la squadra consolata dalla sud dopo la sconfitta

Il direttore generale ha commentato la partita con il Ponsacco: “Una battuta d’arresto può capitare. Mi consola che è stata episodica e che restiamo primi in classifica. Ho 58 anni, Indiani quasi 70, sappiamo dove mettere le mani. E giudicare con il senno di poi è la forza dei perdenti. Boubacar e Diallo? Adesso serve serenità, a dicembre e gennaio vedremo. Non eravamo leoni dopo il 4-3 di Livorno, non voglio vedere gattini adesso”

Dopo sette giornate di campionato e una di Coppa Italia, è arrivato il primo inciampo stagionale. Bruciante come tutte le sconfitte, ha portato alla luce alcuni difetti della squadra, il più evidente dei quali è la sterilità offensiva dell’ultimo periodo. Nelle ultime quattro partite l’Arezzo ha segnato 2 gol, uno solo su azione, e tra Ghiviborgo e Ponsacco ha raccolto appena un punto. Ma Paolo Giovannini, per adesso, si professa sereno.

Direttore, com’è possibile perdere una partita del genere dopo il brillante 4-3 di Livorno in Coppa?

Per me non è stata una sconfitta inattesa. Conosco il calcio, so che le cose cambiano da un giorno all’altro e sapevo che quest’anno avremmo dovuto vivere le giornate di sole, di pioggia e di neve. Prima o poi uno scivolone sarebbe arrivato, è normale. Mi consolano due aspetti: abbiamo perso per circostanze episodiche e siamo in testa alla classifica. Voltiamo pagina e ripartiamo.

Teme che possa lasciare strascichi questo brutto risultato?

A dir la verità sono più curioso che preoccupato. E non è presunzione. Ho 58 anni, il mister quasi 70, certe dinamiche le abbiamo gestite anche in passato. Tra noi c’è grande fiducia, abbiamo lavorato insieme in cinque società diverse, sappiamo dove mettere le mani. Poi è chiaro che dipende pure dalla squadra.

Fiducia intatta nello spogliatoio?

Più fiducia ancora. Ieri i ragazzi, prima di arrendersi, sono morti in campo, hanno dato tutto e avrebbero meritato un risultato diverso. Capitano domeniche così, sanno anche loro che ad Arezzo avrebbero trovato una proprietà e un ambiente esigenti, che ci danno tanto e che in cambio vogliono la promozione. E le promozioni passano anche dai momenti difficili.

Un punto in due giornate però lascia un certo rammarico, non trova?

Io credo che l’Arezzo abbia i punti che merita di avere. Contro Gavorrano e Flaminia poteva finire anche in parità e non sarebbe stato uno scandalo. Non ho rimpianti. Ciò che conta non è quel che è successo, è quel che faremo domani.

il dg Paolo Giovannini

Indiani sta ruotando molti giocatori nell’undici titolare. Pensa che questa linea possa pagare fino alla fine?

Io sono convinto di una cosa e cioè che la rosa profonda sia una risorsa. Il mister fa le sue scelte in completa autonomia, fermo restando che come tutti noi può anche sbagliare. Ma giudicare con il senno di poi è la forza dei perdenti. A me piace guardare più in profondità. E di sicuro la squadra ha margini di miglioramento molto ampi.

Come si spiega i problemi di Boubacar e Diallo nel fare gol?

Stanno vivendo un’altalena di prestazioni evidente: Diallo dopo Gavorrano e Sangiovannese era stato elogiato, Boubacar dopo Livorno idem. Però è evidente che i gol deve segnarli chi gioca vicino alla porta, non possiamo pretendere che Risaliti faccia una doppietta ogni volta. Adesso serve serenità e mi riferisco all’interno, non all’esterno, da dove arrivano critiche che possono essere anche legittime perché fondate sull’emotività. Sono abituato a considerare i miei giocatori i migliori del mondo, fermo restando che il ruolo mi impone di fare delle scelte e di prendermi delle responsabilità. A dicembre e gennaio valuteremo con lo staff a 360 gradi: la squadra si sta allenando benissimo, i risultati dei test fisici sono importanti, uno svincolato farebbe fatica a inserirsi in fretta. E poi conosco le esigenze del mister, compresa la situazione dei 2004.

Martucci se n’è andato, Lorenzini non ha giocato nemmeno un minuto. Le alternative per quella fascia d’età sono ridotte.

Lorenzini sta trovando delle difficoltà, lo dice il campo. Vedremo come muoverci.

Sabato il Castello, poi il Livorno. E’ un crocevia fondamentale?

I campionati non si vincono adesso, ricordiamolo sempre. Prima di Ghiviborgo e Ponsacco sentivo dire che c’era la possibilità di allungare il passo e invece abbiamo raccolto un punto. Nel calcio non si sa mai. Non dovevamo sentirci leoni dopo il 4-3 di Livorno, non voglio vedere gattini adesso.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine