Lazzarini in azione a Prato

La partita di Prato, chiusa con una rotonda vittoria per 3-0, ha messo in evidenza una crescita sotto tutti i punti di vista. Il risultato conta poco, più significativi sono i segnali mandati dalla squadra, più tonica e ispirata. Boubacar e Diallo ancora indietro, Convitto e Gaddini molto vivaci, debutto positivo per il portiere Trombini. Damiani e Bianchi, under in vetrina

CRESCITA COSTANTE – Il risultato non fa testo. Non contava prima, non conta nemmeno adesso. E’ calcio d’agosto e resta tale che si vinca o che si perda. Semmai c’è da valutare il percorso e i segnali che arrivano sono quelli di un miglioramento graduale ma continuo. Dalla prima uscita con il San Donato all’ultima amichevole con il Prato, l’Arezzo è cresciuto atleticamente, tatticamente e per qualità di manovra. Restano alcuni, fisologici punti interrogativi, ma dal campo viene su la sensazione che alle spalle della squadra ci sia un’idea tecnica precisa che ha ha guidato la costruzione della rosa e ne sta accompagnando lo sviluppo.

BATTUTO IL PRATO – Sabato, per la prima volta, l’Arezzo si è confrontato con un avversario di pari categoria. Il Prato gioca in serie D (è in un girone tosto con Carpi, Pistoiese, Ravenna e Riccione), punta alle prime posizioni, ha un allenatore quotato come Favarin e ha cominciato la preparazione negli stessi giorni degli amaranto. Eppure è stata un’amichevole quasi a senso unico, con un primo tempo in cui l’Arezzo ha fatto meglio per ritmo, organizzazione e iniziative dei singoli. Tutto aleatorio e provvisiorio, ma il 4 settembre comincia il campionato e più ci si avvicina a quella data, più i responsi degli allenamenti congiunti acquistano valore.

CIRCOLETTO ROSSO – L’uomo dell’estate è Mirko Lazzarini. Tesserato come mediano, utilizzato spesso da terzino, sta facendo il centrale difensivo come se fosse un veterano del ruolo. Cattivo sull’uomo, disinvolto quando deve impostare, sabato ha salvato un gol con un recupero a tutto gas che ai più attempati ha ricordato la “garra” di un certo Paolino Scotti. Capita che un giocatore in grado di coprire più ruoli finisca per essere considerato un senza ruolo e giochi poco. In questo caso sembra delinearsi lo scenario contrario.

ASPETTANDO IL BOMBER – Indiani nell’intervallo di Prato ha chiesto a Boubacar di fare gol. Sembra una banalità anche se non lo è. L’allenatore voleva più cattiveria sottoporta, quella che il maliano non ha avuto quando si è trovato sul destro la palla buona. Samake deve crescere, si vede a occhio nudo, anche se qualcosa di positivo emerge. E’ tignoso ed efficace quando porta il primo pressing: va aggressivo, ci mette il fisico (che non gli manca), ruba palla. I due gol di Settembrini su punizione contro San Donato e Prato (dalla stessa mattonella peraltro), nascono da due break di Boubacar stoppati con un fallo fuori area. Manca ancora il miglior Diallo, al Lungobisenzio in ombra anche perché nella ripresa la partita è andata giù in senso generale. Le prossime due settimane decideranno chi farà il titolare a Orvieto.

TROMBINI, DEBUTTO OK – Una parata con il braccio sinistro sulla staffilata di Noferi dai venti metri (palla deviata sul legno), un’altra con la mano destra sulla conclusione ravvicinata di Mobilio dall’interno dell’area (palla in corner). Trombini, classe 2001, ha rotto il ghiaccio nel modo giusto. Tra i pali, stando alle prime impressioni, ci sa fare. Dovrà abituarsi a pensare da difensore aggiunto, perché la linea arretrata di Indiani gioca sempre molto alta e il portiere deve allargare il raggio d’intervento fino alla trequarti. Giudizio a caldo: buon acquisto, anche se ora gli incastri under cambieranno. Ma le alternative non mancano.

ALTI E BASSI – Non hanno ancora messo il timbro Forte e Pattarello. Ma che impiegassero più tempo degli altri era prevedibile. Bruni, invece, nonostante il fisico imponente è già in buone condizioni. Segnali incoraggianti da Pericolini (l’anno scorso giocava in Promozione, non scordiamolo), dal vivace Gaddini, da Convitto che sabato svariava, arretrava a prendere palla, dando al tridente una elasticità che nelle precedenti uscite non si era vista. Poi ci sono Damiani e Bianchi, classe 2003 entrambi, dinamici e vispi al di là delle più ottimistiche aspettative. Ma su di loro ci spenderemo una riflessione a parte.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine