Una prestazione convincente e rassicurante da parte della squadra nell’esordio di Orvieto, nonostante l’approccio contratto e qualche difficoltà nel palleggio. Ma Indiani ha mille risorse da cui attingere, compresa la panchina. E i tifosi, giustamente, hanno fatto festa

L’esordio che ci voleva, convincente e rassicurante per i 400 che erano a Orvieto e per la tifoseria intera, che quest’anno si attende la gioia della promozione. Non è stato un Arezzo brillante, almeno all’inizio, con il giro palla inibito dal campo allentato, dalla tensione, dalla frenesia di fare tutto e subito. Però la squadra ha concesso poco, ha tenuto costantemente il pallino e ha dimostrato idee, organizzazione, qualità tecniche.

“Dobbiamo avere più consapevolezza delle nostre qualità” ha detto alla fine Indiani, soddisfatto ma perfezionista (giustamente) e consapevole che non si può essere al top alla prima di campionato, che poi era anche la prima gara ufficiale della stagione. Il tecnico ha già trasferito ai giocatori la mentalità che vuole: possesso palla, difesa alta, pressing nella metà campo avversaria per non concedere spazi. L’Arezzo deve comandare e la sensazione è che ci riuscirà spesso, nonostante negli ingranaggi del 433 la rotellina della prima punta funzioni ancora a scatti.

Boubacar non ha giocato una gran partita: ha corso, ha fatto a sportellate, ma sul piano della manovra ha dato un apporto poco significativo. E Diallo, subentrato a metà ripresa, è poco giudicabile per uno scampolo in cui il match aveva già preso la piega definitiva. Indiani spiegò venerdì mattina che vanno aspettati e quindi c’è da dargli retta. Tra un mese si capirà se era solo un problema di ambientamento tecnico o se c’è dell’altro.

Per fortuna la squadra ha mille risorse. Sempre sicuro Trombini, ancorché poco sollecitato. Pericolini l’anno scorso giocava in Promozione, eppure non ha sentito il gap del salto. Lazzarini da centrale, dopo un inizio stranamente incerto, ha giocato un altro partitone. Non male, anche se può dare di più, Poggesi. Ottimo Risaliti, primo acquisto di Giovannini e insolitamente doppiettista.

In mezzo al campo è cresciuto col trascorrere dei minuti Castiglia, ha fatto come al solito una bella figura Settembrini (però meno pulito nel palleggio), si è dimostrato solido Damiani. Poi è chiaro che le giocate che più saltano agli occhi sono quelle degli attaccanti: Gaddini ha motivato con la prestazione e con il gol (e che gol) la scelta di Indiani di schierare cinque under nell’undici titolare. Pollice su anche per Pattarello: sterzate, sgassate, dribbling. Gli è mancato solo l’ultimo guizzo.

Insomma, una giornata positiva anche perché i cambi dalla panchina non hanno abbassato la qualità in campo. E contro un avversario già provato, è stata la svolta decisiva. Nulla è deciso e il destino del campionato è tutto da scrivere. Ma l’Arezzo aveva bisogno di un debutto del genere, con la gente a sventolare i bandieroni e a concedersi il lusso di sognare in grande.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine