Il penalty al minuto 88 di una partita macchinosa e impacciata ha dato il via a un mini ciclo positivo di tre partite: 9 punti, porta sempre inviolata. Con il Gubbio la prestazione più convincente, sia per la qualità del gioco che per il valore dell’avversario. Ci sono ancora aspetti da correggere e, per paradosso, uno di questi riguarda proprio il rendimento dei difensori. Contro la Ternana si prospetta una partita bella, aperta, che darà a Troise qualche risposta in più
Il rigore contro il Legnago, al minuto 88 di una partita fin lì macchinosa e impacciata, ha fatto scoccare la scintilla. L’Arezzo si è rimesso in sesto, ha voltato pagina dopo le due scoppole di Pesaro e Pineto, e ha aggiunto 9 punti alla classifica. Lo ha fatto soffrendo e sbuffando, anche a Pontedera, dimostrando una crescita lenta ma costante.
La terza vittoria di fila, la quarta in sei giornate di campionato, è stata la più convincente di tutte sia per la qualità della prestazione che per il valore dell’avversario. L’Arezzo ha giocato un primo tempo vivace, dinamico, con idee apprezzabili, anche se ha costruito poco in proporzione alla bontà di una manovra più armonica rispetto alle altre volte. Trombini, parando il rigore di Tommasini, ha poi tolto la gara da binari nefasti e l’ha indirizzata verso un altro epilogo. Più sofferta la ripresa, con il Gubbio che però ha confermato una palpabile difficoltà a produrre azioni da gol.
Il dato significativo è soprattutto uno: porta inviolata per la quarta volta, nonostante un reparto arretrato inedito a causa delle assenze. Si sa che, più della prolificità in attacco, è la solidità difensiva a fare la differenza e in questo senso Troise può rallegrarsi del rendimento di un reparto che, paradossalmente, non è stato impeccabile finora. Del Fabro e Gigli devono alzare il livello, Lazzarini ha cominciato così così per poi lievitare (anche se i tre rigori procurati ne sporcano l’avvio di stagione), Coccia non è ancora quello di un anno fa, Renzi da terzino è più timido rispetto a quando gioca in mediana, Chiosa ancora non è mai stato disponibile. Non bastano super Trombini e un Righetti vispo e disinvolto per spiegare i quattro clean sheet in campionato, dunque c’è dell’altro.
La squadra, fatta eccezione per le due trasferte in cui si è sciolta alla prima difficoltà, incassando gol banalissimi, ha confermato di possedere una sua fisionomia, una sua struttura consolidata e metabolizzata. Il fatto che gran parte del gruppo abbia alle spalle uno o due anni di conoscenza, rappresenta un vantaggio che in campo ha il suo peso. C’è ancora del lavoro da fare, sia per affilare il possesso palla che per sfruttare le qualità dei due centravanti. Gucci e Ogunseye sono un po’ diversi e un po’ simili, sanno fare a sportellate, legare la manovra ma avrebbero bisogno di palloni spediti dentro l’area come Dio comanda. Finora non è successo spesso. Forse dipende anche dal fatto che gli esterni stanno andando a corrente alternata e questo non aiuta.
Tornando a martedì sera. Bene tre ragazzi della vecchia guardia (il già citato Trombini, il taumaturgo Guccione, Gaddini subentrato con il piglio giusto) e due nuovi acquisti su tutti gli altri. Righetti ha fatto il centrale con maturità e Chierico sta portando una ventata di freschezza, di novità, nell’interpretazione del ruolo di mezz’ala. Domenica contro la Ternana si prospetta una partita bella, aperta, che forse ci aiuterà a sciogliere qualche nodo sull’Arezzo di oggi.