fotosequenza di un abbraccio

Contro il Montespaccato sembrava una di “quelle” partite, che chi segue l’Arezzo sa che ogni tanto capitano. Invece no, c’è stata la rete del pari, la vittoria, la curva in festa. E c’è stato quell’abbraccio tra un calciatore e un raccattapalle, tra Mirko e Niccolò, tra un ragazzo di 23 anni e un ragazzino con le spalle strette che sogna, un giorno, di esultare sotto la sud

Minuto 29 del primo tempo. C’è già stato il gol (bellissimo) annullato ingiustamente a Gucci. C’è già stato il gol (altrettanto bello, ammettiamolo, specialmente visto che col senno di poi è stato ininfluente) di Pollace, che ha interrotto la striscia di imbattibilità di Trombini.

Diciamocelo: tutti noi abbiamo pensato che fosse una di “quelle” partite, che chi segue l’Arezzo sa che ogni tanto capitano. Gira tutto storto, e quando una partita si mette male, ogni minuto che passa diventa più difficile raddrizzarla. E sembra che sia così anche sugli sviluppi del calcio d’angolo di questo minuto 29, ben indirizzato verso l’area piccola da Foglia: ci prova Gucci, Tassi respinge, sulla ribattuta un difensore si oppone al tentativo di un altro giocatore dell’Arezzo, poi ci prova Pattarello col tiro a giro, Tassi respinge. La palla non entra, non vuole entrare, stai a vedere che è un’altra di quelle partite lì, la palla sfila verso l’out, arriva a Lazzarini che quasi non ha specchio della porta a disposizione, il portiere protegge il palo, il jolly in maglia gialla dovrebbe rimetterla in mezzo per qualcuno che la spinga in porta di testa, e invece ci prova, la spara d’istinto nell’unico pezzetto di porta disponibile, il pallone va dentro, ma allora non è una di quelle domeniche lì, anzi, c’è spazio per un momento, un istante, uno scatto che è una delle più belle foto di sport da che io abbia memoria.

Lazzarini viene verso la curva Minghelli, c’è lì il raccattapalle, un ragazzo che ama il calcio come lo sono tutti quelli che la domenica si inginocchiano dietro ai cartelloni pubblicitari, che non resiste, vuole andare ad esultare verso il 17, lui lo vede, gli prende la testa fra le mani, esultano insieme: è solo un momento, per fortuna immortalato da uno scatto, ma è un momento che ha un’importanza grande, grandissima, nell’economia della partita e del campionato. Per l’Arezzo, per Lazzarini, per Niccolò, il raccattapalle, per tutta la gente che era allo stadio e che cominciava a pensare che fosse una di “quelle” partite, in cui va tutto storto, e invece stavolta si è raddrizzata, le vittorie di fila sono diventate sette, sette come i punti di vantaggio, sette come le partite che mancavano alla fine del campionato, compresa questa, sette come il pezzetto di porta in cui si è infilato il tap in di Lazzarini, sette come il numero di maglia che quest’altro anno avrà il ragazzo che si farà anche se ha le spalle strette, che in questo sabato in cui sembrava andare tutto storto e poi invece no, ha fatto il raccattapalle ed è finito in uno di quegli scatti da mettere nei poster in cameretta, magari sognando un domani di poterci essere lui, lì, a spingerla dentro quella porta sotto la Sud, abbracciando qualcun altro che nel frattempo avrà iniziato a covare il suo stesso sogno.