il dg Giovannini in panchina ieri con il ds Cutolo al suo fianco

Intervista al direttore generale, al quale il presidente Manzo ha messo in mano le chiavi del club: “La perdita di bilancio di 6 milioni di euro è stata ridotta a meno di un terzo, abbiamo vinto il campionato e riportato entusiasmo. Non faremo mai passi troppo lunghi, rischiandone altri per tornare indietro: l’aspetto tecnico deve crescere in parallelo a quello economico. Le frasi del mister? Nessun caso. Gli dirò che la conflittualità non aiuta, una pacca sulla spalla sì. L’avvio di stagione è come me l’aspettavo: se necessario, faremo dei correttivi. Ma siamo in linea con il progetto: la quotidianità va gestita con equilibrio e senso della misura”

Le chiavi dell’Arezzo in mano, una progettualità che si snoda su un periodo medio-lungo, l’obiettivo di sviluppare le strategie del club dal punto di vista commerciale e infrastrutturale oltre che tecnico. Paolo Giovannini, dopo la firma su un contratto decennale, è l’uomo a cui il presidente Guglielmo Manzo ha affidato il compito di costruire un futuro solido e sostenibile.

Partiamo dal bilancio, che fino a poco tempo fa era un tasto dolente. Come sta la società oggi, considerando che si partiva da una perdita di circa 6 milioni di euro?

L’abbiamo ridotta a meno di un terzo. Questo grazie agli investimenti della proprietà e al saldo di molte pendenze arretrate, alcune saltate fuori dai cassetti in maniera inattesa. L’anno scorso siamo riusciti ad abbattere sensibilmente i costi di gestione, nonostante una rosa competitiva che ha poi vinto il campionato. Oggi l’Arezzo è una società vendibile, prima non lo era.

Vendibile non significa in vendita.

Assolutamente no, era solo per rendere l’idea. C’è un programma pluriennale, e mi riferisco ai centri sportivi, alle infrastrutture, ai box per gli sponsor, che hanno avuto dei costi di realizzazione ma che garantiranno entrate aggiuntive nei prossimi anni. Su questo c’è stato un confronto con Orgoglio Amaranto, socio di minoranza, a cui abbiamo confermato le nostre prospettive di crescita. Aggiungo che il clima intorno all’Arezzo è molto bello, stimolante. Si è ricreato entusiasmo tra i tifosi, abbiamo superato i duemila abbonati, il volume d’affari del marketing è triplicato e abbiamo costruito partnership prestigiose con le aziende locali. Siamo soddisfatti ma non ci fermiamo.

L’Arezzo di Giovannini come se lo immagina?

Come un club che non farà mai passi troppo lunghi, rischiandone altri per tornare indietro. Meglio avanzare lentamente e in modo costante che compiere un balzo azzardato e trovarsi a sedere per terra.

Il suo contratto da dirigente d’azienda scade nel 2034. Cosa ci vede dentro?

Di certo non aspetterò il decimo anno per puntare a salire di categoria. Ma l’aspetto tecnico deve crescere in parallelo a quello economico, la quotidianità va gestita con equilibrio e senso della misura.

Il minutaggio quest’anno serve anche a questo?

Precisiamo. Gli eventuali proventi del minutaggio sono quisquilie rispetto agli investimenti che stiamo portando avanti. Il discorso è diverso: abbiamo scelto di confermare e patrimonializzare diversi giovani perché puntiamo sulla loro crescita, in prospettiva di traguardi ambiziosi. La metà della rosa è formata da under, chiamiamoli così. E’ ovvio che tre o quattro giochino titolari ogni volta. Ma se Indiani scegliesse tutti over, nessuno gli direbbe niente.

Quando ha annunciato il rinnovo di contratto, disse che si sarebbe creato una sua squadra di lavoro. A che punto siamo?

Piano piano metteremo le cose a posto. Ci saranno sicuramente dei nuovi ingressi nel team.

Il trasferimento al centro sportivo di Rigutino come è stato assorbito da giocatori e staff?

Bene. Dopo una serie di valutazioni, abbiamo deciso di destinarlo solo alla prima squadra. Ci sono due spogliatoi per trenta persone e una palestra gemella di quella dello stadio, più una sala video sotto la tribuna. Dall’anno prossimo aggiungeremo uno spogliatoio e potrà giocarci anche la Primavera, che per adesso ha come sede naturale Le Caselle, dove per il terreno sintetico manca solo l’omologazione e per quello in erba naturale, già utilizzabile, sono in corso i lavori di manutenzione. A questo proposito vorrei sottolineare una cosa.

Cosa?

La ditta Galardini Sport ha svolto un lavoro egregio sia a Rigutino che allo stadio, dove il manto erboso è tornato a livelli d’eccellenza. Un anno fa la partita con il Terranuova venne rinviata causa pioggia, oggi non succederebbe.

Otto punti in sei giornate in campionato, eliminazione dalla Coppa Italia ieri. E’ soddisfatto dell’avvio di stagione?

Certe difficoltà erano nell’ordine delle cose. Qualche ragazzo sta pagando dazio, qualcuno deve crescere, qualcuno ancora non si è espresso sui suoi livelli. Confermo quello che ho sempre detto: puntiamo ad arrivare tra l’ottavo e il dodicesimo posto, con ambizione per la parte sinistra della classifica.

Pensa che ci sarà bisogno di correttivi cammin facendo?

Può darsi, sarebbe normale. Se ce ne sarà necessità, li faremo come li abbiamo fatti l’anno passato. Insieme a Cutolo ci muoveremo seguendo le indicazioni del mister, tenendo bene a mente, tutti quanti, quali sono gli obiettivi stagionali.

Kozak in azione in Coppa Italia

Ha parlato con Indiani dopo le dichiarazioni di ieri nel post Lucchese?

No, oggi la squadra ha il giorno libero ed è bene così. Ci ragioneremo sopra a mente fredda, ma certo non alimento un caso per le frasi di Indiani. Sono state sopra le righe, lui stesso se ne sarà reso conto. Lo conosco da una vita, a volte il suo perfezionismo lo tradisce, non riesce ad accettare l’errore in campo. So convivere con queste cose, so com’è lui e lui sa come sono io. Gli ripeterò cosa mi aspetto.

Cioè?

Che dentro una squadra, come siamo noi, serve la tolleranza. Tutti sbagliamo: io, Cutolo, l’allenatore, i calciatori. Difficoltà ce ne sono state e ce ne saranno: la conflittualità non aiuta, una pacca sulla spalla sì.

Su Borra e Kozak che idea si è fatto?

Le carriere parlano per loro. E gli alti e bassi di rendimento ce l’hanno tutti. L’anno scorso a un certo punto venne criticato anche Settembrini, che è uno dei nostri giocatori migliori. Adesso ci mettiamo una pietra sopra e si va avanti, non voglio gente triste in casa.

Masetti rischia veramente un lungo stop?

Le sensazioni non sono buone. Però fino a venerdì non avremo l’esito degli esami.

Eventualmente l’Arezzo potrebbe ricorrere al mercato degli svincolati?

Prima vediamo la diagnosi e i tempi di recupero. Poi decideremo insieme a Cutolo.

La stupisce un Mawuli così dominante in questo avvio di stagione?

Credevo molto in lui come credo negli altri due prestiti che abbiamo, cioè Renzi e Coccia. Mi mettessero di fronte all’alternativa, preferirei arrivare dodicesimo e tenerli l’anno prossimo che fare i playoff e perderli tutti e tre. Il progetto è più importante di tutto.