il rigore parato da Trombini a Rizzo Pinna

Il portiere sullo 0-0 para il rigore di Rizzo Pinna ed è il migliore tra gli amaranto, che soffrono soprattutto in mezzo al campo. Disattenzione generale sul gol di Yeboah. Gucci poco assistito deve limitarsi a fare la lotta

Le pagelle di Lucchese-Arezzo.

TROMBINI 7.5 Riflesso magistrale sul rigore di Rizzo Pinna, episodio che tiene in equilibrio una partita che poteva prendere una brutta piega. Salvato dalla traversa sul tentativo di autogol di Damiani. Una sola uscita sporca, con la palla lasciata dentro il marasma dell’area e Benassai murato dai compagni. Poi diverse cose buone con la serenità dei forti, sia con le mani che con i piedi.

RENZI 6 Non restava in campo novanta minuti dal 6 gennaio, giorno di Arezzo-Rimini. Indiani lo piazza a destra e lui nel primo tempo è tra i più vivaci, dando appoggio a Pattarello e concedendo poco in fase difensiva. A metà ripresa trasloca a fare l’esterno alto, senza grandi squilli. Si fa fregare, come i compagni, dalla sponda di Fedato che regala l’1-1 a Yeboah.

POLVANI 6.5 Uscire palla al piede dal traffico è uno dei suoi tratti distintivi. Un paio di volte però non trova lo scarico e finisce per farsi fregare, mandando in bestia Indiani. Passati i primi venti minuti un po’ così, torna l’animale da combattimento che conosciamo, praticamente insuperabile nell’uno contro uno.

RISALITI 6.5 Il trenino che gli spalanca le porte del gol sembrava condurre verso i tre punti, premiando una prestazione personale anche sofferta ma puntigliosa. Nell’azione del pari rossonero, perde il contatto con Fedato che la spizza di testa e manda a segno Yeboah.

MONTINI 6 Quirini e Guadagni incrociano dalla sua parte, producendo duelli vivaci a tutta rapidità. Non è il motorino visto all’opera altre volte ma sta dentro la partita con la testa giusta. Ormai questa categoria è sempre più sua.

CATANESE 5.5 La “garra” non gli salva del tutto la pagella in una serata complicata. Gorgone piazza due trequartisti tra le linee proprio per attaccare alle spalle i mediani amaranto, circostanza che per larghi tratti incanala la gara su binari d’affanno. Il rigore concesso alla Lucchese è per metà frutto della malizia di Gucher e per metà dell’ingenuità sua. Si sbatte generosamente ma i risultati non sono proporzionali all’impegno (19′ st Donati 6 Approccia bene la partita, produce l’incursione nell’area avversaria da cui nasce l’angolo dello 0-1. Però si fa attrarre dalla palla sul cross di Quirini, dimenticandosi Yeboah alle sue spalle).

DAMIANI 6 Comincia malino, poi si riprende, pulisce l’area dopo il rigore respinto da Trombini, corre dietro a Rizzo Pinna e Guadagni, fa auto traversa e gli va bene, recupera tanti palloni, si butta in scivolata su Quirini e non è la decisione migliore perché quello sterza e crossa il pallone dell’1-1. Un po’ di casino ma lì in mezzo fa legna.

PATTARELLO 5 Le scelte alla fine fanno la differenza. E’ cresciuto tanto in questi mesi ma a volte in campo torna il Pattarello di prima, che tira quando potrebbe passarla, la passa lunga quando dovrebbe scaricarla vicino e la scarica a due metri quando avrebbe modo di andare all’uno contro uno. Volenteroso e pasticcione in egual misura (45′ st Ekuban ng).

GUCCIONE 5 Indolente come capita ai trequartisti di talento quando dentro al cilindro non ci sono conigli. Passaggetti, tiri telefonati, una regia senza acuti per uno che di solito spacca le partite (39′ st Settembrini ng).

GADDINI 5 Irretito dall’atmosfera della sua Lucca. O forse, più semplicemente, una notte storta come può capitare. In campo 64 minuti, esce senza aver mai tirato in porta. E per uno come lui è una notizia (19′ st Foglia 6 Riequilibra un po’ le cose, anche se il possesso nella ripresa è quasi sempre rossonero. Gli capiterebbe pure la palla buona per calciare verso Chiorra ma perde l’attimo nell’area avversaria).

GUCCI 5.5 Si allunga la lista delle partite in cui se ne sta lassù, al centro dell’attacco, confidando in un cross fatto bene, una palla vagante nei sedici metri, un’assistenza degna di questo nome. Non accade e allora si limita a fare la lotta con il suo proverbiale spirito guerriero.