Più della decisione di giocare senza prime punte di ruolo, la squadra ieri ha pagato quella di un centrocampo leggero. Il 7 amaranto, che ha segnato solo un gol in 14 giornate, resta un rifinitore di qualità e così va impiegato. “Bisogna fare qualcosa di diverso e di più” ha detto il mister dopo il 2-2 con il Milan Futuro e il momento sembra imporre una virata verso una maggiore stabilità
ULTIMI GIRI DI LANCETTE – Alla fine bisogna tirare un sospiro di sollievo per questo pareggio, arrivato agli sgoccioli di una partita pazza, in cui l’Arezzo è andato a pochi minuti dalla sconfitta. I gol in zona Cesarini stanno diventando una costante, il che può essere interpretato come un aiuto salvifico da parte della buona sorte ma anche come una encomiabile attitudine a non mollare mai. Andando a ritroso: Gucci ieri a Solbiate (87′), Pattarello su rigore con l’Ascoli (84′), Ogunseye a Pontedera (80′), ancora Pattarello su rigore contro il Legnago (88′) hanno aggiunto in totale 6 punti alla classifica. Non pochi.
FRAGILITA’ – Più della scelta di giocare senza prime punte di ruolo, la squadra ieri ha pagato quella di un centrocampo leggero, in cui Santoro e Settembrini da soli si sono trovati a mal partito contro un avversario che pecca di esperienza e malizia ma abbonda in qualità e ritmo. Guccione avrebbe dovuto dare una mano ma è chiaro che lui, per caratteristiche, aggiunge molto in fase di possesso e toglie altrettanto quando la palla ce l’hanno gli avversari. Il 7 ha la naturale predisposizione ad arretrare per prendere palla e dispensare qualità, però resta un trequartista, un rifinitore. E in quel modo va sfruttato. Vederlo terminare la gara senza un tiro in porta, fa male e fa riflettere. Come fa male vedere che dopo 14 giornate ha segnato un gol soltanto.
SETTIMANE DI FUOCO – E’ stata una gara pazza dall’inizio alla fine nel senso che c’era un’azione di qua e una di là e bastava poco per aprire il campo. Poteva segnare più gol l’Arezzo, poteva segnarne di più anche il Milan, dunque il pari alla fine non è bugiardo. Per Bonera però è un punto pesante mentre per Troise, considerando tutto, è un punticino: la squadra non vince da tre giornate e per la quarta volta consecutiva ha dovuto rimontare lo svantaggio. Si tratta del periodo più lungo senza tre punti dall’inizio della stagione: non è un dramma ma un piccolo allarme sì. Anche perché di qui alla sosta il calendario è bello tosto: Pescara in casa, Perugia fuori, Entella al Comunale, Lucchese al Porta Elisa, Pianese in campo amico e Campobasso in trasferta. Ci sarà da battagliare.
L’ANALISI DI TROISE – “Bisogna fare qualcosa di diverso e di più” ha detto il mister a fine gara e ha ragione. La continuità tanto invocata resta un obiettivo non raggiunto e un po’ tutti i giocatori sono sull’altalena: una domenica giocano, una domenica no, una volta fanno bene, un’altra così così. La sensazione è che sia arrivato il momento di scelte precise, al netto degli infortuni e degli imprevisti che possono capitare. Le rotazioni sono sempre state considerate una risorsa da Troise e non è un ragionamento sbagliato a prescindere. Il momento però sembra imporre una virata verso una maggiore stabilità. Poi, come sempre, il campo parlerà.