''.

 

scritto da: Andrea Avato, 16/10/2015





Capuano: ''Con il Prato tante assenze e zero alibi''

La conferenza stampa di Capuano dopo il caso Sperotto
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