la formazione schierata contro la Sangiovannese

Il direttore generale analizza il post partita di sabato: “Espulsione diversa dalle altre, era necessario intervenire. Da tempo invito Emiliano a vivere la tensione agonistica in modo più sereno e sapeva che Mbei è un arbitro severo. Lui comunque si è scusato con spogliatoio e società e siccome le voci le sento anch’io, dico che non ho niente da rimproverargli riguardo l’impegno in allenamento e in partita. Mercoledì con il presidente decideremo quale provvedimento adottare. In settimana arriva il terzino 2004: la rosa è competitiva, un punto in più o in meno adesso non fa la differenza. Quel che conta è il 7 maggio”

“Il comunicato stampa della società, che può sembrare severo nei confronti di Pattarello, è in realtà un modo per metterlo di fronte alle sue responsabilità e per tutelarlo. Non c’è nessun caso: Emiliano è un giocatore sul quale abbiamo investito, però ci sono degli aspetti che deve migliorare. E mi auguro che questa lezione gli serva per non ricadere in certi errori”.

Paolo Giovannini, come impone il ruolo di direttore generale, spiega, chiarisce e commenta l’animato post partita di sabato. L’Arezzo aveva da poco pareggiato con la Sangiovannese, anche a causa dell’inferiorità numerica, e il club ha diramato una nota per stigmatizzare la reazione dell’attaccante, espulso con il rosso diretto dopo la provocazione di Cesaretti.

Cosa è successo?

E’ successo che abbiamo fatto delle riflessioni dopo la fine della gara, insieme a Selvaggio e Cutolo, e abbiamo deciso che bisognava prendere una posizione. L’espulsione di Pattarello è diversa da tutte le altre che avevamo subìto. E stavolta era necessario intervenire. Un conto è se ruba un panino chi ha i soldi in tasca. Un conto è se lo ruba chi non ha un euro. Tradotto: eravamo a inizio partita, in vantaggio di un gol, primi in classifica. Una reazione del genere non ci stava, tanto più che Pattarello stava giocando benissimo.

Lui si è scusato?

Subito, sia con i compagni e il mister che con la società. Io cerco di fare le cose nell’interesse dell’Arezzo e anche di Pattarello. E’ un ’99, deve crescere in fase realizzativa ma ha grandi qualità atletiche e tecniche. E’ dall’estate che lo invito a vivere le situazioni di campo con maggiore leggerezza e serenità. Oltretutto avevamo parlato della severità dell’arbitro.

Cioè?

Mbei è uno dei migliori fischietti della categoria, sarà sicuramente promosso in C. Usa molto i cartellini, lo sapevamo. Quindi nessuna crocifissione per Pattarello, però ci stava un richiamo. Mercoledì sarà ad Arezzo anche il presidente e decideremo quale provvedimento prendere.

Il comunicato però è sembrato un atto d’accusa: abbiamo pareggiato per colpa esclusiva di Pattarello. Non trova?

Non vado dietro alle interpretazioni, non mi interessa. Aggiungo, perché le voci le sento anch’io, che non posso rimproverare niente, né a Pattarello né a nessuno dei suoi compagni, riguardo l’impegno negli allenamenti e nelle partite. Credo di essere stato chiaro. Io voglio soltanto che impari a gestire la tensione agonistica in modo diverso. Stop.

E’ soddisfatto del mercato di riparazione?

Nel complesso sì, la rosa è più completa e più forte di prima. Molti di quelli che sono partiti lo hanno fatto per scelta, per trovare più spazio altrove. Poi so bene che mi sono preso qualche rischio: il terzino 2004 arriverà in questa settimana perché non volevo prendere decisioni affrettate. Arduini è indietro di condizione ma ci darà una grande mano. E Persichini potrà debuttare solo domenica prossima. Mi sarebbe piaciuto averlo prima, però ho fatto una valutazione diversa e la rivendico: meglio stringere i denti per due o tre partite e schierare giocatori di qualità per il resto della stagione, che mettere nello spogliatoio elementi di profilo più basso.

Mai pensato a innesti ulteriori?

No. Sabato, sommando scelte tecniche, acciacchi e impedimenti burocratici, erano fuori giocatori come Trombini, Pericolini, Polvani, Pretato, Foglia, Arduini, Damiani, Bramante, Convitto e Persichini. Siamo a posto così.

Ce l’ha qualche rimpianto?

A inizio stagione la coppia Boubacar-Diallo si è rivelata male assortita. Samake non era pronto per una piazza come Arezzo, con Gucci e Diallo insieme le cose sarebbero andate meglio. E poi mi spiace essere uscito dalla Coppa Italia, ci avrebbe consentito una turnazione più ampia. Con il Pineto e contro la Sangiovannese, dove siamo rimasti in dieci, abbiamo pagato dazio a una rosa momentaneamente più corta. I miei princìpi comunque restano gli stessi: in 24 siamo partiti e in 24 chiuderemo la stagione. Il mercato pazzo non è nel mio dna.

Come interpretarlo il pareggio di sabato?

Con il giusto spirito. Mancano 14 partite con 42 punti in palio. Meglio essere primi che secondi, ma oggi un punto in più o in meno non fa tutta questa differenza. E’ inutile ogni settimana lambiccarsi il cervello su cosa abbiamo fatto noi e su cosa hanno fatto le altre. Quel che conta è essere in corsa per la promozione, il 7 maggio poi vedremo. E resto convinto che l’Arezzo può centrare l’obiettivo.