Un campionato vinto da favoriti. Nonostante sembrasse troppo bello per essere vero. Convivendo con la paura di non farcela dopo Terranuova. Con i brividi addosso per l’impresa dell’Ardenza. Con una passione viscerale nelle vene. Con l’orgoglio popolare che non si è mai spento
Un campionato vinto da favoriti, circostanza rara da queste parti. Con tre giornate d’anticipo e 10 punti sulla seconda (poi diventati 7 ma non importa). Senza nessun giocatore in doppia cifra. Con la miglior difesa del girone. Con 42 punti su 48 conquistati contro le prime nove della classifica. Con zero sconfitte negli scontri diretti. Con la pioggia alleata a Piancastagnaio. Con il fango che schizzava ovunque a Ponsacco. Con il sole che ha benedetto il 4-0 di Livorno. Cambiando sempre formazione. Mettendo insieme prima 6 e poi 8 vittorie consecutive. Festeggiando fuori dallo stadio. Nonostante le porte chiuse. Nonostante i divieti. Festeggiando sui gradoni. Nonostante i trabocchetti seminati a Montespaccato, ad Aranova, a Ghivizzano, a Seravezza. Nonostante sembrasse troppo bello per essere vero. Convivendo con la paura di non farcela dopo Terranuova. Portando i bandieroni in giro per i campetti della serie D. Urlando contro il cielo dopo il gol di Bianchi al Poggibonsi. Dopo il rigore di Castiglia alla Pianese. Con i brividi addosso per l’impresa dell’Ardenza. Con una passione viscerale nelle vene. Con l’orgoglio popolare che non si è mai spento. E’ stata una grande annata, non la scorderemo. Ad maiora Arezzo!