Si ricomincia a distanza di tre mesi e mezzo dalla sconfitta playoff in casa della Juventus Next Gen: a livello dirigenziale c’è stata una cesura netta con il passato, dal punto di vista della rosa si è scelta la continuità. Stasera alle 20.45 arriva il Campobasso nella prima di campionato, come successo 43 anni fa, all’alba di una stagione che portò entrambe le squadre in B. Troise senza Chiosa e Damiani, ballottaggio Catanese-Settembrini in mediana. Prima volta con le maglie dedicate alla Madonna del Conforto
C’eravamo lasciati l’8 maggio con la sconfitta di Alessandria nei playoff contro la Juventus Next Gen, al termine di un’ottima stagione amaranto chiusa all’ottavo posto della classifica. L’Arezzo aveva un consiglio d’amministrazione, un amministratore delegato, un direttore generale, un direttore sportivo e Paolo Indiani in panchina. Tre mesi e mezzo dopo, a livello dirigenziale, c’è stata una cesura netta: il cda è stato sciolto, l’ad Selvaggio congedato, il dg Giovannini idem, il ds Cutolo promosso a capo dell’area tecnica. In panchina, al posto di Indiani, è arrivato Emanuele Troise ma dal punto di vista della rosa la continuità è stata salvaguardata. A oggi la squadra è formata da 25 calciatori, 15 dei quali confermati rispetto alla passata stagione (17 se contiamo anche Zona e Iori, ceduti in prestito lo scorso gennaio).
Non tutte le scelte del presidente Guglielmo Manzo, adesso amministratore unico del club, sono state chiarite, illustrate e spiegate. Il brusco addio con Giovannini, prima blindato con un contratto decennale e poi condannato a una paradossale damnatio memoriae, resta un crocevia denso di punti interrogativi, anche perché la sua figura, fondamentale nel rilanciare la società durante le ultime due annate, non è stata rimpiazzata. La progettualità di Manzo (strutture, stadio, prima squadra) è intatta, anche se l’organigramma si è ridotto all’osso: c’è il presidente e c’è Cutolo, il quale ha avuto il merito di preservare un nutrito zoccolo duro di calciatori per far lievitare le ambizioni della piazza, a cui è stato promesso un obiettivo chiaro: migliorare l’ottavo posto.
Il precampionato ha dato buone indicazioni e le due gare di Coppa Italia (in trasferta a Pesaro, in casa con l’Ascoli) sono state lo specchio dell’Arezzo attuale, già rodato in quanto a filosofia di gioco e nella conoscenza di un certo tipo di calcio, sempre propositivo e di qualità. A fronte di una condizione atletica non ancora ottimale e di qualche meccanismo difensivo da rodare, la squadra ha dato la sensazione di possedere una base solida su cui costruire le fondamenta della stagione. Guccione, talentuoso trequartista al quale è stato prolungato il contratto fino al 2026, è attualmente l’uomo simbolo che irradia luce per i compagni.
Alle 20.45 è in programma la prima di campionato contro il neopromosso Campobasso, campione d’Italia dilettanti e baldanzosa matricola del torneo. In panchina siede quel volpone di Piero Braglia (classe ’55, il più anziano in Lega Pro, stasera in tribuna per squalifica) e tanto basta per dare un tocco di imprevedibilità a una partita che Troise ha definito insidiosa. I molisani sono attesi con il rombo ma potrebbero mutare pelle a gara in corso, mentre l’Arezzo giocherà con il solito 433 elastico, in cui Renzi fa la spola fra interno del campo e corsia laterale. Non ci sarà Damiani, operato in settimana al ginocchio, e non ci sarà nemmeno Chiosa, vittima di un infortunio muscolare. Un solo ballottaggio nel reparto centrale fra Catanese e Settembrini, in attesa degli ultimi due rinforzi dal mercato che chiude il 30 agosto (un centrocampista e una punta).
Si giocherà in una bella cornice di pubblico: attesi più di tremila spettatori per la partita che segnerà il debutto della tanto discussa maglia amaranto con le immagini della Madonna del Conforto stampate sopra. Il Campobasso torna al Comunale a distanza di 38 anni dall’ultima volta ma c’è un altro precedente degno di nota. Nel 1981 amaranto e rossoblu si affrontarono per la giornata d’esordio del torneo al Comunale: vinse l’Arezzo 1-0 (gol di Gritti) e al termine della stagione entrambe le squadre salirono in B.