Gilli non è più sicuro come nelle prime apparizioni in amaranto, Guccione disegna due assist alla sua maniera nel primo tempo ma poi scompare. Righetti, Santoro e Capello subentrano senza lasciare tracce. Dopo tre quarti d’ora con qualche lampo, evapora anche Pattarello
Le pagelle di Arezzo-Torres.
TROMBINI 6 Riflesso prodigioso quando Renzi rischia l’autogol con un colpo di testa all’indietro che poi tocca la traversa. Piazzato male sul destro di Guiebre che consegna i tre punti alla Torres. Bravo sul tiro a botta sicura di Giorico, a metà secondo tempo, che poteva chiudere la contesa con largo anticipo. Una presa stile saponetta su un traversone innocuo che regala un corner ai sardi. Gioca un’ora con l’occhio tumefatto dopo uno scontro violento, ancorché fortuito, con Zamparo, che un po’ lo condiziona. Tutto mescolato, viene fuori la sufficienza.
RENZI 4 Vede le streghe contro Guiebre e Varela, due indemoniati che lo mettono costantemente in mezzo e lo fanno ballare. Già lui non è un difensore puro, oltretutto si ritrova davanti i più ispirati della Torres e finisce in un bagno di sangue (24′ st Montini 5.5 Varela è un cliente scomodo pure per lui, che perlomeno trova modo per qualche sortita in attacco).
GILLI 5 Non trasmette più la confortante sensazione di sicurezza che aveva esibito nelle prime due apparizioni in amaranto. E’ sempre in bilico sull’errore, esitante. Va rimesso in sesto.
CHIOSA 6 Si tiene a galla. Zamparo e poi Dakite lavorano tanto fuori dall’area ma dentro i sedici metri mettono a referto poco o niente. Dovrebbe e vorrebbe tirare su la squadra nel momento di maggior difficoltà, compito che gli riesce così così.
COCCIA 5 Argina senza troppi affanni Zecca, che gioca con la testa fasciata per una vecchia botta. Tutto qui. Il motore viaggia a giri bassi, mentre Guiebre dall’altra parte sembrava il Coccia dell’anno scorso (12′ st Righetti 5 Subentra quando i compagni sono avvinghiati dalla paura. E finisce nel vortice pure lui. Ha un sinistro che poteva tornare comodissimo, lo tiene ben riposto nella fondina).
MAWULI 5 Non approccia male, anzi. Ci mette più grinta del solito, si giova della presenza di Damiani che nella mediana a due gli dà una bella mano. Solo che s’incarta presto e soprattutto sbaglia un’infinità di palloni. Troppi per uno che gioca in quella zona di campo. Ammonito, salterà la trasferta di Rimini (12′ st Santoro 5 Bucchi ridisegna il cuore della squadra, mettendolo a fare il cucitore di gioco e confidando in una maggiore geometria per stanare la Torres. Speranza vana, la manovra non decolla mai e l’Arezzo palleggia a due all’ora. E’ tra quelli che più si sono spenti nelle ultime settimane).
DAMIANI 6 Titolare dopo due mesi e sei giorni dall’ultima volta. Non è al top né potrebbe esserlo, però dà sostanza, filtro, presenza. In una parola: equilibrio. Si propone pure in alcune sortite in zona offensiva. Alla lunga, spompato, cala. Recupero importante il suo (24′ st Capello 5 Distante dalla porta e dall’area sarda, Bucchi lo utilizza come play a fianco di Santoro per alzare la qualità del possesso. Sposta poco, la partita resta quella di prima).
PATTARELLO 5 Tre quarti d’ora non male, anche se senza spunti là davanti. Non riesce a mettere in porta la palla gol più nitida del match, quando salta anche Zaccagno per poi defilarsi troppo e calciare sul fondo. Non pervenuto nella ripresa e, forse, anche a corto di benzina.
GUCCIONE 5 Due traccianti verticali, alla sua maniera, innescano le occasioni migliori dell’Arezzo. Ma la sua fantasia si esaurisce lì, zavorrata perfino da strafalcioni tecnici non da lui. Più le lancette girano e più la sua partita perde consistenza (36′ st Ogunseye ng In campo 13 minuti. Ingiudicabile).
TAVERNELLI 5.5 Fatta eccezione per una ripartenza a tutto gas al minuto 24, produce meno del minino sindacale in fase offensiva. Si fa il mazzo, questo sì, per ripiegare dietro a Zecca e togliere alla Torres il controllo di quella fascia. Bucchi lo elogia con argomentazioni condivisibili ma uno come lui dovrebbe pure fare assist e tirare in porta.
RAVASIO 6 Pulisce diversi palloni con grande cura, quasi tutti a trenta metri da Zaccagno. E sperimenta le difficoltà nel giocare da prima punta nell’Arezzo di quest’anno, così come era capitato anche a Gucci e Ogunseye. Andrebbe servito di più, in modo più preciso, solo che al momento il convento passa questo. La prima in casa comunque non è da buttare, se non altro per dedizione.