Compleanno speciale per “Ciccio”, che ad Arezzo ha mosso i primi passi da calciatore all’inizio degli anni ’70, con 48 presenze e 11 gol in serie B. Da presidente, nel 1993, fece ripartire il calcio dopo la radiazione, conquistando due promozioni rimaste nel cuore della gente. “Qua mi sono fermato a vivere, c’è un legame speciale che non si spezzerà mai”
Tanti auguri a Francesco Graziani. Nato il 16 dicembre 1952 a Subiaco, in provincia di Roma, oggi festeggia il 70esimo compleanno. Un’età che “Ciccio” porta benissimo, a dispetto del tempo che passa e della disavventura di due anni fa, quando cadde da una scala alta circa 7 metri, riportando la frattura di undici costole.
Graziani è uno dei simboli più apprezzati del calcio amaranto. Ad Arezzo arrivò nel 1970, proveniente dal Bettini Quadraro, per poi debuttare in serie B fino a mettere insieme 48 presenze e 11 gol. Forte fisicamente, bravo di testa, giocò in una delle formazioni Primavera più forti della storia, con Baldi e Neri, Giulianini e Martini, per poi farsi valere anche in prima squadra.
Nel 1973 il passaggio al Torino, dove per Graziani cominciò una fase ad altissimi livelli della sua carriera: la coppia gol con Pulici, lo scudetto del 1975, il titolo di capocannoniere della serie A, quindi il trasferimento alla Roma (due Coppe Italia vinte e la finale di Coppa dei Campioni persa ai rigori con il Liverpool), alla Fiorentina e all’Udinese.
Indimenticabile l’esperienza azzurra: 64 presenze e 23 gol con la Nazionale, con l’apice toccato l’11 luglio 1982 grazie alla vittoria del Mondiale di Spagna dopo la finalissima con la Germania.
Graziani ha sempre omaggiato Arezzo di una considerazione speciale, non solo perché si è sposato con Susanna, un’aretina, e qui si è fermato a vivere. Nel 1993, in un periodo buio della storia del nostro calcio, accettò di assumere la presidenza della nuova società, accollandosi un mutuo cospicuo nei confronti della Figc e ripartendo dal Campionato Nazionale Dilettanti. Fu un quinquennio tribolato, almeno inizialmente, che poi però fruttò due promozioni: il 31 marzo 1996 l’Arezzo tornò tra i professionisti e il 14 giugno 1998, cinque anni dopo la radiazione, tornò in serie C1.
Graziani ha raccontato il suo rapporto con Arezzo nell’intervista andata in onda durante l’ultima puntata di Amaranto Social Club e realizzata all’interno del Museo Amaranto: una bella carrellata di ricordi e aneddoti su Guerrino Zampolin e Gigi Montaini, Tonino Duranti e Dino Ballacci, Aldo Fabbriciani e Aldo Dalla Ragione, Lauro Minghelli e Serse Cosmi.
“Appena arrivato ad Arezzo, presi la bronchite. Rientrai a Roma e non volevo più tornare indietro. Invece in questa città, che ormai sento mia, sono rimasto per tutta la vita. C’è un legame speciale che non si spezzerà mai”.