amichevole tra Tuscar Canaglia e Arezzo nel 1982 a Pescaiola

Stasera aperitivo in Corso Italia e poi cena da Cecco a 24 anni dalla scomparsa di Mario Catavero, uno dei fondatori dell’iguana gialloverde nel 1974. Tra brindisi e tanti bei ricordi

Più di settanta persone a cena, tutte con un passato gialloverde nelle vesti di dirigenti, allenatori, giocatori o semplici simpatizzanti. Stasera all’hotel Cecco, in pieno centro storico ad Arezzo, si festeggiano i 50 anni dalla fondazione della Tuscar Canaglia, società che ha scritto la storia del calcio dilettantistico e giovanile della città.

Correva l’anno 1974 quando un gruppo di amici, dopo interminabili partite al campetto che si trovava nei pressi dell’ex manicomio, decise di mettere in piedi un vero club di calcio. Il Comune mise a disposizione l’impianto di via Pisacane, in Pescaiola, e da lì prese il via una delle più straordinarie avventure dello sport aretino.

Tra i fondatori, oltre a Rolando Stolzuoli, Giorgio Venturini, Moreno Casacci, Alberto Trippi, Enzo Formelli, c’era Mario Catavero, istrionico e scanzonato, ex portiere e poi vera anima del gruppo. Se n’è andato il 29 febbraio 2000 e questa ricorrenza viene celebrata ogni quadriennio, con l’inestinguibile goliardia, dai suoi vecchi compagni di pallone e di vita. Quest’anno, in più, c’è da brindare anche al cinquantesimo anniversario della nascita dalla società, da sempre simboleggiata dall’iguana con due palloni e il fiasco di vino.

Prima della cena, riservata a un numero “ristretto” di commensali per motivi logistici, è previsto un aperitivo in Corso Italia aperto a tutti, in pieno stile Tuscar. Tra gli ospiti anche alcuni ex amaranto come Andrea Baldi, Claudio Giulianini e Vittorio Marini

Sarà una festa che darà una spolverata ai ricordi dei bei tempi, a quando quei ragazzi che si ritrovavano al bar Morgana, sotto i portici di via Roma, facevano i dispetti ad Angiolina Cipollini detta “Sputaci”, che si arrabbiava e li chiamava “canaglie”. Di qui il nome della società. Alle pareti della sala che ospita la rimpatriata è già appeso lo striscione che ha sempre accompagnato le partite gialloverdi: “la gioventù è un attimo, la Canaglia è eterna”. Uno slogan che oggi è più vero che mai.