Pattarello incontenibile in allungo

I numeri premiano la partenza sprint degli amaranto, con Gaddini, Pattarello e Convitto in gol nelle prime due giornate. Le vittorie cementano l’ambiente, le vittorie come quella di ieri forgiano il carattere. Castiglia deve ancora prendere per mano la squadra e Boubacar, in crescita, è un anarchico (tatticamente) dentro i meccanismi di gioco. La strada è lunga, ma l’allenatore può godersi il momento

L’AREZZO DA’ I NUMERI – Sei gol segnati, uno solo subìto, due vittorie su due, punteggio pieno in classifica e oltre duemila spettatori per il debutto in casa. I numeri solleticano l’entusiasmo dell’Arezzo e certificano l’ottimo impatto sul campionato di una squadra ricostruita di sana pianta. Nuovo l’allenatore, nuovo lo staff, nuovi i calciatori: eppure le incognite si stanno dissipando grazie alla solidità di un gruppo che ha trovato in fretta l’intesa giusta. Con qualche dettaglio da aggiustare ma con diverse certezze mandate a memoria: sviluppo della manovra e sostegno al gioco offensivo sono già a buon punto. Al resto ci penserà Indiani.

ESTERNI DECISIVI – Il gol di Gaddini a Orvieto che mise in ghiaccio la partita, i gol di Pattarello e Convitto ieri che hanno ribaltato il Gavorrano. I lati del tridente stanno lasciando il segno come nelle più rosee previsioni, spezzando gli equilibri con le giocate in attacco e compattando la squadra con i ripiegamenti profondi in difesa. Emblematica la palla strappata da Convitto a Discepolo nei minuti finali, vicino alla bandierina del corner. Così come non sono passate inosservate le corse all’indietro di Pattarello e Gaddini, a fare densità nei pressi dell’area. Roba che non si vede spesso.

GRUPPO UNITO – Le vittorie cementano l’ambiente, le vittorie come quella di ieri forgiano il carattere. Gli abbracci dopo i gol segnati testimoniano uno spirito positivo che va salvaguardato e che tornerà buono nei momenti più tosti. Insolita e apprezzabile, a questo proposito, la presenza in un box della tribuna del dg Giovannini insieme ai calciatori che non erano stati inseriti in lista, compresi Martucci e Bramante. Tutti con foglio e penna a prendere appunti su passaggi andati a buon fine, palle intercettate, possesso e occasioni costruite. Dati che servono al lavoro dello staff e anche all’umore dello spogliatoio. Al di là delle eccellenze tecniche, vincere con la panchina dipende anche da questo.

LA P2 AMARANTO – Pericolini e Pattarello hanno firmato il pari, sommando sfrontatezza e qualità. Il terzino è un 2004 che l’anno scorso giocava in Promozione, eppure si è buttato nella serie D con un piglio così autorevole che ha sorpreso molti. Forse non Giovannini e Indiani, ma gli altri sì. La sgassata con cui ha bruciato Fremura è da giocatore che non ha paura di osare, pregio non comune in un difensore di 18 anni. Pattarello, dopo un precampionato in cui sceglieva spesso la giocata sbagliata, è cresciuto esponenzialmente. Subisce una mole di falli industriale, strappa, accelera, sa tirare e crossare. La doppia cifra per lui non è una chimera. Come postilla all’azione dell’1-1, aggiungiamo la presenza dentro l’area ospite di sei giocatori amaranto. Mezza squadra a caccia del gol.

SCORIE DA DEBUTTO – Venti minuti contratti a Orvieto perché era la prima di campionato. Un avvio frenetico ieri perché era la prima in casa. L’Arezzo ha cominciato la gara per spaccare il mondo, sembrava volesse tutto e subito. L’aggressività del Gavorrano, squadra tosta e organizzata, ha fatto il resto. Partita spezzettata, palleggio poco lineare, falli di qua e di là: spettacolo sotto le attese in quanto a manovra, piacevole per agonismo e combattività. Averla vinta in rimonta è buon segno. Poi ad Arezzo, quando c’è gente, di solito finisce con la beffa. Stavolta è stata una domenica d’oro.

COSE DA FARE – Da Castiglia ci si aspetta di più: geometria, presenza nella manovra, ritmi da dettare. Ha piede, ha esperienza, deve far girare la squadra, cosa che ancora gli riesce a sprazzi. Alle sue spalle oltretutto scalpita Bianchi, un 2003 con un mancino sfrontato e preciso: vellutati un paio di lanci a lunga gittata per mandare Convitto all’uno contro uno. Ieri meno straripante Lazzarini: bene in marcatura e nell’avvio di azione, così così sul gol di Marcheggiani, non impeccabile sull’occasione di Polo. Più solida, rispetto a Orvieto, la prova di Boubacar, che però resta un anarchico (tatticamente) non ancora inglobato appieno nei meccanismi di gioco. Ha salito un gradino anche Diallo. Il 2-1 porta il suo timbro.

COSE DA INDIANI – Quella difesa altissima, ogni tanto fa sospirare. Ma la squadra ha assorbito bene la mentalità dell’allenatore: corta, dinamica, pronta a buttarsi avanti a costo di rischiare qualcosa dietro. E comunque ieri, a dieci dalla fine, Indiani ha inserito un difensore over, Polvani, per un centrocampista under, Damiani, e riportato Lazzarini in mediana per avere più filtro. Ad Arezzo, quando veniva da avversario, non perdeva mai. La gente confida che la striscia si allunghi.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine