Dall’archivio di Piero Comanducci e Umberto Mori, digitalizzato e messo in rete, spunta un filmato girato allo stadio “Mancini” quando il football in città muoveva i primi passi. Poco più di un minuto di un video in bianco e nero che ci riporta indietro di un secolo
Immagini sfilacciate di una vecchia pellicola che hanno un fascino enorme. Sono in bianco e nero e ritraggono una partita di calcio del 1930 a Campo di Marte, dove l’Arezzo ha giocato fino a quando non si trasferì nell’attuale impianto, inaugurato nel settembre del 1961.
Il filmato fa parte dell’archivio di Piero Comanducci, pioniere delle riprese video nonché personaggio di spicco della vita culturale e sportiva della nostra città. Il figlio Marcello, ex assessore all’innovazione, ha digitalizzato e messo in rete numerose testimonianze del passato, attingendo anche dal materiale di un altro benefattore come Umberto Mori.
Sul canale YouTube dedicato si possono trovare una gara di sci a Camaldoli (1939) e giochi tra ragazzi a Saione (1936), una competizione di marcia a Poti e il primo giro aereo dall’aeroporto cittadino (1931). Non mancano reperti legati alla storia d’Italia, come il ritorno dal fronte della divisione “23 marzo” alla stazione di Arezzo. Spezzoni di vita dell’epoca che hanno un valore enorme.
Il filmato legato alla squadra di calcio è ambientato nel vecchio stadio “Giuseppe Mancini”, dapprima luogo di esercitazione militare e poi dedicato ai giochi con la palla. Proprio nel settembre del 1930 la società cambiò nome, passando da Juventus Fbc Arezzo a Unione Sportiva Arezzo.
In quegli anni il football stava prendendo piede e pure i quartieri della Giostra davano il loro contributo: nel 1927 si ha notizia di un torneo, organizzato dalla Juventus Fbc per “popolarizzare il giuoco del calcio” e vinto da Colcitrone per 3-0 nella finale contro San Lorentino (come riportato nel libro “La rinascita del Saracino” di Saverio Crestini).
L’Arezzo nel 1930 militava in seconda divisione, un torneo regionale che lo vide confrontarsi con avversari toscani. Curiosa la storia di Giovan Battista Rebuffo, allenatore giocatore amaranto che il 26 ottobre sbagliò un rigore contro il Montevarchi. I rossoblu vinsero 2-0 al “Mancini” e Rebuffo dovette fuggire a gambe levate per sfuggire alle ire dei tifosi (episodio raccontato da “Amaranto siamo noi – storia dell’Arezzo calcio”). Prime avvisaglie di una passione popolare destinata a crescere nel corso degli anni.