Forse è stata la miglior prestazione stagionale nonostante cinque assenze pesanti. Di sicuro l’Arezzo ha dato contro il Rimini una delle immagini più convincenti di sé: squadra corta, dinamica, frizzante, con idee e proprietà di palleggio. Carrarese e Pescara diranno se adesso la squadra può recuperare il ruolo di mina vagante oppure no. Diversi singoli in evidenza: Chiosa e Risaliti, Guccione e Gaddini. E Pattarello, che in 23 giorni dovrà scegliere tra le sirene della B e un ruolo centrale nel progetto amaranto

PRESTAZIONE TOP – Forse è stata la miglior prestazione stagionale. Forse lo è stata a tratti. Di sicuro l’Arezzo ha dato contro il Rimini una delle immagini più convincenti di sé: squadra corta, dinamica, frizzante, con idee e proprietà di palleggio. Ha vinto solo 1-0 ma ha rischiato poco, ha creato molto, in alcuni spezzoni ha proposto un calcio piacevole, verticale, veloce. I tre rifinitori hanno timbrato la partita con la loro qualità ma la sensazione è che sia cresciuto il collettivo, secondo un percorso fisiologico che sta andando a tappe e che fa lievitare il rendimento dei singoli. Il 2024 è cominciato nel modo giusto.

MINA VAGANTE – 7 punti in 3 giornate quest’anno l’Arezzo non li aveva mai messi insieme. Né era riuscito a chiudere 3 gare di fila senza prendere gol. Sono segnali di una trasformazione in atto: definitiva o no lo diranno le prossime partite, a cominciare da quella di Carrara e poi da quella con il Pescara. Trattasi di due avversari che hanno spessore tecnico, allenatori scafati, calciatori di categoria. Se l’Arezzo tiene botta, allora si potrebbe ambire a recuperare quel ruolo di mina vagante che nel girone di andata è rimasto un desiderio inespresso. Altrimenti nessun dramma e pane e salame fino alla fine.

6 GENNAIO – Certo è che chi è venuto sabato allo stadio ha vissuto un paio d’ore appaganti. L’atmosfera non era quella di vent’anni fa, quando Serafini piegò i romagnoli e avvicinò la serie B, ma si stava benissimo lo stesso. Sempre 1-0, sempre con gol del numero 10, sempre in quella porta. Arezzo-Rimini del 6 gennaio finisce sempre allo stesso modo.

Gaddini in azione contro il Rimini

ASSENZE CHE (NON) PESANO – Impossibile non mettere in evidenza come una delle prestazioni più brillanti del campionato sia arrivata in una giornata in cui la lista degli assenti era lunga e corposa: oltre ai lungodegenti Coccia e Polvani, reduci da infortuni e interventi chirurgici, mancavano anche gli squalificati Damiani, Mawuli e Settembrini. Cinque indisponibili dal peso specifico enorme che non hanno impedito alla squadra di esprimersi su standard elevati. E qui si torna al punto 1. Due mesi fa, probabilmente, sarebbe andata in un altro modo.

SPEEDY MONTINI – Citazioni sparse in retrovia. Montini si sta togliendo di dosso l’etichetta della sorpresa. Dal 23 ottobre, quando debuttò contro la Spal, non è mai uscito dai titolari, mettendosi in luce per intraprendenza, corsa, personalità. Non è Coccia, anche perché è un destro adattato a sinistra, ma si sta facendo valere. L’esperienza di Chiosa è sempre più preziosa in un gruppo che talora, per ovvi motivi, ha peccato di ingenuità nel leggere le partite. Tutto ciò senza tralasciare l’affidabilità di Risaliti: in una difesa meno temeraria, che rinuncia all’uno contro uno a tutti i costi e a tutto campo, si sta dimostrando un uomo di categoria.

IL FUTURO DEL 10 – Citazioni sparse dalla cintola in su. Sabato si è visto all’opera il miglior Gaddini dell’anno. Giovannini giura sulle qualità del ragazzo e piano piano la categoria comincia a rivelarsi masticabile. Guccione ha il piede per giocare a un tocco, dettaglio che per la manovra è molto salutare. E poi si sacrifica, rincula, non fa il sottopunta statico. Tutto senza perdere lucidità negli ultimi trenta metri. Gucci è l’uomo squadra per eccellenza, sia per il carisma che per la disponibilità a mettersi al servizio dei compagni. L’assist di sabato ne è l’esempio più eclatante. Infine Pattarello, la marcia in più dell’Arezzo. Il 10 spacca, lo dicono i numeri, si vede a occhio nudo. Cosa può fare in campo, ormai si sa. Cosa farà fuori, dovrà deciderlo lui. A oggi la B è una sirena ammaliante, un ruolo centrale nel progetto dell’Arezzo forse un po’ meno. Ma il futuro si costruisce anche di pancia, di cuore, con 23 giorni di mercato ancora a disposizione.