L’architetto a capo della riqualificazione: “Ad Arezzo abbiamo portato avanti una coprogettazione vera, perché lo spettatore è regista della scena emotiva che è il rito della partita. L’impianto rappresenterà una piazza moderna, coperta, sostenibile”. Giovedì la conferenza in Comune in cui verranno svelati il plastico e tutti i documenti necessari per l’approvazione, compreso il piano economico finanziario che dovrò garantire i 30 milioni di euro necessari per demolizioni e ricostruzioni
“Il problema oggi non è la modernità architettonica, ma la sterilizzazione del sentimento. L’ideologia dei nuovi stadi è diventata una narrazione che adora l’efficienza e il vetro temprato, ma a volte dimentica l’entusiasmo e l’anima di cui è fatto il tifo”.
Parole dell’architetto Carlo Antonio Fayer, a capo del progetto di riqualificazione del Città di Arezzo. In un blog ben curato sull’Huffington Post, ha toccato diversi punti interessanti, ispirati dal rigore del professionista ma anche dalla passione dell’innamorato di calcio.
“Un antidoto c’è – ha scritto Fayer. Ed è più semplice (e rivoluzionario) di quanto sembri: coinvolgere i tifosi nella progettazione degli stadi. Non consultarli. Non raccogliere pareri. Ma costruire insieme: curve, emozioni, percorsi, acustica, memoria. Fare dello stadio una creatura collettiva, non un prodotto da vendere a clienti ben profilati. Questo perché bisogna aver ben chiaro in mente che il tifoso non è solo uno spettatore. È regista della scena emotiva che è il rito della partita allo stadio: ogni curva è un frammento di cultura urbana. Sarebbe miope pensare che questi soggetti possano essere esclusi dai tavoli di progettazione.
Ad Arezzo si sta lavorando con un metodo che potremmo definire moderno nel senso più nobile del termine: coprogettazione vera. Il nuovo stadio non nasce per essere solo una nuova arena, ma per essere un luogo di cittadinanza sportiva e culturale. Per riorganizzare un quadrante della città, per creare un luogo che possa essere vissuto e frequentato anche quando non vi è la partita di calcio. Un tavolo permanente che coinvolge rappresentanze del tifo, esperti di architettura sociale e l’amministrazione locale. Non si discute solo di seggiolini e uscite di sicurezza, ma di acustica per i cori, spazi per le coreografie, curve accessibili, musei, esperienze e memoria condivisa ma anche di piazza di luoghi di socializzazione e di incontro, di appartenenza. E tutto questo è possibile anche grazie a un’amministrazione comunale lungimirante e a una committenza illuminata, quella del presidente Guglielmo Manzo, che ha scelto di vedere nello stadio non un investimento sterile ma un dispositivo civico, un’opera di coesione sociale oltre che sportiva.

Noi immaginiamo uno stadio che non chiuda mai. Che accolga, oltre al calcio, cultura, scuola, eventi, coworking. Una piazza moderna, coperta, sostenibile. Questa è la visione alla base del nuovo stadio di Arezzo, progetto che stiamo sviluppando con M28studio. Non si tratta solo di un impianto sportivo, ma di un pezzo di città da restituire alla collettività. Uno spazio pensato per chi ama il calcio, ma anche per chi ha semplicemente bisogno di un luogo da abitare. Aperto tutto il giorno, tutti i giorni, tutto l’anno, 365 giorni l’anno.
La vera domanda non è: “Come sarà il nuovo stadio?”. La domanda giusta è: “Chi dovrebbe avere il diritto di progettarlo?”. E se la risposta esclude chi lo vive ogni domenica, allora non sarà uno stadio, sarà un centro commerciale con le porte larghe e il cuore chiuso”.
Il plastico e il progetto definitivo, corredati del piano economico e finanziario, verranno presentati giovedì mattina alle 11 in Comune. Al tavolo il presidente Guglielmo Manzo, l’architetto Carlo Antonio Fayer e il sindaco Alessandro Ghinelli. L’obiettivo è ottenere il via libera della conferenza dei servizi decisoria entro la fine dell’anno, in modo che gli uffici comunali possano preparare la maxi delibera per far partire i lavori a febbraio, come da programmi, o al massimo a metà marzo: i documenti da elaborare sono tanti e complessi perché riguardano demolizioni e ricostruzioni dei vari settori dell’impianto ma anche servizi e sottoservizi accessori, viabilità, convenzione con l’amministrazione per la cessione novantennale del diritto di superficie e la validazione di tutte le garanzie economiche a garanzia del completamento degli interventi. In totale è previsto un investimento di 28.575.360 euro, che sfiorerà i 30 milioni dopo la decisione di avvicinare il campo di gioco alla tribuna.












