Il primo tempo formato XXL consegna a Indiani nuove certezze e qualche soluzione tattica da riprovare nelle prossime uscite. E la qualificazione in Coppa consolida le qualità della squadra, che deve diventare più cinica ed evitare gli errori di lettura della ripresa, ma che adesso ha fatto il pieno d’entusiasmo

Un primo tempo debordante a Livorno. Ogni attacco era un’occasione da rete, l’Arezzo sfondava sulle fasce grazie al movimento delle punte e alle incursioni dei terzini, rubava palla e si trovava praterie davanti. Una coralità spettacolare che doveva produrre più dei tre gol (a uno) con cui si è andati all’intervallo.

Di quei 45 minuti formato XXL restano negli occhi le sgroppate di Poggesi, che a destra si trova decisamente più a suo agio. Facendo leva sul piede forte, e sfruttando a dovere la catena con Lazzarini e Bramante, ha messo a ferro e fuoco la corsia. Non è un caso che il suo primo gol stagionale (e che gol!) sia arrivato proprio ieri. E non è un caso nemmeno che al minuto 92 abbia rotto gli argini per l’ennesima volta, offrendo a Risaliti la palla del 4-3.

L’esperimento più interessante, al di là degli esordi dal primo minuto dei 2004 Viti e Dema, ha riguardato il tridente, dove Boubacar si è piazzato largo a sinistra, con Bramante a destra e Diallo riferimento centrale. Proprio Bouba è stato uno dei grimaldelli più affilati per scardinare la linea arretrata del Livorno, bucata spesso e con facilità. A differenza delle altre uscite, il maliano è entrato di più nel vivo del gioco, ha gestito il possesso con maggior sicurezza, ha inciso sul match. Il 2-0 è in gran parte roba sua: difesa della palla e dribbling secco sulla trequarti, assist a Diallo, scaltrezza nel seguire l’azione per andare a segnare. Il Livorno ha lasciato più spazi e quando c’è la profondità da attaccare, sia Boubacar che Diallo banchettano. Al liberiano, però, è mancato il gol, nonostante abbia avuto due occasionissime.

Bene Zona a sinistra, un ragazzo sempre affidabile che ha gamba e tecnica, positivo Bruni, promossi sia Lazzarini che Settembrini, vivace Bramante. La copertina in ogni caso la prende Risaliti, uno che trasmette positività. Su angolo, finora, aveva segnato solo lui a Orvieto. E a Livorno ha concesso il bis. Poi, seguendo l’istinto e fiutando il colpo grosso, in zona Cesarini si è sganciato in avanti per andare a raccogliere l’invito di Poggesi e a firmare il gol qualificazione.

E’ stata la prima vittoria vera in stile Indiani, per il ritmo arrembante, per le opportunità offensive lasciate agli avversari, più numerose del solito, e anche per il 4-3, segnato al 92′ da un difensore che è andato a fare il centravanti. Il calcio muta da un giorno all’altro: fino a ieri mattina l’Arezzo aveva difficoltà a buttarla dentro e concedeva zero. A Livorno si è invertito tutto.

La squadra deve imparare a essere più cinica, a chiudere la gara quando ne ha l’opportunità. Altrimenti può succedere che un avversario di qualità rimetta tutto in discussione, profittando di un calo di ritmo, di concentrazione, di episodi. Sia il 2-3 di Rossi che il 3-3 di Lo Faso nascono dai meriti altrui e anche da evidenti errori amaranto di lettura che hanno rischiato di vanificare tutto.

Mettendo ogni cosa sulla bilancia, ed è banale dirlo, l’Arezzo può essere contento. Dopo partite così, la fatica svanisce in qualche ora. E’ vero che era Coppa e non campionato ma vincere aiuta a vincere. E chi punta in alto non deve snobbare niente.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine