Stefano Butti

Il presidente del Museo Amaranto comincerà una nuova avventura: ”Vorrei insegnare ai ragazzi l’amore per il calcio e per la tecnica di base, che conta più di tutto il resto. Serviranno impegno, professionalità e pazienza per ottenere buoni risultati. L’Arezzo? La squadra è attrezzata per vincere. E mi ha fatto piacere scoprire che la società ha confermato l’accesso gratuito agli ex nel settore vecchio cuore amaranto della tribuna. Sono piccoli dettagli che però portano grandi risultati”

Stefano Butti è il nuovo responsabile del settore giovanile della Tuscar. Recordman di presenze nella storia dell’Arezzo con le sue 302 partite, presidente del Museo Amaranto, adesso avrà anche il compito di rilanciare il nome di una società che per decenni ha rappresentato un fiore all’occhiello del calcio aretino.

La Tuscar, presieduta da un altro ex amaranto e cioè Fulvio Rondini, ha una prima squadra che partecipa al torneo di terza categoria e sette formazioni del vivaio che coprono le annate dal 2007 al 2017 (Allievi, Giovanissimi, Esordienti, Pulcini, Primi Calci). Le iscrizioni sono aperte dallo scorso 7 luglio.

Perché questa nuova avventura, Stefano?

Perché conosco Rondini, mi fido delle sue parole e del suo progetto. Ho lavorato in tanti settori giovanili, so che all’inizio è tutto bello, tutto in discesa. Poi le cose cambiano. Per questo avevo giurato di non farmi coinvolgere più nel calcio di oggi. Ma alla fine la passione vince sempre.

Che cosa ti proponi di fare adesso?

Sarò l’allenatore dei Giovanissimi e dei pulcini 2013/2014, oltre a prendermi la responsabilità del settore giovanile. Vorremmo riportare in alto questo club storico, avviare un nuovo percorso in grado di dare, negli anni, buoni risultati. Serviranno impegno, professionalità e pazienza.

Come si articolerà il tuo lavoro?

Passerò per uno all’antica, ma mi piacerebbe insegnare ai ragazzi l’amore per il calcio, per lo spogliatoio, per la tecnica di base. Imparare a stoppare la palla, a calciare in porta, a fare un passaggio nel modo giusto sono le basi per essere un buon giocatore, a qualsiasi livello. Tattica e preparazione atletica vengono dopo.

Un po’ come si faceva una volta.

Appunto. E non si sbagliava. Io sono arrivato in serie B grazie ad allenatori che mi hanno formato. Rondini è d’accordo con me su questa impostazione. La mia ambizione è instaurare un rapporto di collaborazione con tutti gli allenatori, lo staff, i ragazzi. Crescere è possibile solo se si rema dalla stessa parte.

Quali strutture avrete modo di utilizzare?

Abbiamo un campo in erba molto bello che utilizzeremo per le gare ufficiali e per gli allenamenti dei più piccoli. Poi ci sono due terreni di dimensioni ridotte per tutte le altre attività.

E’ possibile ipotizzare una collaborazione con l’Arezzo?

Ne sarei onorato e felice. Ricordo che quando giocavo io, c’erano la Tuscar, il San Domenico, il Santa Firmina che avevano un legame strettissimo con l’Arezzo. I ragazzi più bravi passavano tutti in amaranto, tranne rare eccezioni. Dovremmo tornare a una sinergia del genere: non si ricostruisce in due giorni, lo so bene, ma si deve tentare. Da parte nostra, massima apertura.

Il presidente del Museo Amaranto cosa pensa del nuovo Arezzo?

Mi sembra che la squadra sia buona, attrezzata per vincere. E mi ha fatto piacere scoprire che la società ha confermato l’accesso gratuito agli ex nel settore vecchio cuore amaranto della tribuna. Sono piccoli dettagli che però portano grandi risultati.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine