A Cesena era bello tutto: lo stadio, il pubblico, l’atmosfera. Tutto tranne il risultato, che mortifica una prestazione complessivamente positiva della squadra. La scelta di giocare uomo su uomo in ogni zona del campo ha pagato tatticamente ma non ha portato punti, anche perché la capolista sembra l’Arezzo di Somma, che viaggiava sempre con il vento (e gli episodi) in poppa. Per gli amaranto invece la striscia senza vittorie si allunga a cinque turni, aspettando la Recanatese. Al di là della rivalità, suggestiva la coreografia della Mare per Pantani, scomparso vent’anni fa poche ore prima di Minghelli

BEL CLIMA, BRUTTO RISULTATO – Bello tutto: lo stadio, la coreografia per Pantani, i 546 nel settore, l’atmosfera da calcio vero. Tutto tranne il risultato, che mortifica una prestazione complessivamente positiva. Quest’anno capita spesso di seminare senza raccogliere: un po’ è fisiologico per il cv di molti giocatori, un po’ è sintomo di un percorso ancora da completare, un po’ non ci sono spiegazioni razionali, ammesso che gli episodi che indirizzano le partite non lo siano.

VENTO IN POPPA – Il Cesena che sta volando in B non prende gol praticamente mai, ha la miglior difesa del girone, nel 2024 ha giocato sette volte e sette volte ha chiuso con la porta inviolata. L’Arezzo invece è in un periodo sterile: arriva fino alla trequarti e poi evapora. Alla fine la capolista si è aggrappata all’episodio di un autogol e ci ha costruito l’ennesima impresa stagionale, come fanno le squadre destinate al successo. Sono passati vent’anni ma chi ha buona memoria ricorderà che ai ragazzi di Somma capitava la stessa cosa. Si chiama annata giusta.

A SPECCHIO – Peccato perché l”intuizione di Indiani di mettersi a specchio con l’avversario, proponendo un inedito 3412 con forze fresche tra i titolari, è stata spiazzante ed efficace in egual misura. Ma non è bastato. Toscano, allenatore dei romagnoli, ha detto che l’Arezzo ha costretto il suo Cesena alla prima vittoria sporca dell’anno. Peccato un’altra volta: con un po’ di veemenza in più forse il pari si poteva agguantare. O forse, guardando i numeri delle due squadre, sarebbe comunque andata a finire così.

UOMO SU UOMO – Quando sono state rese note le formazioni, abbiamo sobbalzato tutti: difesa a tre (mai utilizzata dall’inizio in una stagione e mezza), Pattarello fuori, Settembrini fuori, Gucci fuori. Indiani ha scelto di giocare uomo su uomo in tutte le zone del campo, cambiando otto undicesimi di squadra rispetto a Pontedera e confidando in una maggiore energia dei suoi, in un rilassamento mentale degli avversari nonché buttando un occhio alla partita con la Recanatese. Il campo ha detto che le scelte hanno pagato tatticamente, anche se è venuto meno il risultato. Alla fine si parla di una partita in cui una squadra non ha tirato mai in porta e ha segnato su autogol, l’altra ha perso il centravanti dopo pochi minuti e ha colpito una traversa. Tutto il resto, come sempre accade nel calcio, è opinabile.

la coreografia cesenate per Marco Pantani

LA PORTA SBAGLIATA – Un dato statistico. Quella di Chiosa a Cesena è la sesta autorete stagionale. Prima di lui hanno fatto harakiri in maniera più o meno eclatante Risaliti con l’Olbia, lo stesso Chiosa con il Pontedera, Iori con il Pineto, Masetti con la Juventus NG, Donati a Pontedera. Il bello, anzi il brutto, è che sono stati tutti autogol decisivi.

LA PANCHINA – Altro dato statistico. I subentrati dell’Arezzo hanno segnato 3 gol in stagione: Guccione contro Olbia e Gubbio, Gucci contro il Pineto. Stop. Da cosa dipenda non si sa, ma è così. E non pescare il jolly dal mazzo è una zavorra.

C’E’ 1-0 E 1-0 – Le partite le vede ognuno a modo suo e tutte le analisi hanno un fondo di verità ma non si può pensare che l’Arezzo indirizzi i novanta minuti a prescindere da chi ha davanti. Il Cesena è stato meno arrembante del solito: sono umani anche i primi della classe, hanno speso molto in questi mesi, erano a +12 e ci stava di mollare qualcosa. Poi Indiani si è presentato con un sistema di gioco che non si aspettavano e pure questo ha influito. Otto su dieci, l’Arezzo di quest’anno contro il Cesena di quest’anno perde. Ma l’1-0 di ieri non è l’1-0 di Olbia, dove c’era solo da battersi il petto. Qua è diverso tutto.

SERIE NEGATIVA – Numeri. L’Arezzo non vince dalla partita di Carrara. Dopo quella sera, cinque gare con due pareggi (Entella, Pontedera) e tre sconfitte (Pescara, Olbia, Cesena), 2 gol segnati (Gaddini al Pescara, Montini al Pontedera) e 5 subìti. Le prestazioni (eccezion fatta per Olbia) non sono mai state da allarme rosso, i risultati un po’ sì.

LAURO E IL PIRATA – Nota di colore. Al di là della rivalità, la coreografia della Mare per Marco Pantani, a vent’anni dalla morte, ha toccato il cuore. Per il campione che era, per il ricordo che ha lasciato, per il destino che lo unisce a Lauro Minghelli, il quale salutò questo mondo poche ore dopo “il pirata”. Un abbraccio a tutti e due.