10 punti e primo posto: ottimo inizio per i baby amaranto, reduci dallo spettacolare 5-0 al Picerno tra le mura amiche. Intervista con l’allenatore sulle ambizioni della squadra e sul percorso di crescita dei giocatori
Grande prestazione contro il Picerno. Che significato attribuisce a questa vittoria e che analisi fa dell’incontro disputato?
E’ stata una partita che noi abbiamo reso facile vedendo il risultato, anche se non lo era affatto. Il Picerno aveva i nostri stessi punti e veniva da ottime prestazioni. Allo stesso tempo, era una squadra molto fisica. Trattandosi della quinta giornata, è stata una partita in cui si è iniziato a vedere un po’ il contesto squadra. Guardando le registrazioni dei match precedenti, il Picerno mi era piaciuto: una squadra tosta e ben organizzata. Pertanto, in settimana ci siamo preparati con la massima attenzione. L’incontro è poi andato bene principalmente per meriti nostri. Siamo stati sempre in partita, a livello agonistico forse più presenti di loro. La qualità dei nostri attaccanti ha fatto la differenza, nonostante gli ultimi due gol sono arrivati nei minuti finali. In generale, abbiamo creato tante occasioni.
Dopo 5 giornate siete primi a quota 10 punti. Si aspettava questo inizio da parte dei suoi ragazzi?
Ero consapevole del lavoro che stiamo svolgendo. Il livello del campionato è stato un po’ una sorpresa, le altre squadre erano un’incognita. E’ un torneo molto equilibrato: ci giocheremo tutto fino alla fine. Le prime due partite non sono andate bene, abbiamo pareggiato in casa con il Pineto e perso a Campobasso demeritando. Ho detto ai miei ragazzi che il calcio purtroppo non è sempre meritocratico, che la sfortuna dei primi due match si sarebbe rovesciata in un secondo momento. Ecco, magari nella partita contro il Picerno abbiamo recuperato tutte insieme le occasioni perse e gli episodi sfavorevoli degli incontri precedenti.
Contro il Sorrento si è infortunato Verdini, capitano e anima di questa squadra, che si è fratturato il braccio. Cosa ci dice su questo ragazzo e quando lo rivedremo in campo?
Sono andato a trovarlo subito dopo l’operazione. Gli ho detto che in questo momento deve pensare solo a guarire e che lo aspettiamo per la fase finale di campionato. E’ un giocatore secondo me già pronto per la prima squadra, sia mentalmente che fisicamente, oltre che serissimo. Sicuramente è una perdita importante, soprattutto a livello umano. Un vero leader, non di tante parole ma con i fatti. Una brutta perdita che nel calcio può capitare. Mercoledì, dopo essere uscito dall’ospedale, è venuto subito al campo, mentre sabato era a vedere la partita. Lo terremo vicino a noi il più possibile.
Parlando di leadership, oltre a Verdini quali sono gli altri punti di riferimento?
Io punto molto sull’aretinità. Anch’io ho vestito la maglia amaranto per tanti anni, se sei di Arezzo hai dentro un fuoco interiore in più rispetto a chi viene da fuori. Pertanto i capitani e vice capitani che scelgo tendono ad essere tutti aretini. Non è per fagli un regalo, ma so che chi gioca per la propria città ha un sentimento più forte.
Che gruppo è la Primavera? Quanto è contata la forza del gruppo in queste prime uscite stagionali?
La forza del gruppo è stata e sarà fondamentale. Tra l’altro le prime giornate sono sempre molto delicate. Quando inizia il ritiro tutti vogliono giocare titolari, poi in campionato si devono fare delle scelte. Chi ha trovato meno spazio cerca di tirare fuori quel qualcosa in più, anche se mi rendo conto che è dura, mentalmente parlando. Ho la fortuna di avere un gruppo di ragazzi molto omogeneo: che giochi uno o un altro cambia poco. Abbiamo elementi con molta qualità, questo mi permette di variare spesso la formazione. Consideriamo anche che a 18 anni sei molto condizionabile, quindi sono consapevole dell’età che ho di fronte. Parlo di ragazzi che prendono tutti i giorni il treno, vanno a scuola, insomma si fanno un bel mazzo. Tutto ciò per dire che anche un calo fisico ci può stare. Devono capire che si può passare dalla tribuna ad essere titolari in un attimo, a giro tutti avranno la loro opportunità. Hajri ha giocato poco ultimamente, poi con il Picerno è entrato e ha fatto pure gol. Il gruppo è questo: allenarsi e andare nella stessa direzione. Se abbiamo lavorato bene in settimana, i risultati nel weekend poi si vedranno.
Quali altri giocatori meritano una menzione?
Sono tanti. I numeri fanno rumore e fanno emergere il giocatore: Concetti sabato ha fatto 3 gl, se ne è mangiato uno, ha preso una traversa. Al di là dell’aspetto tecnico è un grande professionista, vuole emergere. Celli è più estroverso e si sta comportando bene. Sta prendendo la fascia, da capitano sente più responsabilità verso i compagni. Siamo per la maggior parte 2007, tra i 2006 ci sono Fucci, Concetti, Costantini. Inoltre c’è chi rientra dall’infortunio, come Sbaraglia e Lucchino. Quest’ultimo ha avuto un’operazione in estate, piano piano si sta riprendendo. E’ un bel gruppo, considerando l’età. A costruire ci vuole tanto, a distruggere invece basta un attimo, per cui dobbiamo stare molto attenti. Il nostro compito è costruire il giocatore anche dal punto di vista umano e caratteriale. Questi ragazzi escono dalla Primavera e alcuni di loro andranno in prima squadra, altri in serie D, qualcuno smetterà. Il risultato del campo conta relativamente rispetto alla formazione. Io voglio vedere il giusto atteggiamento, pertanto monitoriamo al massimo questi aspetti, non è facile vedere tutto ma ci proviamo. Plasmare un ragazzo a 18 anni è una sfida tosta, a quest’età sono svegli e brillanti ma allo stesso tempo emergono delle debolezze: noi dobbiamo essere bravi a intervenire e dar loro una mano, senza sostituire i genitori. Lo sport è importante per questo. Mi piace pensare che i miei calciatori, quando troveranno qualche difficoltà nella vita, cercheranno soluzioni invece di abbattersi.
In ottica prima squadra, c’è qualche ragazzo già pronto?
Esiste un’ottima collaborazione con Troise e i suoi collaboratori, pertanto durante la settimana i nostri giocatori si allenano con la prima squadra. Li mandiamo su a rotazione, anche per fargli tastare con mano cosa sia il professionismo. Sono molto considerati, quindi non vanno tanto per andare. Bisogna continuare così, allenarsi con gente più brava è sinonimo di miglioramento. Stare con persone che hanno raggiunto determinati obiettivi rappresenta una spinta in più e un incentivo peri raggiungere quel livello.
Sabato lo scontro al vertice contro il Trapani, che ha una partita in meno. Che partita si aspetta?
Fino a qualche anno fa non era possibile accedere alle registrazioni delle partite delle avversarie. Adesso basta andare su YouTube sulla pagina della serie C. Ho guardato le partite precedenti del Trapani, è una bella squadra e più esperta della nostra. Dovremo essere bravi a pensare a noi, a divertirci, il risultato sarà figlio della prestazione e della settimana di lavoro. Quest’anno abbiamo la possibilità di prendere il treno e l’aereo per andare in trasferta, soggiornare negli alberghi. Insomma, vivere il calcio da veri professionisti: questo aiuta tantissimo i ragazzi a capire l’importanza di questi momenti e a crescere. Devono capire l’obiettivo, non deve essere una gita. Poi è chiaro che se la devono anche godere: sono tutte esperienze belle a quest’età, che un giorno ricorderanno con il sorriso e che non tutti hanno la possibilità di fare.
Quello delle convocazioni è dunque il momento più difficile per lei?
Un po’ sì. Non permettere a un ragazzo che si fa il mazzo durante la settimana di venire alla gara è sempre difficile. Se in settimana vedo qualcuno che non dà il 100% mi chiedo sempre quale motivo ci sia dietro. Cerco di avere un rapporto stretto con i giocatori che vedo giù di morale durante gli allenamenti e di capire cosa stanno passando. E’ faticoso dedicare il giusto tempo alla scuola e partecipare con intensità all’allenamento, senza dimenticare che molti vengono da fuori e prendono il treno quasi tutti i giorni. Lo sport è divertirsi e allontanarsi mentalmente da tutto ciò che è accaduto nel resto della giornata. Quando si va in campo bisogna concentrati solo su quello che si sta facendo, tutto il resto deve passare in secondo piano. Prima lo capiscono, prima si divertiranno e prima otterranno risultati.