In amaranto ha segnato 19 gol in 64 presenze tra il 2001 e il 2004 (“ho ancora nella mente la doppietta alla Lucchese nel 2003, il portiere Gazzoli voleva strappare il palo della porta”). Poi ci è tornato nelle vesti di talent scout dal 2018 al 2020 (“Brunori e Cheddira tra i giocatori che ho segnalato io, Messias il colpo sfumato”). Infine ha guidato l’Acf in serie B femminile (“bella gioia, un grazie al presidente Anselmi”). Sabato torna da vice tecnico rossonero: “Sarà una partita aperta, com’è nella natura delle due squadre. Io emozionato? Assolutamente sì, il rapporto con la piazza non si cancella”
Due stagioni e mezza in amaranto in un periodo particolarmente buio (salvezza ai playout nel 2002, retrocessione nel 2003). Ma lui riuscì a ritagliarsi 64 presenze, a segnare 19 gol e a conquistare il cuore della tifoseria. Poi, quando finalmente l’Arezzo prese il decollo verso la B, arrivò la cessione all’Albinoleffe. Con Somma, tatticamente parlando, non c’era feeling e la promozione se la gustò solo a metà.
Emiliano Testini, classe 1977, è stato uno dei calciatori più talentuosi transitati dal Comunale negli anni duemila. Un po’ esterno offensivo, un po’ laterale d’attacco, un po’ rifinitore, sapeva fare tante cose bene e in velocità. Quella che gli riusciva meglio era il tiro in porta con il sinistro: da quel piede partivano bordate fortissime e precise che non davano scampo ai portieri.
Originario del Borghetto al Trasimeno, ha vissuto la piazza anche come direttore sportivo, tra il 2018 e il 2020, subito dopo la battaglia totale, e come allenatore dell’Acf Arezzo, guidata al grande salto in serie B nel 2022. Sabato sera tornerà da ex nelle vesti di vice allenatore della Lucchese, a fianco del suo ex collega e amico Giorgio Gorgone.
Sei emozionato oppure ormai l’emozione non la provi più?
Venire ad Arezzo e non provare emozione per me non è e non sarà mai possibile. E’ una città che ho gustato a fondo e il rapporto che c’è con la gente non si può cancellare.
Ti senti più ex per i tuoi trascorsi da calciatore, da ds o da allenatore dell’Acf?
Mi sento ex per tutte e tre le cose, è difficile sceglierne una piuttosto che un’altra. Ogni abito che ho indossato mi ha lasciato qualcosa di importante sia professionalmente che umanamente.
Marzo 2003: Arezzo-Lucchese 2-0, doppietta tua. Cosa ti ricordi?
Mi ricordo che furono due gol molto belli, specialmente quello su punizione. Ho ancora impressa l’immagine del portiere della Lucchese, mi pare fosse Gazzoli, che dopo aver visto il pallone in rete si attaccò al palo come se a volerlo strappare.
Hai il rimpianto di non aver vinto il campionato ad Arezzo oppure ormai è acqua passata?
Non l’ho vinto nel 2004 da giocatore, quando andai via al mercato invernale, e non l’ho vinto nel 2019 da direttore, quando perdemmo in semifinale playoff con il Pisa. Però non ho rimpianti. Nel primo caso sono comunque stato felice per l’Arezzo e i miei ex compagni. Nel secondo facemmo tutto il possibile per vincere. Dentro di me, più che rimpianto, sento rabbia per aver coltivato un sogno e averlo visto svanire in quel modo.
Testini direttore sportivo: ci sono 3 giocatori che hai “scoperto” e che ti piace ricordare?
Non mi piace parlare di scoperte. In quegli anni ho indicato dei calciatori che nel tempo hanno poi dimostrato di essere bravi, questo sì. Mi riferisco a Brunori e Cheddira soprattutto. A gennaio del 2019 feci di tutto per prendere Rolando e Messias dal Gozzano e non ci riuscimmo. Arrivò soltanto Rolando che comunque fece bene.
C’è un giocatore che pensavi potesse fare di più?
Dico Pinto, il difensore, classe ’98. Aveva le qualità e le capacità per poter arrivare in alto, purtroppo gli infortuni lo hanno frenato.
L’esperienza con l’Acf Arezzo la rifaresti?
Assolutamente sì, sono stati 2 anni e mezzo indimenticabili, ricchi di gioie ed emozioni, per i quali devo ringraziare il presidente Massimo Anselmi.
Che partita ti immagini sabato sera, tatticamente aperta oppure no?
Una partita tra due squadre che giocheranno per vincere, com’è nella loro natura. Una partita che vale molto per entrambe. Spero sia una notte di spettacolo per tutti i tifosi presenti allo stadio.
E che accoglienza ti aspetti?
Non lo so, non ho mai amato i riflettori, sono stato molto in disparte anche quando ho lavorato nell’Arezzo come direttore. Di sicuro a fine gara avrò il piacere di salutare tanti amici e tante persone che mi hanno sempre rispettato per l’uomo che sono.