il dg Giovannini con Cutolo e mister Indiani

Il direttore generale dopo la sconfitta con il Tau: “Confronto interno per risolvere i problemi. Facciamo pochi gol e ne prendiamo troppi, occorre cambiare. Indiani prenderà atto dei segnali che arrivano dal campo, non è una questione di modulo ma di gestione delle partite. Ai giocatori e allo staff ho chiesto un profilo più basso e maggiore autocritica. Arduini è un obiettivo a centrocampo, davanti uno lo prendiamo. Dopo Poggibonsi tiriamo una riga e faremo le nostre scelte”

Direttore, quali spiegazioni si è dato per la sconfitta con il Tau?

E’ stata una sconfitta inattesa, è vero. Ma il trend è chiaro. Con tutte le pecche che possiamo avere io, l’allenatore e i calciatori, l’Arezzo non è una squadra da metà classifica come ci dicono i numeri delle ultime 9 giornate. Qualcosa è successo, c’è stata una involuzione e bisogna porre rimedio.

Come?

Facendo quadrato e uscendone tutti insieme. E’ vero che troviamo il gol con difficoltà ma è vero anche che di gol ne stiamo prendendo troppi. Va trovata una sintesi con un confronto interno, serio e costruttivo, che abbiamo già avviato.

Ha parlato con Indiani dopo la partita?

Con il mister parlo tutti i giorni. Lo conosco da una vita, è una persona intelligente e saprà prendere atto dei segnali che arrivano dal campo. Io e lui abbiamo il dovere di aiutare la squadra a raggiungere l’obiettivo della promozione.

L’allenatore è sotto esame adesso?

Sotto esame siamo tutti e non è nessuno. Di sicuro bisogna trovare stabilità nelle prestazioni, nei risultati, nelle reazioni. Non possiamo sentirci eroi a Piancastagnaio e comparse con il Tau. Questi sbalzi d’umore non fanno bene, occorre un approccio diverso e capire che in certi momenti le partite vanno gestite.

E’ un problema di modulo?

Assolutamente no. Ho visto vincere e perdere campionati con il 433, con il 442 e con il 352. Il mio è un riferimento più generale. Poi le scelte tecniche e tattiche, come sempre, spettano a Indiani. Sarà lui a decidere se, cosa e come cambiare.

Cosa serve adesso?

Non è solo questione di mercato. Serve calma e un’analisi approfondita della situazione. La cosa che mi preoccupa di meno sono i 5 punti di svantaggio dal primo posto. Con 19 partite da giocare, può cambiare tutto da una domenica all’altra. Ai ragazzi però ho detto che devono tenere un profilo più basso. Ok l’entusiasmo, ok ringraziare i tifosi se vinciamo, ma nelle giuste maniere. Certe manifestazioni di gioia preferirei lasciarle per maggio, se saremo bravi a chiudere in testa. Tornare in C per l’Arezzo va considerato il minimo sindacale.

Domenica per la prima volta c’è stato un confronto ruvido con la curva. Giusto così?

Fa parte del gioco. L’ultima mezz’ora con il Tau ha fatto crollare il mondo addosso a noi, figurarsi ai tifosi. Capisco la rabbia e l’amarezza della gente ma io, con lo staff e la squadra, abbiamo l’obbligo di guardare avanti, non indietro.

Alla luce dei fatti, come ha intenzione di muoversi sul mercato?

Con realismo, cambiando dove c’è bisogno e senza buttare al vento quanto di buono abbiamo in casa. Metteremo dentro qualche under perché lì adesso siamo corti. A gennaio, con l’apertura del mercato professionisti, ci muoveremo.

Gucci ancora in cerca del primo gol in amaranto

Arduini, centrocampista 2003 del Fiorenzuola, è sempre un obiettivo?

Sì. Vediamo come si evolve la situazione, la base perché la trattativa vada in porto l’abbiamo già messa.

E in attacco?

Il bilancio alleggerito in estate e il risanamento che abbiamo avviato ci consentono di operare in entrata. Dopo la partita con il Poggibonsi tireremo una riga e faremo le nostre valutazioni. Può darsi che esca qualcuno ma non è detto, potremmo anche aggiungere un altro elemento per allargare le soluzioni a disposizione del mister.

L’obiettivo è una prima punta, un trequartista, un attaccante esterno?

Ce lo dirà il campo. Sentirò anche lo staff su quale profilo dobbiamo orientarci. Aggiungo che da sabato conto di avere Foglia e Gucci al pari dei compagni dal punto di vista atletico.

Contento di Gucci?

Che avesse bisogno di un po’ di tempo era nella logica delle cose. Dopo la gara di Piancastagnaio, pensavo che il suo gap di condizione fosse indolore. Non è andata così e ora mi attendo una crescita anche da lui, pari al suo valore tecnico.

E’ preoccupato?

No, sono concentrato nel risolvere i problemi. Ho sempre detto, anche quando vincevamo ogni domenica, che sarebbero arrivati periodi duri. Non c’è stata salvezza, playoff o promozione che abbia conquistato in carriera senza qualche ostacolo sul cammino. Allo staff e alla squadra ha raccomandato di parlare meno e fare autocritica con buonsenso. Ognuno deve guardarsi dentro e migliorare un po’, io compreso. Questo trend altalenante va avanti da troppo tempo, adesso basta.