Quelle del centrale difensivo e del centravanti sono state due assenze pesanti che hanno scombinato il gioco della squadra, favorendo il palleggio del Pescara che ha vinto per la prima volta nella storia ad Arezzo grazie alle reti di due ex. Le scelte iniziali di Indiani stavolta non hanno pagato, anche se gli episodi si sono rivelati decisivi e la classifica resta ottima. Gli amaranto sono ottavi in classifica, in zona playoff, e ripensando a com’era la situazione un anno e mezzo non c’è proprio da lamentarsi…

ASSENZE PESANTI – Il dilemma se abbia pesato di più l’assenza di Gucci in attacco o quella di Chiosa in difesa ci accompagnerà per i prossimi giorni. E come sempre accade nel calcio, non avremo risposte definitive. Di sicuro Risaliti non è stato quello delle ultime volte e Guccione non ha marchiato la partita come d’abitudine. I giocatori forti fanno lievitare anche il rendimento dei compagni e ieri sera se n’è avuta la riprova.

LEGGI NON SCRITTE – Resta il fatto che la striscia di quattro risultati utili di fila si è interrotta nella sera in cui il Pescara ha vinto per la prima volta nella storia ad Arezzo. Con la legge dei grandi numeri in agguato e quella dell’ex che continua a colpire inesorabile (ce n’erano due in campo e hanno fatto gol entrambi), non poteva che andare così. Peccato, anche perché il debutto del cavallo Alò, simpatica mascotte amaranto, avrebbe meritato una “prima” migliore.

ZAVORRE – La squadra è stata più sporca del solito nel palleggio, ha concesso diverse occasioni (bravo Trombini anche stavolta), ha patito l’assenza del centravanti di ruolo. Da falso nove ci hanno giocato Iori, Guccione, un po’ Castiglia alla fine, poco Pattarello che sembrava il più indicato e, si è saputo dopo, non stava benissimo fisicamente. Troppe magagne tutte insieme hanno zavorrato la prestazione, andata avanti per folate. Il risultato si spiega così.

Zdenek Zeman davanti alla panchina

QUALITA’ – Indiani ha aggiunto che gli episodi, a differenza di Carrara, non sono stati benigni e non ha torto. Tra andata e ritorno, i crocevia delle due partite hanno sempre premiato più Zeman di lui, i due tecnici più anziani della serie C. Questione di buona sorte ma anche di qualità media complessiva, che vede il Pescara avanti rispetto all’Arezzo. Alla fine, il calcio ha anche una logica.

FORMAZIONE – Col senno di poi, ma anche di prima, in molti avrebbero pronosticato Pattarello falso nove con Guccione e uno tra Iori e Gaddini a sostegno. Fermo restando il 4231, ci stava un impiego dal primo minuto di Settembrini, che largo a sinistra ci ha già giocato, corroborando la fase difensiva senza sguarnire il centrocampo. E contro i palleggiatori pescaresi, non sarebbe stata un’idea sbagliata. Indiani invece si è giocato tutti i rifinitori dal primo minuto, lasciandosi il solo Catanese come mossa in corso d’opera e relegando Settembrini a quinto cambio al minuto 87. Nel calcio la riprova non c’è ma forse qualche incastro poteva venire meglio.

BRAVI RAGAZZI – Trombini e Pattarello sono stati celebrati più volte in stagione, dunque la copertina se la prendono Donati e Gaddini, cioè un esordiente in assoluto e un esordiente in categoria. Hanno confezionato l’azione del pareggio mettendoci forza fisica, irruenza, combattività (Donati) oltre a senso del gol, tecnica, colpo da biliardo (Gaddini). L’attaccante ha un contratto pluriennale in essere e Giovannini lo considera un prospetto di sicuro avvenire. Donati è in prestito dall’Empoli ma l’Arezzo vuole provare a tenerlo anche l’anno prossimo. Sono due buone notizie.

CLASSIFICA – Ciò detto, i quattro risultati di fila conquistati a cavallo del giro di boa, consentono di assorbire senza scompensi l’ultima sconfitta. L’Arezzo è ottavo in classifica, a +5 sui playout e, se finisse oggi il campionato, giocherebbe gli spareggi promozione. Considerando dove eravamo nel giugno 2022, non ci possiamo lamentare.